Il Parlamento europeo ha ridotto la pensione di anzianita' ad un ex parlamentare europeo, eletto in Italia, in base ad una norma secondo cui «l’importo e le modalità della pensione provvisoria corrispondono esattamente a quelle della pensione percepita dai Membri della Camera Bassa del Parlamento dello Stato membro in rappresentanza del quale è stato eletto il deputato al Parlamento europeo» («regola di pensione identica»). Con la Delibera n. 14/2018 la Camera dei Deputati ha tagliato i «vitalizi» dei parlamentari italiani e di conseguenza, in base alla predetta regola, anche il Parlamento Europeo ha provveduto a ridurre nella stessa misura la pensione corrisposta.
Secondo il Tribunale dell'Unione Europea la decisione del Parlamento è legittima in quanto il ricalcolo «al ribasso» non lede i diritti maturati dai parlamentari europei: il diritto alla pensione non comporta, cioè, che l’entità della prestazione pensionistica non possa subire una contrazione. I principi di certezza del diritto e di legittimo affidamento non implicano che l’importo delle pensioni sia stabilito in via definitiva; nulla vieta che l’importo delle pensioni venga adeguato al rialzo o al ribasso. Il Tribunale ha osservato che la contrazione dei vitalizi dei parlamentari può essere nella specie giustificata dall’obiettivo di interesse generale di introdurre un sistema di calcolo delle pensioni basato sul più stringente metodo contributivo, al fine di generare un risparmio di spesa in un contesto di rigore di bilancio.