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Notizie
Riforma Pensioni, possibile una modifica in Senato sui prepensionamenti
L'esecutivo potrebbe presentare in Senato un emendamento per consentire al personale delle Province in soprannumero di accedere alla pensione con le vecchie regole sino al 2018.
Kamsin Saranno esaminati dall'aula di Palazzo Madama gli ulteriori emendamenti che il Governo presenterà alla legge di stabilità. Il provvedimento è infatti arrivato al Senato dopo il prima via libera di Montecitorio di ieri. L'aula di Palazzo Madama dovrà sciogliere ancora diversi nodi ad iniziare da Irap, regime dei minimi dei professionisti, introduzione della local tax ed ulteriori provvedimenti sulle pensioni.
Proprio su questo fronte all'ordine del giorno c'è una modifica della tassa di rivalutazione del Trattamento di fine rapporto a fini previdenziali. L’aliquota dovrebbe scendere al 14% (nel ddl il Governo la ha alzata dall’11% al 17%). Discorso aperto anche per i fondi complementari. La tassazione è stata portata dall’ 11,5% al 20%, l’ipotesi alla quale si lavora è abbassare il prelievo al 17%.
C’è poi il discorso degli investimenti delle Casse di previdenza privata. Anche per loro il governo, con la manovra, ha innalzato la tassazione sugli investimenti dal 20% al 26%. Nel passaggio del testo al Senato si potrebbe tornare indietro, con la tassa sugli investimenti delle Casse che tornerebbe al 20%.
Tra le novità che dovrebbero sbarcare in Senato, secondo quanto si apprende da fonti vicine a Palazzo Chigi, c'è anche una norma che consentirebbe il prepensionamento dei dipendenti delle province in esubero. La Riforma Delrio ha infatti messo in soprannumero il 50% del personale nelle province normali e il 30% di quello impiegato nelle province che si stanno trasformando in Città Metropolitane.
Ebbene, per consentire lo svuotamento dei vecchi enti di area vasta (previsto dalla legge 56/2014), circa 28mila persone secondo i calcoli parlamentari, il Governo dovrebbe presentare una proposta per consentire sino al 31 Dicembre 2018 il prepensionamento del personale in soprannumero; con la proposta, quindi, i lavoratori in parola potranno uscire, in via eccezionale, con le regole vigenti prima dell'introduzione della legge Fornero del 2011. Saranno gli enti a comunicare, entro 90 giorni, i beneficiari della misura con i termini e le modalità della risoluzione unilaterale del rapporto.
Gli altri lavoratori in soprannumero saranno presi in carico dagli altri enti, Regioni e Comuni in primis ma anche uffici giudiziari ed altre amministrazioni dello Stato tra cui agenzie, università ed enti pubblici non economici. A tal fine l'emendamento governativo fissa al 31 Marzo del prossimo anno la data entro cui deve essere individuato il personale non prepensionabile da mantenere quello, invece, da inserire in appositi piani di mobilità.
Zedde
Pensioni Quota 96, la Camera chiede una soluzione il prima possibile
La Camera approva un Odg con cui impegna il Governo a risolvere con il provvedimento legislativo disponibile la vicenda dei lavoratori che si riconoscono nel movimento Quota 96 della scuola.
Kamsin Il Governo dovrà trasmettere al Parlamento una relazione contenente la verifica del numero complessivo effettivo dei quota 96 della scuola e "adottare, con il primo provvedimento di natura legislativa possibile, una norma per il personale della scuola che abbia maturato i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012, ai sensi dell'articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni". E' quanto prevede l'ordine del Giorno 9/2679-bis-A/28 (a firma dei Deputati Pannarale, Airaudo, Placido) approvato dalla Camera nel corso della votazione della legge di Stabilità avvenuta oggi.
L'odg, promosso dai deputati di Sel, ricorda peraltro che, secondo fonti sindacali recenti, il numero dei potenziali aventi diritto alla deroga si sarebbe ridotto a 3mila unità, contro le 4mila stimate dall'Inps nell'Ottobre 2013. Per tale ragione i firmatari chiedono al Governo l'esatta stima degli aventi diritto.
