Pensioni

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L'Inps avvia la seconda fase per l'invio delle lettere di certificazione dei lavoratori in congedo nel 2011 per assistere disabili che hanno presentato domanda di ammissione ai benefici della salvaguardia. Lo si apprende da fonti vicino all'istituto. Sono in via di spedizione, infatti, le certificazioni dei lavoratori che hanno maturato un diritto a pensione entro il 28 Febbraio 2013. Da quanto si apprende, inoltre, l'inps invierà una nuova comunicazione con l'indicazione della corretta data di decorrenza a quanti hanno visto erroneamente slittare la prima rata di percezione del rateo al 1° settembre 2015.

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Con il blocco della rivalutazione degli assegni, sono stati sottratti a 5,5 milioni di pensionati 9,7 miliardi di euro, pari ad una perdita media di quasi 1.800 euro a testa.

Kamsin Assegni sempre piu' leggeri. I 15,5 milioni di pensionati che hanno la fortuna di avere una pensione di 1.500 euro lordi al mese - pari a poco più di 1.200 netti - dal 2012 alla fine di quest'anno avranno perso in media 1.779 euro. È l'allarme che arriva dallo Spi-Cgil, che chiede al governo di essere ascoltato quanto prima per rimettere mano al sistema di rivalutazione degli assegni, ancora oggi particolarmente penalizzante rispetto al passato per chi ha una pensione superiore a tre volte il trattamento minimo inps, circa 1500 euro al mese.

PensioniOggi.it ha piu' volte evidenziato questo occulto meccanismo che sta facendo realizzare risparmi maggiori di qualsiasi altro nuovo intervento ipotizzato dal Governo per penalizzare gli assegni calcolati con il sistema retributivo. Nel biennio 2012-2013, spiega il sindacato, l'adeguamento delle pensioni è stato bloccato per importi superiori a tre volte il trattamento minimo, ovvero circa 1.500 euro lordi. Nel biennio 2014-2015 invece l'adeguamento è stato sull'intero importo della pensione con una percentuale del 100% solo per tutti quelli che hanno un assegno fino a tre volte il trattamento minimo, mentre è diminuito per le altre categorie d'importo dallo 0,95% fino allo 0,45%. Inoltre la rivalutazione è verticale su tutto l'ammontare dell'assegno e non più per fasce quando l'assegno era spacchettato con una percentuale diversa per ogni comparto.

Il risultato è una perdita minima in 4 anni di 1.138 euro per gli assegni compresi tra 1.500 e 1.750 euro e di una massima di 3.567 euro per le pensioni sopra i 3.000 euro. Per questo, secondo lo Spi, serve «correggere i meccanismi attuali di rivalutazione per non penalizzare ulteriormente i pensionati italiani». La richiesta è di un confronto con il governo. «Abbiamo avuto un primo incontro con Tito Boeri, interlocutorio, e si è mostrato disponibile a dialogare con noi - sottolinea Carla Cantone, segretario generale del sindacato dei pensionati - ma la decisione è in mano al governo. Siamo sempre in attesa di capire se il ministro Poletti e il premier Renzi vogliano discutere o proseguire da soli».

Le proposte della Cgil. La cifra risparmiata dallo Stato in quattro anni è di tutto rispetto: 9,7 miliardi. Ecco allora le proposte che arrivano dal sindacato per modificare la legge 147/2013 anche perchè - ricordano dal sindacato - sulla mancata indicizzazione del biennio 2012-2013 pende il giudizio della Consulta. La prima riguarda la possibilità di applicare a tutti il 100 per cento di rivalutazione fino a 5 volte il minimo - circa 2500 euro lordi meno di 2000 circa netti - e del 50 per cento per tutti gli importi superiori. Una modifica che costerebbe circa 350 milioni per ogni punto di inflazione l'anno.

La seconda è più strutturale e riguarda i coefficienti di trasformazione: il parametro che lega il contributi versati e l'assegno che si riceverà. Lo Spi Cgil propone di modificare i coefficienti attuali  che vengono modificati ogni due anni e legati all'aspettativa di vita. La proposta è quella di usare il cosiddetto modello svedese: un calcolo che si basa sulla data di nascita e sull'età di maturazione del diritto alla pensione, in modo che si abbia almeno certezza del coefficiente minimo che determinerà l'importo della pensione.

