Riforma Pensioni, I Sindacati: Per i precoci necessaria intesa su quota 41

redazione Sabato, 23 Aprile 2016
La Cgil: "Il governo continua sul sistema previdenziale a fare "annunci e auspici" ma così "non si cambiano le leggi che si cambiano solo con un confronto serio con le parti sociali.
Cgil, Cisl e Uil chiedono al governo di varare “un’ultima misura definitiva” per gli esodati e di avviare il confronto sui temi della flessibilità pensionistica e sui problemi dei lavoratori precoci. Lo hanno ribadito ieri le tre sigle confederali che rappresentano i pensionati durante il presidio organizzato dai Comitati dei Esodati davanti al Ministero dell'Economia. “Nessuno ci ha regalato le salvaguardie e nessuno ci regalerà l’ottava. Continueremo a lottare. Con la legge Fornero abbiamo dato 30 miliardi l’anno allo Stato. Vogliono anche gli spiccioli? Il fondo esodati doveva essere destinato agli esodati. Hanno preso persino i soldi dei lavori usuranti”, dice la segretaria confederale della Cgil, Vera Lamonica, intervenendo al presidio unitario dei sindacati davanti alla sede del ministero dell’Economia.

Per la Cgil, “la discussione che si sta facendo sulle pensioni è taroccata e non trasparente: il governo non dice dove vuole arrivare. I lavoratori precoci – ricorda la sindacalista – sono persone che sono andate a lavorare a 14-16 anni, non hanno studiato e stanno nelle fabbriche, nei cantieri edili, nelle case di riposo. Fanno lavori pesanti. Devono andare in pensione a 41 anni tutti, uomini e donne, a prescindere dall’età e dalle attese di vita”. Insieme a Lamonica, hanno partecipato alla protesta Maurizio Petriccioli della Cisl e Domenico Proietti della Uil, insieme alla Rete dei Comitati degli esodati e ai Comitati dei lavoratori precoci.

Ha partecipato anche il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano che ha ribadito la disponibilità a chiudere il capitolo esodati con l’ultima salvaguardia, l’ottava, senza aggiungere costi al bilancio dello Stato "ricavando le risorse dai risparmi del fondo dedicato”.  “Adesso si stanno facendo i conti, il consuntivo delle sette salvaguardie precedenti. Poi c’e’ il tema dei lavoratori precoci e della flessibilità”, aggiunge. “Sulla flessibilità per fortuna tutti sono convinti che si tratta di una misura che va realizzata e io dico già in questa legge di stabilità. Bisogna che il governo apra un confronto sia con i sindacati sia con il parlamento”, continua. “Noi in commissione lavoro abbiamo incardinato la mia proposta di legge già scritta nel 2013″ ha ricordato. 

Dai sindacati arriva anche la richiesta di una pensione dignitosa ai giovani. "Devono essere inseriti elementi correttivi sul funzionamento del sistema contributivo in grado di assicurare un trattamento pensionistico adeguato e dignitoso anche a chi svolge e ha svolto lavori saltuari, discontinui, con retribuzioni basse o è entrato tardi nel mercato del lavoro". Altrimenti c'è effettivamente il rischio che i giovani vadano in pensione non prima dei 75 anni e con un assegno di poche centinaia di euro al mese, quanto l'importo dell'assegno sociale. Un'assurdità sottolineano dal sindacato.

"Forme d’integrazione ai trattamenti bassi devono essere riaffermate anche per le pensioni future, calcolate con il metodo contributivo. Occorre ripensare la gestione separata INPS che, a fronte di un progressivo aumento della contribuzione, accorda tutele diverse e minori agli iscritti, rispetto alla generalità dei lavoratori. È anche utile promuovere schemi di solidarietà intergenerazionale, attraverso il ricorso alla contribuzione figurativa, per incentivare l’utilizzo volontario del part time fra i lavoratori anziani negli ultimi anni della carriera lavorativa, collegandolo all’assunzione dei giovani, secondo le modalità previste dagli accordi collettivi."

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