La vicenda dei quota 96 della scuola è nota da tempo e riguarda la possibilità di concedere ai lavoratori del comparto che hanno maturato un diritto a pensione tra il 1° gennaio 2012 e il termine dell'anno scolastico 2011/2012 la possibilità di accedere alla pensione in deroga alla normativa vigente. La Riforma del 2011, infatti, non ha differenziato la normativa previdenziale relativa al comparto della scuola rispetto alla generalità dei lavoratori, come peraltro effettuato da precedenti provvedimenti analoghi, non tenendo in alcun conto il fatto che i lavoratori della scuola possono andare in pensione un solo giorno all'anno, il 1° settembre, indipendentemente dalla data di maturazione dei requisiti, per le giuste esigenze di funzionalità e di continuità didattica.
Nella giornata il Governo ha accolto anche altri diversi odg in materia pensionistica sui quali non si svolte le votazioni dell'aula. A partire dalla proroga dell'opzione donna oltre gli attuali vincoli di scadenza (odg Nicchi e Marroco), l'armonizzazione dei requisiti di accesso per i ferrovieri (odg Placido e Cominardi), la revisione degli oneri di ricongiunzione (odg Gigli), sino alla richiesta di definire in maniera esauriente e conclusiva la problematica dei cosiddetti lavoratori esodati, ivi inclusi anche i soggetti in mobilità, i cassintegrati ed i contributori volontari, entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge di stabilità (odg Marcolin).
L'accoglimento degli odg, ovviamente, non è risolutivo delle tante questioni sollevate ma testimonia come il Parlamento sia particolarmente sensibile su questi temi.
Zedde
Riforma Pensioni, arriva il primo via libera allo stop delle penalizzazioni
La Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura il testo del disegno di legge di stabilità 2015. Via libera allo stop delle penalizzazioni per i lavoratori precoci. Il testo ora passa al Senato.
Kamsin L'Aula di Montecitorio ha approvato la Legge di Stabilita' del governo. I voti favorevoli sono 324, i contrari 108. La legge di Stabilita' passa ora all'esame del Senato.
Come anticipato da pensionioggi.it passano le norme che prevedono lo stop alla penalizzazione per i soggetti che maturano il requisito di anzianità contributiva per l'accesso alla pensione anticipata entro il 31 dicembre 2017. Qui i dettagli della misura. Inoltre viene stabilito che i trattamenti pensionistici, inclusi quelli in essere, non possono eccedere l'importo che sarebbe stato liquidato secondo le regole di calcolo vigenti prima dell'entrata in vigore della riforma pensionistica. Altra novità: chi riceve due assegni pensionistici dall'Inps, uno il 1˚ del mese e l'altro il 16, riceverà i pagamenti in un'unica soluzione il giorno 10. La norma interessa solo 800mila anziani che sono titolari di due o più pensioni. Altre norme riguardano i benefici previdenziali per i lavoratori esposti all'amianto. Non ci sono novità, invece, per i quota 96 della scuola, gli esodati e i ferrovieri.
Si ricorda, tuttavia, che la partita sul fronte previdenziale è tutt'altro che chiusa: il Governo ha infatti anticipato che inserirà ulteriori modifiche a Palazzo Madama. In prima linea c'è la possibilità di una modifica della tassa di rivalutazione del Trattamento di fine rapporto a fini previdenziali. L’aliquota dovrebbe scendere al 14% (nel ddl il Governo la ha alzata dall’11% al 17%). Discorso aperto anche per i fondi complementari. La tassazione è stata portata dall’ 11,5% al 20%, l’ipotesi alla quale si lavora è abbassare il prelievo al 17%.
C’è poi il discorso degli investimenti delle Casse di previdenza privata. Anche per loro il governo, con lamanovra, ha innalzato la tassazione sugli investimenti dal 20% al 26%. Nel passaggio del testo al Senato le lancette potrebbero essere riportate indietro, con la tassa sugli investimenti delle Casse che tornerebbe al 20%.
Zedde
Riforma Pensioni, ecco come cambia la penalizzazione
Un emendamento al ddl di stabilità presentato dagli Onorevoli Gnecchi e Damiano consentirà ai lavoratori precoci di accedere alla pensione anticipata senza alcuna decurtazione sino al 2017.