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"Nonostante alcuni tentennamenti nel riconoscimento del beneficio da parte delle sedi territoriali Inps la disposizione di cui all'articolo 2, comma 1 lettera a) della legge 147/2014 deve essere interpretata nel senso di ammettere alla salvaguardia anche coloro che maturano un diritto a pensione entro i 12 mesi dalla cessazione dell'indennità di mobilità". Lo ricorda l'ufficio studi dell'Inca Cgil in una nota informativa alle sedi. Kamsin Si tratta, com'è noto, del passaggio normativo che ammette ai benefici della sesta salvaguardia i lavoratori "collocati in  mobilità ordinaria a seguito di accordi governativi o non governativi, stipulati  entro  il 31 dicembre 2011, cessati dal rapporto di  lavoro entro il 30 settembre 2012 e che perfezionano, entro il periodo di  fruizione dell’indennità di  mobilità, ovvero, anche mediante  il  versamento  di contributi  volontari, entro dodici mesi dalla fine dello stesso periodo, i requisiti previdenziali vigenti al 31.12.2011".

Sulla vicenda il dubbio è relativo alla possibilità o meno di ammettere alla tutela, tra gli altri, anche quei lavoratori che avessero maturato i requisiti anagrafici utili a conseguire il diritto a pensione con le vecchie regole pensionistiche entro i 12 mesi dal termine dell'indennità di mobilità (ordinaria). La norma di legge, infatti, si appresta ad una interpretazione diversa nel senso di ammettere al bonus dei 12 mesi solo coloro che, attraverso la prosecuzione volontaria della contribuzione, maturassero il requisito contributivo mancante al termine dell'indennità di mobilità. La Cgil ricorda, invece, che possono fruire della salvaguardia tutti i lavoratori che maturano i requisiti anagrafici e contributivi utili a conseguire la pensione di anzianità (o di vecchiaia) entro i 12 mesi dalla scadenza dell'indennità stessa".

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Gli interventi sulla riforma delle pensioni e' un tema "all'ordine del giorno e il punto di riflessione e decisione coincidera' con la prossima Legge di Stabilita'". Lo ha confermato oggi il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, spiegando che il Ministero ha avviato "un lavoro preliminare di studio, che si concluderà a Giugno con l'obiettivo di presentare al Parlamento una proposta chiara in un quadro di tenuta dei conti pubblici". Una maggiore flessibilita' in uscita e' una delle opzioni in campo in "un panorama molto diversificato. Kamsin Dobbiamo partire - ha detto - dalle situazioni piu' difficili e socialmente piu' delicate come quelle dei lavoratori ultra 55 anni che hanno perso il posto di lavoro".

Le dichiarazioni del ministro arrivano in risposta al neo presidente dell'Inps, Tito Boeri, che in un'intervista ha rilanciato la proposta di "eta' flessibile per le pensioni, nel senso di consentire l'uscita anticipata dal lavoro percependo un assegno piu' leggero e di inserire un ammortizzatore speciale per i lavoratori tra i 55 e il 65 anni".

Poletti tuttavia smentisce l'ipotesi di un intervento sugli assegni già in essere come è stato riportato dalla stampa nazionale: "gli assegni oltre un determinato importo già subiscono un contributo di solidarieta'", inoltre, secondo il Ministro, "l'operazione sarebbe tecnicamente molto complessa". "Queste affermazioni - ha proseguito il ministro - rischiano di confondere i cittadini e di suscitare preoccupazioni infondate".

Aprire al piu' presto un tavolo per cambiare radicalmente la legge Fornero" scrive in una nota Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, aggiungendo che "e' necessario intervenire introducendo meccanismi di flessibilita', ma senza prevedere nuovi tagli agli assegni previdenziali". Anche Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, "auspica una convocazione in tempi brevi.

Per quanto riguarda la flessibilita' per l'accesso al pensionamento - prosegue Barbagallo -, per la Uil la via maestra e' quella di prevedere un range tra 62 e 70 anni entro il quale le persone possono scegliere, oppure attraverso la possibilita' di combinare eta' e contributi senza ulteriori penalizzazioni che sono gia' insite nel sistema contributivo". Poletti si e' detto disponibile a un incontro con i sindacati che "hanno delle proposte da avanzare", ma "ancora non c'e' una data" prima - ha spiegato il ministro - "dobbiamo fare un minimo di verifica e avere un po' di tempo per una visione condivisa" anche con il neo presidente dell'Inps, Tito Boeri.

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Il segretario Fiom Landini ha concluso a Roma la manifestazione: "Pronti a lavorare con la Cgil al nuovo Statuto dei lavoratori. Subito la riforma delle pensioni. Il problema di oggi è unire il mondo del lavoro".

