Riforma Pensioni, Cisl: A Settembre si scioglie il nodo risorse

redazione Venerdì, 19 Agosto 2016
I sindacati chiedono che si ponga rimedio alle gravissime ripercussioni generate dalla Riforma Fornero del 2011  sulla previdenza. Ma Cgil e Fiom bocciano l'APE, il prestito pensionistico. 
 Pensioni e lavoro alla prova di sindacati e governo: dopo la pausa estiva il confronto ripartirà da questi due temi. Previsti due tavoli tecnici sui temi, il 7 settembre destinato alle politiche attive sul lavoro e agli ammortizzatori sociali, il 12 settembre sulle pensioni. Sugli interventi allo studio che potrebbero costare alla casse dello Stato tra i 2 e i 4 miliardi c'è cautela da Cisl e Uil che attendono di conoscere la definitiva portata dell'iniziativa promossa dall'esecutivo prima di dare un giudizio. Scetticismo invece dalla Cgil e dalla Fiom che bocciano in particolare l'APE, il prestito pensionistico, punto cardine del progetto raffinato da Nannicini in questi ultimi mesi. E' probabile però che la decisione finale sarà presa non prima della fine del mese di Settembre dopo la nota di Aggiornamento al Def che il Governo presenterà alle Camere il 20 Settembre con gli obiettivi di finanza pubblica per il prossimo anno. 

Dalla Cisl parla il segretario confederale Maurizio Petriccioli: "Il confronto tra Governo e Sindacato ha dato un contributo positivo per individuare le soluzioni necessarie ad alleggerire la pressione che le manovre economiche degli ultimi otto anni hanno esercitato su pensionati e pensionandi - ha spiegato Petriccioli -. Con la ripresa del confronto, ai primi di settembre, anche sulle materie delle politiche attive e del lavoro, sarà possibile verificare la quantità di risorse necessarie e ricercarne la disponibilità per la quale abbiamo già da fine luglio impegnato il Governo. Attendiamo pertanto la ripresa dei lavori per potere fare valutazioni serie e di merito avendo come obiettivo il miglioramento della condizione dei lavoratori e dei pensionati". 

La Uil ha stimato in 2,5 miliardi il costo degli interventi sulle pensioni. "Questa è stata la prima stima su cui c'è stata una prima condivisione al tavolo tecnico governo-sindacati", ha detto il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, mentre il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini definisce l'Ape, l'anticipo pensionistico, "un'offesa e una presa in giro alle persone che per tanti anni hanno pagato i contributi, è una follia finanziaria, non è giustizia sociale". L'Ape costerebbe attorno ai 600 milioni di euro, cifra destinata a coprire soprattutto le detrazioni previste per le categorie più svantaggiate.

Il presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano, con un lungo posto su Facebook ha chiarito che "il Governo, con Nannicini e Poletti, ha parlato di 1,5 miliardi. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche si arriverebbe vicino ai 4 miliardi sommando tutti gli interventi previsti, compresi quelli annunciati da Renzi: flessibilità, ricongiunzioni, quattordicesima, ecc. Come sempre, la verità sta quasi nel mezzo. Noi pensiamo che ci vogliano almeno 2 miliardi, per cominciare, considerato il fatto che le previsioni di costo di Ragioneria e Inps sono sempre risultate abbondantemente sovrastimate (vedi lavori usuranti e Opzione Donna)". A settembre, ricorda Damiano, si dovrà decidere anche la questione dell'ottava salvaguardia e proprio la questione della proroga ulteriore dell'opzione donna. 

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