Kamsin "Le disposizioni di cui all'articolo 24, comma 10, terzo e quarto periodo, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici, non trovano applicazione, limitatamente ai soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017". E' quanto prevede l'emendamento al ddl di stabilità che ha ricevuto il primo via libera dalla Commissione Bilancio di Montecitorio lo scorso Giovedì e che, salvo improbabili ripensamenti dell'ultima ora, sarà tradotto in legge entro fine anno.
La misura, precisa l'emendamento, avrà effetto sui trattamenti pensionistici decorrenti dal 1° gennaio 2015. Vediamo dunque di tradurre in parole chiare cosa cambierà, se tutto filerà liscio in Parlamento, dal prossimo anno.
Innanzitutto bisogna delimitare il campo di applicazione della misura. Essa riguarda i lavoratori che escono con la pensione anticipata, cioè con 42 anni e mezzo di contributi (un anno in meno per le lavoratrici) indipendentemente dall'età anagrafica, sia che si tratti di dipendenti sia di autonomi. La pensione anticipata è, del resto, per sua natura svincolata dall'età anagrafica (si può accedere anche a 58 anni di età purchè si siano raggiunti per l'appunto i 42 anni e mezzo di contributi) ma per disincentivare l'ingresso alla pensione la legge Fornero del 2011 ha previsto un meccanismo secondo il quale in assenza di almeno 62 anni di età l'assegno viene decurtato.
Di quanto? Il taglio è pari all'1% per ogni anno di anticipo sino a 60 anni e del 2% per ogni anno ulteriore rispetto all'età dei 60 anni. A conti fatti pertanto un lavoratore che ha 60 anni e decide di lasciare incorre in un taglio del 2%, taglio che sale al 4% se ha 59 anni e così via. Scopo della norma è, infatti, quello di incentivare il lavoratore a restare sul posto di lavoro sino, almeno, a 62 anni e limitare l'esborso dello stato.
Queste sono le regole base. Non condivisibili per molti ma, almeno, chiare. Il legislatore tuttavia le ha subito modificate, complicandole notevolmente (con l'articolo 6, comma 2-quater del Dl 216/2011 convertito con legge 14/2012), prevedendo che il sistema di penalizzazioni sopra esposto non trova applicazione, sino al 31 dicembre 2017, qualora l'anzianità contributiva sia composta da sola prestazione effettiva da lavoro (piu' alcuni, ma limitatissimi e tassativi, periodi di contribuzione figurativa).
Tradotto in parole povere significa che sono graziati dalla penalizzazione solo gli "stacanovisti", quei soggetti che hanno lavorato ininterrottamente per 42 anni e mezzo (41 anni e mezzo le donne) senza mai aver perso o lasciato il posto di lavoro se non per malattia, maternità obbligatoria, servizio militare e congedi o permessi per l'assistenza di disabili. Periodi diversi da quelli predetti, se fruiti, vanno recuperati e sostituiti con periodi lavorativi. Ma questa "grazia" comunque termina il 31 Dicembre 2017.
Cosa cambia dunque con il ddl di stabilità? Che viene esteso questo beneficio a tutti i lavoratori. Dunque anche coloro che hanno periodi di contribuzione diversa da quella effettiva da lavoro potranno, dal 1° gennaio 2015, evitare la penalizzazione. Piu' semplicemente chiunque raggiungerà i 42 anni e mezzo di contributi (41 anni e mezzo per le lavoratrici) non avrà applicata la decurtazione. Ma resta, almeno per ora, il termine del 31 Dicembre 2017 con la speranza che, uscito il paese dalla crisi, un nuovo intervento elimini o sposti in avanti questo limite temporale.
La tabella sottostante mostra i cambiamenti se la modifica passerà definitivamente in Parlamento.
Restano da comprendere gli effetti di questa misura sugli assegni già decurtati prima dell'introduzione della novella. L'emendamento precisa infatti che la novità ha effetto dagli assegni con decorrenza dal 1° gennaio 2015. Quanto perso dai lavoratori con assegni già decurtati non potrà essere, dunque, recuperato ma, probabilmente, l'introduzione della misura consentirà anche agli assegni decurtati di essere ricalcolati e depenalizzati a decorrere dal 1° gennaio 2015. Sul punto si dovranno attendere le istruzioni attuative dell'Inps.
