Dalla tabella emerge, inoltre, che le donne escluse dalla salvaguardia, nate dopo il 31 luglio 1956, sono 1.359 mentre 1.774 sono i lavoratori collocati in mobilità privi dei requisiti per il diritto a pensione entro 36 mesi dalla fine del periodo di mobilità (si veda la tavola sottostante).
Per quanto riguarda gli esodati ex Postali – categoria avente decorrenza pensionistica oltre il 2018 e costituita da soggetti cessati dal lavoro con accordi individuali di esodo con Poste Italiane Spa, entro il 31 dicembre 2011 – l'INPS ha precisato che in caso di cessazione individuale del rapporto di lavoro, né il lavoratore né il datore di lavoro sono tenuti ad alcuna specifica comunicazione all'istituto; non è, pertanto, possibile distinguere le cessazioni unilaterali da quelle avvenute a seguito di accordo tra le parti. L'INPS non è quindi in grado di fornire il numero esatto dei lavoratori rientranti nella categoria che qui interessa ha detto il sottosegretario. L'Istituto, tuttavia, ha fornito un dato approssimativo, individuando una platea pari a 82 lavoratori. Tale dato si ricava prendendo in considerazione i lavoratori di Poste Italiane cui l'INPS ha respinto, per assenza del requisito anagrafico o contributivo, la domanda di salvaguardia per cessazione del rapporto di lavoro derivante da accordo individuale sottoscritto entro il 31 dicembre 2011. Dal numero così ottenuto sono stati esclusi i lavoratori deceduti, i titolari di pensione, nonché i lavoratori cessati dopo il 31 dicembre 2012. L'INPS ha, infine, precisato che la platea si riferisce esclusivamente ai lavoratori che hanno presentato domanda di salvaguardia.
Ex Alitalia
Da ultimo, per quanto riguarda i cosiddetti esodati ex Alitalia occorre precisare, preliminarmente, che l'articolo 1 della legge n. 147 del 2014 ha previsto l'accesso ai benefici della cosiddetta seconda salvaguardia in favore dei soggetti per i quali le imprese avessero stipulato – in sede governativa e entro il 31 dicembre 2011 – accordi finalizzati alla gestione delle eccedenze occupazionali, con utilizzo di ammortizzatori sociali. Con specifico riferimento ai lavoratori Alitalia, per i quali risulta essere stato stipulato un accordo in sede governativa in data 11 marzo 2011, doveva risultare la cessazione dell'attività lavorativa entro il 31 dicembre 2014 – con conseguente messa in mobilità – unitamente alla comunicazione dei nominativi del lavoratori licenziati al Ministero che rappresento. Tuttavia, dai riscontri effettuati, ha indicato la Biondelli, è emerso che, per i lavoratori in parola, non è pervenuta alcuna istanza aziendale di accesso alla seconda salvaguardia.
L'onorevole Rizzetto ha seguito dei dati forniti ha, pertanto, preannunciato l'intenzione di presentare specifiche proposte emendative sia a provvedimenti eventualmente in discussione in Commissione sia al disegno di legge di bilancio che il Governo si accinge a presentare al Parlamento.