L'altro tema è l'incremento della platea dei salvaguardati ottenuto con sei provvedimenti nell'arco di tre anni e mezzo. Una modifica che passa da una parte con l'inserimento di categorie di lavoratori esclusi in prima battuta, ma soprattutto con il progressivo allentamento dei requisiti stringenti fissati con il primo intervento, quello di fine 2011. In particolare la Commissione dovrebbe convergere sulla proposta elaborata dal tandem Gnecchi-Damiano (Pd) (ddl 2958) che estende di un anno i profili di tutela aperti nella sesta salvaguardia portando il vincolo temporale per maturare la decorrenza della prestazione pensionistica con le regole ante fornero dal 6 gennaio 2016 al 6 gennaio 2017.
In sostanza potrà beneficiare della tutela chi ha raggiunto i requisiti per la pensione di anzianità entro il 31 dicembre 2015 (es. quorum 97,3 con almeno 61 anni e 3 mesi di età e 35 anni di contributi) oppure i 40 anni di contributi (ma entro il 30 settembre 2015 perchè la finestra mobile qui è di 15 mesi) oppure i previgenti requisiti per la pensione di vecchiaia. GamsinNel provvedimento si punta a ricomprendere anche i lavoratori destinatari del trattamento speciale edile, i lavoratori titolari di indennità di mobilità ordinaria cessati dal servizio dopo il 30 settembre 2012 ancorchè con accordi di tipo non governativo, nonchè coloro che non hanno potuto fruire della mobilità a causa del fallimento dell'impresa. Incerta invece l'inclusione dei quindicenni e degli autorizzati ai volontari prima del 2007, categorie chieste dalla Lega ma che non entrano nelle "grazie" della minoranza dem. Per un totale di 26 mila nuovi salvaguardati che faranno salire da 170mila a circa 190/195 mila il numero degli esodati tutali dalla Riforma Fornero.
Da comprendere le altre misure che saranno abbinate alla settima salvaguardia. In particolare dovrebbe esserci il via libera allo stralcio della penalizzazione sugli assegni per i lavoratori precoci usciti prima del 2015, una misura che ha un costo "irrisorio" secondo la Gnecchi. Possibili anche misure per rivedere l'età pensionabile dei macchinisti delle ferrovie che attualmente hanno perso il riconoscimento della loro specificità rispetto alla generalità dei lavoratori iscritti all'AGO.