Zedde
Jobs Act, ecco il testo del ddl delega di Riforma del Mercato del Lavoro
Disponibile su pensionioggi.it il testo ufficiale del disegno di legge delega sul Jobs Act che riforma il mercato del lavoro e gli ammortizzatori sociali.
Kamsin Pubblichiamo di seguito il testo del disegno di legge delega in materia di Riforma del Mercato del Lavoro (il cd. Jobs Act) approvato lo scorso 25 Novembre 2014 dalla Camera dei Deputati. Il testo sarà approvato in via definitiva la prossima settimana dal Senato della Repubblica senza modifiche.
Il provvedimento attribuisce al Governo la facoltà di esercitare cinque deleghe in materia di diritto del lavoro, riforma degli ammortizzatori sociale e promozione delle conciliazione vita-lavoro.
Tra le principali novità il testo fornisce una cornice all'esecutivo che consentirà di abolire il reintegro nei casi di licenziamento per motivi economici od organizzativi e limiti certi per i casi disciplinari, con conferma della tutela reale solo per casi nulli e discriminatori. Si riapre poi il cantiere degli ammortizzari sociali per estendere le protezioni in caso di perdita del posto di lavoro ai contratti a progetto, fino al loro esaurimento, e si sostengono le politiche attive con la costituzione di un'agenzia nazionale per l'occupazione.
Il testo del disegno di legge sul Jobs Act
Zedde
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Contratto Statali, la Consulta si pronuncerà sulla legittimità del blocco
Il blocco degli stipendi dei dipendenti della Pubblica Amministrazione finirà sul tavolo della Corte Costituzionale. I sindacati chiedono di verificare se la procedura sia costituzionale.
Kamsin Il blocco dei contratti del pubblico impiego dovrà essere vagliato dalla Consulta. Ieri CGIL, CISL e UIL hanno, infatti, depositato al Tribunale di Roma il ricorso sul blocco dei contratti nel pubblico impiego, affinché l'organismo capitolino sollevi la questione di legittimità di fronte alla Consulta. ”La Consulta in passato si è già pronunciata dichiarando l'ammissibilità di misure simili solo in chiave emergenziale e in modo circoscritto nel tempo. E comunque garantendo criteri di proporzionalità e ragionevolezza”, spiega la CISL in una nota.
L'annuncio arriva proprio in occasione della discussione in Aula alla Camera della legge di stabilità, provvedimento con il quale il governo intende confermare il blocco economico della contrattazione nel pubblico impiego per contenere le spese nel settore.
In settimana, peraltro, è arrivata anche una importante sentenza della Corte di Giustizia Europea sui cd. precari della scuola. La Curia ha sanzionato l'Italia, dichiarando la normativa nazionale in violazione della Direttiva europea sul ricorso ai contratti a tempo determinato nella scuola, di fatto obbligando il governo ad assumere iniziative coerenti e conseguenti non solo per quanto i precari della scuola ma anche per quelli della Pubblica amministrazione.
Le motivazioni addotte dalla Corte dovrebbero infatti esplicare i loro effetti non solo con riguardo al comparto scuola, dove la precarizzazione è particolarmente elevata (si contano oltre 200mila contratti senza tutele), ma anche su tutti gli 80 mila tempi determinati delle Pubbliche Amministrazioni, che siano centrali, locali, della sanità, dell'Università e della ricerca.
Si tratta in questo caso di contratti prorogati da anni, anche da quattordici e quindici anni, che svolgono funzioni fondamentali delle amministrazioni in presenza di blocco totale o parziale del turn over. Una stabilizzazione, probabilmente, dovrà essere individuata anche per quelle 40mila collaborazioni continuative a progetto nelle Pa che il Jobs Act intende superare.
Zedde
Pensioni, ok dell'Inps alla sperimentazione della busta arancione
L'Inps avvia la sperimentazione della busta arancione. Al termine il sistema dovrebbe essere reso accessibile a tutti gli utenti, probabilmente dall'anno prossimo.
Kamsin Parte la sperimentazione della cd. busta arancione. L'Inps ha elaborato un sistema di calcolo che consentirà ai lavoratori di ottenere una proiezione della loro pensione futura, che non sarà inviata per posta, ma potrà essere ottenuta direttamente online.