Kamsin il governo Renzi «sta proseguendo come i governi precedenti Monti e Letta e anche con un peggioramento rispetto al governo Berlusconi». Il sindacato dei metalmeccanici è sceso in piazza ieri con lo slogan 'Unions' e l’obiettivo di «mettere insieme i lavoratori e unire tutto quello che il governo sta dividendo». Senza dimenticare l’iniziativa della “Coalizione sociale” allargata al mondo dell’associazionismo lanciata nei giorni scorsi dal leader della Fiom.

Alla manifestazione della Fiom ha partecipato anche la leader della Cgil, Susanna Camusso che tuttavia è rimasta defilata : "Non siamo in piazza per difendere cose che non ci sono più, anche perché ci hanno tolto tutto. E Renzi stia tranquillo, non siamo qui contro di lui, ma abbiamo l'ambizione di proporre idee per il futuro dell'Italia".

“Il 12 dicembre, in occasione dello sciopero generale, abbiamo promesso che non ci saremo fermati ed è per questo che oggi siamo qui”, ha detto Landini. E subito un attacco al governo Renzi che sta riducendo i diritti dei lavoratori come i governi precedenti. La linea è sempre la stessa, anche quella praticata dal governo Berlusconi. "Ci siamo stancati di spot elettorali, di slide e balle, perché bisogna avere il coraggio di dire la verità e di cambiare veramente il Paese”.

Renzi: l'economia sta migliorando. La Ricetta del Governo funziona. Dura la reazione del Premier Matteo Renzi che ricorda come la Fiom sia "l’unico sindacato al mondo che protesta quando l’occupazione migliora, sono ossessionati dal consenso, noi invece abbiamo una sola ossessione, far ripartire l’economia e i contratti di lavoro, cosa che sta avvenendo, solo loro non se ne accorgono". Renzi sottolinea invece la sua soddisfazione per alcuni segnali dell’economia, tutti "positivi per le famiglie italiane.

Ad aprile scende ancora il conto della bolletta per l’energia elettrica (-1,1%) e per il gas (-4%). Significa un risparmio medio di 75 euro l’anno in più nelle tasche degli italiani dopo anni di crescita continua dei conti delle bollette: sono stime dell’Autorità competente. Due giorni fa la Coldiretti ha parlato di storica inversione di tendenza nel commercio al dettaglio dei prodotti alimentari, con un aumento delle vendite del 2,9% a gennaio 2015. Mentre Fincantieri firmava un contratto storico con la Carnival per 5 navi da crociera. Come i 79 mila contratti a tempo indeterminato in più grazie agli incentivi. Sono tutti segnali ad accelerare sulle riforme".

Damiano: stiamo lavorando per correggere il sistema pensionistico . Il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, non ha partecipato alla manifestazione: "Come ho gia’ avuto modo di chiarire nei giorni scorsi, pur non avendo alcun pregiudizio, non condivido i contenuti della manifestazione di Roma e questo mi impedisce qualsiasi forma di adesione” ha detto Damiano. “Inoltre credo da sempre che non sia di alcuna utilita’ assemblare forze che non abbiano obiettivi comuni perche’ si correrebbe il rischio di rifluire in una logica di pura protesta e di sterile contrapposizione alle politiche del Governo. Le nostre critiche all’Esecutivo si sono sempre mosse partendo dai contenuti, con proposte alternative e con l’obiettivo di arrivare ad una sintesi condivisa: lo abbiamo fatto con il Jobs Act e siamo oggi impegnati sul fronte della correzione al sistema pensionistico”, ha concluse Damiano.

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Il Premier Matteo Renzi ha nominato ieri Yoram Gutgeld Commissario straordinario alla revisione della spesa pubblica. Prende il posto di Carlo Cottarelli.

Kamsin "Il governo non ha mai accantonato la spending review. Carlo Cottarelli, che è occupato di spending review prima di me, si è dimesso in autunno e poi abbiamo avuto l'elezione del capo dello Stato e le riforme istituzionali. Ora si riparte. Così il deputato del Pd e consigliere economico del premier Yoram Gutgeld, nominato ieri nuovo commissario alla revisione della spesa dal premier Matteo Renzi in un'intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica.

Il neocommissario snocciola i punti caldi anche se non dà nessuna indicazione su quanto intende recuperare dalla revisione della spesa pubblica: "questo dovremo vederlo anche in base al Documento di economia e finanza, che stiamo preparando. L'ottica degli interventi sulla spesa sarà almeno biennale. Sul 2015 abbiamo ridotto la spesa corrente ( al netto delle pensioni) in termini nominali, cioè in quantità di euro di uscite dello Stato. Non lo ha fatto. nessun Paese in area euro salvo quelli sottoposti ai programmi di salvataggio. Non lo ha fatto neanche la Germania dieci anni fa" sostiene Gutgeld.

