Forze politiche ancora in alto mare su una riforma della previdenza condivisa e soprattutto complessiva. La spaccatura tra proposte è emersa anche oggi nel corso del webinar «Il miraggio della pensione, un riordino è d'obbligo fra le mille opzioni di un sistema caotico» promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili (CPNR), presieduta da Luigi Pagliuca, a cui hanno preso parte esponenti politici di Lega, Forza Italia, Noi per l’Italia, Dem e Cinque Stelle.
I partecipanti hanno tutti concordato sulla necessità di misure stabili ed eque, tenendo presente che i costi del sistema saranno sempre più a carico dei giovani. Ma una ricetta condivisa resta una chimera. Da un lato la Lega che punta al ripristino della pensione di anzianita’ senza modifiche al sistema di calcolo dell’assegno, una impostazione condivisa anche dalla parte sindacale che, tuttavia, vede contrario l’esecutivo preoccupato dalla tenuta dei conti pubblici; dall’altro i Dem e M5S disposti ad accettare forme di flessibilità rispetto al regime Fornero in cambio di una decurtazione sulla misura dell’assegno pensionistico.
Al riguardo Alessandro Amitrano, deputato del M5s e segretario dell'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati, è ritornato sulla proposta Inps di anticipare l’erogazione della quota contributiva della pensione dall’età di 64 anni rinviando quella retributiva (il cui peso nel tempo sarà gradualmente inferiore) all’età di 67 anni. Una pensione «composta» per superare l’attuale «Quota 102».
Più convergenza, invece, sulla necessità di un correttivo al sistema contributivo per tutelare chi ha iniziato a lavorare dal 1996 ed attenuare il conflitto generazionale, già in atto, a causa di interessi divergenti. Secondo l’esponente pentastellato «queste nuove leve hanno come unico sistema quello contributivo, le loro carriere sono instabili, intermittenti, precarie. Entrano nel mondo del lavoro tardi rispetto ai genitori». E ha rilanciato la proposta di una pensione di garanzia, una soglia di 780 euro al di sotto della quale non si considera una pensione come dignitosa, unitamente alla facoltà di riscatto gratuito degli anni di laurea «per dare un incentivo a tutti coloro che impiegano negli studi più tempo e tutelarli per l'ingresso tradivo nel mondo del lavoro».
Per altri esponenti politici la questione va affrontata con il rafforzamento del mercato del lavoro, incentivando le assunzioni e, quindi, riducendo il cuneo fiscale per i lavoratori e la competitività delle imprese italiane. Al riguardo non sono mancate critiche al Reddito di Cittadinanza che per Dario Damiani, senatore di Forza Italia e componente della Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti gestori della previdenza, ha contribuito alla crisi del sistema del lavoro. Di diverso avviso Rosa Menga, deputata di Europa Verde in Commissione Lavoro a Montecitorio che punta piuttosto il dito sulla mancata attuazione del salario minimo.
Per il momento l’unica certezza è che a fine anno scadrà Quota 102 e, in assenza di riforme, si tornerà alla legge Fornero. L’impressione è che la palla sarà lanciata in avanti ancora una volta, il prossimo anno si giocano le elezioni e nessuna delle forze politiche sembra voler mettere ora mano alla complessa partita della riforma della previdenza. Toccherà vedere se il Governo avrà voglia di farlo superando la resistenza anche della parte sindacale in un momento in cui si sono affacciate pure le urgenze derivanti dagli effetti economici della guerra in Ucraina.