Al tal fine, l'istituto sta inviando a 10 mila utenti-campioni una lettera per testare in anteprima il sistema con l'invito, al termine della simulazione, alla compilazione di un questionario per fornire una votazione che "permetterà di migliorare la versione che verrà presentata entro qualche settimana a tutti i contribuenti".
Le persone scelte per il test sono state estratte tra coloro che risultano avere contributi nel fondo pensione lavoratori dipendenti e nelle gestioni speciali dei lavoratori autonomi. Restano pertanto esclusi, al momento, gli iscritti ai fondi speciali sostitutivi ed integrativi come fondo volo, elettrici e telefonici, e gli iscritti ai fondi confluiti da altri enti come Inpdap e Enpals. Si tratta, inoltre, di individui con contributi versati interamente all'istituto di previdenza (non spezzettati quindi anche in altri enti), con una situazione definita e vicini alla pensione.
La Simulazione - L'elaborazione, indica l'Inps, non avrà alcun valore certificativo e sarà basata sui dati in possesso dell'istituto riguardanti la carriera "di lavoro fino ad oggi condotta e sui relativi contributi versati". Partendo dall'estratto conto previdenziale, visibile a tutti sul sito dell'Inps, la nuova applicazione elabora una proiezione dei contributi che ancora mancano alla pensione e calcolando l'importo dell'assegno.
Per gli anni a venire il sistema utilizza come scenario di riferimento quello “standard” adottato dalla Ragioneria generale dello Stato per effettuare ogni anno le previsioni a medio-lungo termine, ma dà la possibilità di intervenire su alcuni parametri, quali, per esempio, l'andamento della retribuzione.
La simulazione tiene inoltre in considerazione diversi elementi che andranno ad incidere sull'importo della prestazione quali ad esempio l'età in cui la persone deciderà di interrompere la propria carriera lavorativa nonchè la continuità dei versamenti effettuati.
Se tutto andrà per il verso giusto, la “busta arancione” potrebbe debuttare ufficialmente l'anno prossimo, previo via libera del ministro del Lavoro a cui spetta l'ultima parola.
Zedde
Riforma Pensioni, pronto il primo via libera della Camera
La Camera vota sulle modifiche alla legge Fornero. La principale novità è lo stop alle penalizzazioni sino al 2017 per tutti i lavoratori. Possibili ulteriori novità in Senato.
Kamsin Le modifiche alla Riforma Fornero del 2011 sono piu' vicine. Il Governo ha posto ieri, infatti, la questione di fiducia sul testo uscito dalla Commissione Bilancio di Montecitorio. Oggi infatti l'Aula si esprimerà sulla concessione del voto di fiducia al provvedimento che sarà votato domani, o al piu' tardi, lunedì.
All'inizio della prossima settimana il ddl passerà all'esame del Senato dove l'esecutivo intende apportare diverse modifiche soprattutto in materia di previdenza complementare, local tax, un intervento sull'Irap e sui minimi dei professionisti. Altre novità in materia previdenziale potrebbero essere proposte dai partiti politici in Commissione Lavoro al Senato.
Ma in ogni caso con il voto delle prossime ore si porta a casa un primo pacchetto di modifiche alla legge Fornero del 2011. In primo luogo arriva lo stop al cumulo dei vantaggi tra il sistema retributivo e contributivo degli alti funzionari di stato. La proposta, come già anticipato, mira ad impedire la possibilità di maturare una pensione superiore all'80% dell'ultima busta paga, limite previsto originariamente dalla Riforma Dini (legge 335/1995), per coloro che erano nel sistema retributivo ed hanno scelto di proseguire l'attività lavorativa sino a 70 anni ed oltre. Si tratta di magistrati, avvocati dello stato, professori universitari e alti funzionari dello stato. I risparmi saranno accantonati per intervenire su altre emergenze del sistema previdenziale (in primis esodati e pensioni minime).
Lavoratori Precoci - L'altra modifica segna la parola fine, sino al 31 Dicembre 2017, alla penalizzazione per i lavoratori che maturano un diritto a pensione anticipata (cioè 42 anni e 6 mesi di contributi, 41 anni e 6 mesi per le donne) anche se non hanno raggiunto i 62 anni. Viene, in altri termini, sospeso il taglio dell'assegno dell'1-2% che attualmente interessa i lavoratori che accedono alla pensione prima dei 62 anni.
