Pensioni, Sindacati: serve particolare attenzione ai lavoratori precoci

Federico Pica Sabato, 10 Ottobre 2015
Le prime voci dal presidio di Cgil Cisl e Uil: un lavoratore precoce, un cassaintegrato degli appalti, una studentessa vicina alla laurea e una lavoratrice con pochi anni di contribuzione.
I sindacati rimettono in pista la questione dei lavoratori precoci. Ieri nel corso della prima tappa della mobilitazione unitaria che vedrà protagoniste Cgil, Cisl e Uil un pò in tutta Italia è stata data voce alle migliaia di donne e uomini che hanno subito e continuano a subire il pesante innalzamento dei requisiti per la pensione anticipata della legge Fornero.

Gente come Luca Lambertucci, operaio metalmeccanico del sistema degli appalti di Ast e lavoratore precoce: "Si parla troppo poco di quelli che sono nelle mie condizioni - spiega l'operaio - Io ho iniziato a lavorare a 15 anni, ma con il tempo ho visto il mio traguardo allontanarsi sempre di più. I 66 anni necessari per uscire per me vogliono dire 51 anni di servizio, ma io faccio il metalmeccanico, mi spacco la schiena, e per di più ora sono anche in cassa integrazione e non so se la mia azienda ce la farà". 

Situazione analoga per Romano Barbarossa, anche lui tuta blu del sistema appalti Ast: "Vivo una situazione di estrema incertezza - spiega - siamo stati buttati fuori dopo una gara d'appalto con un forte ribasso, ora siamo in cassa integrazione straordinaria. Dopodiché, cosa succederà. La situazione è drammatica soprattutto per quelli come me, che a 55 anni, con 37 anni di contributi, fino a qualche anno fa vedevano come possibile il traguardo della pensione. Poi è arrivata la legge Fornero e quel traguardo non lo vediamo più. Ma quando mai potrò andare in pensione io?". 

Elisa invece di anni ne ha solo 24, ma anche lei si è fatta un'idea precisa sulla legge Fornero: "Se le persone vanno in pensione più tardi è difficile che io in questo contesto di crisi riesca a trovare un lavoro". Accanto a lei, al presidio dei sindacati, c’è la mamma Daniela, 53 anni, ma solo 18 di lavoro: "Con la riforma Fornero non solo non so quando andrò in pensione, io non so se ci andrò in pensione. Considerando come è messa l'Inps chissà fra tanti anni quello che succederà".

Questi lavoratori, com'è noto, chiedono che sia reso possibile andare in pensione al perfezionamento di 40-41 anni di contributi senza penalizzazioni e senza finestre. E soprattutto sganciando il requisito contributivo alla speranza di vita, il vero fattore che li spaventa, dato che, in mancanza di una modifica, con il lento adeguamento dovranno restare in servizio sino a 45 anni di contributi. Un livello inaccettabile ai più. 

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