«L’Ape volontaria - continua l'economista - è un meccanismo molto flessibile e quindi appetibile. Chi la chiede, per esempio, potrà anche continuare a lavorare o passare a part time. La procedura sarà questa: il lavoratore che vorrà prendere l’anticipo di pensione, compiuti i 63 anni, dovrà farsi certificare dall’Inps il diritto alla pensione e poi presentare, sempre all’Inps, la domanda di anticipo sotto forma di finanziamento bancario, assistito dall’assicurazione in caso di premorienza». «Potrà chiedere l’Ape volontaria chi ha maturato una pensione, al netto della rata di rimborso, pari ad almeno 1,4 volte il minimo, 702 euro al mese. Si potrà chiedere un anticipo minimo di 150 euro al mese e massimo pari al 90% della pensione se per meno di un anno e del 75% se per più di 3 anni. Infine, le rate complessive, qualora la persona abbia altri debiti, non devono superare il 30% della pensione». E sui rischi che i denari sull'APE sociale risultino insufficienti a garantire l'uscita anticipata per il 2017 l'economista taglia corto: «Ci sarà un monitoraggio. In caso di esaurimento dei fondi, le domande e la decorrenza della prestazione slitteranno al 2018».
Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi i decreti attuativi dell'APE e della quota 41 dovrebbero arrivare per la metà del mese di febbraio. I tempi comunque sono piuttosto ristretti anche alla luce del fatto che per l'avvio dell'ape volontario il Governo dovrà successivamente stipulare gli accordi quadro tra il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e, rispettivamente, l'Associazione bancaria italiana e l'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici e altre imprese assicurative primarie. Saranno tali accordi a fissare nero su bianco il tasso di interesse e la misura del premio assicurativo relativa all'assicurazione di copertura del rischio di premorienza per l'accesso al prestito pensionistico.
Damiano: bene avvio APE dal 1° maggio 2017. Attendiamo i decreti
Secondo l'ex Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, la notizia è positiva perchè mette al riparo per ora la manovra sulla previdenza contenuta nella legge di Bilancio, compreso l’innalzamento della quattordicesima per i pensionati, da un eventuale intervento correttivo richiestoci dall’Europa. “In secondo luogo – prosegue – Leonardi annuncia che il ministero del Lavoro ha intenzione di convocare le parti sociali per trovare una soluzione condivisa sui voucher, per i quali l’intenzione è di tornare al lavoro occasionale. Siamo d’accordo su metodo e contenuto, al punto tale che quattro proposte di legge (PD, M5S, FI e Lega) attualmente in discussione alla Commissione Lavoro della Camera, propongono questo obiettivo”. “Non comprendiamo però come si possa pensare di rendere occasionale un lavoro senza indicare, come ha fatto la legge Biagi, il tipo di attività che si può svolgere: i piccoli lavori domestici o le ripetizioni private, ad esempio. Mettere tetti percentuali di utilizzo alle aziende significa istituzionalizzare i voucher e non limitarli al fine di impedire che con essi si sostituisca il normale lavoro dipendente”, conclude.
Approfondimenti: L'APE Agevolato, L'APE di mercato, La quota 41 per i precoci