I punti del Piano di revisione della Spesa Pubblica del Neo-Commissario

Iva. Tra le priorità "assolute" - ricorda Gutgeld - c'è l'eliminazione delle clausole di salvaguardia dell'Iva per il 2016 e 2017, in modo da mantenere la riduzione delle tasse e, se possibile, aumentarla.

Pensioni. Per quanto riguarda le pensioni, abbiamo valutato la questione e la decisione politica è stata di non riaprirla. Ciò non significa che non ci siano aree alle quale può essere utile guardare: per esempio ci sono differenze enormi fra regioni nel numero di pensioni d'invalidità. Poi c'è un tema strutturale: oggi l'assistenza sociale è frammentata fra Istituto nazionale di previdenza, Comuni, Aziende sanitarie locali. È tutto scoordinato. Finisce che alcuni godono di tre prestazioni, altri di nessuna. È un modello che svantaggia i poveri a favore di chi sa muoversi meglio nel sistema».

Amministrazioni Statali. Il piano, secondo Gutgled, riguarderà soprattutto le amministrazioni centrali dato che a quelle territoriali "abbiamo già chiesto molto. Ora dobbiamo dare più attenzione allo Stato centrale, rivedere la spesa dei ministeri e tutto il settore trasporti e infrastrutture, dove spendiamo con un'efficienza certo non ai massimi". Bisognerebbe razionalizzare la presenza territoriale dello Stato centrale fra questure, prefetture, provveditorati agli studi, corpi di polizia.. Poi ci sono gli incentivi alle imprese. Tutte aree in cui c'è del lavoro da fare».

Sotto la lente c'è poi il comparto della forze polizia. "In Italia abbiamo cinque corpi di polizia; è qualcosa che merita un progetto più strutturato. In prospettiva sul 2016, arrivare 310 miliardi sarebbe già molto importante. La spesa corrente, sempre al netto delle pensioni, è di 350 miliardi circa. Sono fiducioso che i margini si troveranno, ripartendo con una collaborazione più stretta con enti e ministeri e avendo il disegno di legge sulla pubblica amministrazione che ora consente di fare interventi strutturali».

Contratti Pubblici. «Non c'è un impegno, ma spero che i contratti si possano sbloccare. Non dimentichiamo che con la nuova legge ci sono due elementi nuovi. Prima chi aveva bisogno di personale poteva solo assumere, ma ora possiamo spostare il personale da altri uffici e lo stiamo già facendo dalle province ai tribunali. L'altra novità è l'uso delle tecnologie: oggi nelle strutture periferiche, le questure, le prefetture, i provveditorati, tutto è impostato sul modello napoleonico. Tutto è duplicato in ogni provincia, senza economie di scala».

Le amministrazioni - continua Gutgeld - dovranno presentare entro giugno un piano di riduzione degli spazi e l'Agenzia del demanio avrà il compito di intervenire se questi piani non sono sufficienti. Sto lavorando sulla base del concetto statunitense di Federal Building, il palazzo con un front office dove il cittadino trova tutti gli uffici dello Stato. Ci vorrà qualche anno, ma con le tecnologie digitali oggi è possibile.

Trasporto Pubblico e municipalizzate. «Abbiamo un trasporto pubblico locale con molte sovrapposizioni, un utilizzo inefficiente dei mezzi e molti più sussidi che per esempio in Germania. Quanto a Fs, abbiamo una rete ad alta velocità costata molto di più che in altri Paesi. È dovuto alla geografia, ma anche alla scelta fatta di creare anche una capacità di trasporto merci ad alta velocità che non dà vantaggi, perché poi non viene usata.. «Abbiamo chiesto agli enti locali azionisti di presentare in aprile piani di razionalizzazione per le municipalizzate. Il metodo è quello dei costi e fabbisogni standard,e della trasparenza in rete. Per esempio nella raccolta rifiuti negli ultimi due anni c'è stato un enorme aumento dei costi, che sono tasse occulte per i cittadini

Sanità. "Stessa cosa sulla sanità d'accordo con il ministro Beatrice Lorenzin, useremo costi e fabbisogni standard. Non diciamo agli enti locali di spegnere la luce alle 10 di sera, ma ciascuno deve funzionare al pari dei migliori. In concreto, puntiamo a ragionare non solo a livello aggregato delle varie regioni ma, lavorando con esse, su costi e fabbisogni standard della singola azienda ospedaliera".

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