Benefici previdenziali amianto - Tra le modifiche approvate c'è anche una novità per i lavoratori esposti all'amianto. Viene infatti consentito agli operai esposti all’amianto per un periodo superiore ai dieci anni e che ne abbiano avuto il riconoscimento in via giudiziale di poter ottenere il riconoscimento della maggiorazione del riconoscimento ai fini pensionistici così come previsto prima della riforma del 2003. Un atto questo che permette a chi ne ha i requisiti di potersi agganciare alla pensione prima.
Non passano invece gli emendamenti in favore dei quota 96 della scuola, dei ferrovieri, degli esodati, nè c'è la misura per una proroga dell'opzione donna. Alcuni gruppi politici indicano di voler ripresentare gli emendamenti in Senato ma le possibilità di un loro accoglimento da parte dell'esecutivo appaiono, almeno per ora, scarse.
Zedde
Esodati, la Rete: possibile una soluzione definitiva della vicenda
La rete dei Comitati degli esodati ha chiesto la creazione di uno strumento che consenta l'uscita di tutti coloro che hanno maturato un diritto a pensione entro il 2018. Nella legge di stabilità previsto l'accantonamento dei risparmi previdenziali dal tetto sulle pensioni d'oro.
Kamsin Una delegazione della Rete dei Comitati degli esodati ha ottenuto lo scorso Giovedì 27 Novembre un incontro informale con la Sottocommissione di Palazzo Madama che ha curato la vicenda degli esodati presieduta dall'On.Parente. Nel corso dell'incontro la delegazione ha avuto modo di evidenziare i termini del dramma "esodati" certificando le decine di migliaia" di lavoratori ancora fuori dalle salvaguardie e ribadito che tutti coloro che hanno perso il lavoro o hanno firmato accordi che lo prevedessero al 31.12.11 e maturano il diritto alla pensione entro il 2018 devono essere salvaguardati.
Durante l'incontro, guidato da Giuliano Colaci, la Presidente Parente ha evidenziato che la Sottocommissione vuole approfondire il fenomeno e di mettere a punto uno strumento per individuare i "casi individuali" che sono rimasti fuori dando per scontato che le salvaguardie avessero già compreso tutte le categorie finora individuate. Un'altra delegazione ha incontrato il Direttore Generale del Ministero del Lavoro D.ssa Ferrari la quale ha assicurato che il Ministero sta lavorando ad una ipotesi di soluzione definitiva del dramma anche con provvedimenti annuali ed assicurato che per gli "esodati" si sta lavorando a soluzioni previdenziali e non assistenziali. Sulla vicenda al ministero fanno sapere di aver avviato un approfondimento relativo alle problematiche sollevate dalla delegazione con particolare riguardo alle decorrenze, ai lavoratori quindicenni e ai contributori autorizzati ai volontari prima del 20 luglio 2007.
Come già anticipato da pensionioggi.it, peraltro, nella legge di stabilità il Governo ha approvato un emendamento che consente di mantenere nel sistema previdenziale i risparmi che si otterranno dalla norma che pone un tetto alle "pensioni d'oro". Tali risparmi, stimati dall'Inps in oltre 400milioni di euro entro il 2024 (ma il governo è molto cauto sull'entità del gettito derivante dalla norma), potrebbero essere destinate a finanziare nuovi interventi in materia.
Zedde
Maternità e Congedi Parentali, ecco cosa cambia
Per conciliare la vita e il lavoro sono in arrivo incentivi al telelavoro, orari piu' flessibili ed estensione dell'indennità di maternità a tutte le lavoratrici.
Kamsin Piu' flessibilità nella fruizione dei congedi parentali e maggiore tutela per le lavoratrici madri. Sono queste alcune delle novità contenute nella delega del Jobs Act che è stata approvata in via definitiva questa settimana da Palazzo Madama. Le norme attuative saranno declinate in un decreto delegato che il Governo dovrà adottare entro 6 mesi ma già oggi è possibile fissare alcuni punti chiave della Riforma.
Un primo nucleo di norme è volto prima di tutto a tutelare le lavoratrici madri con la previsione che l'indennità di maternità sarà estesa, anche gradualmente, a tutte le categorie di lavoratrici.
Oggi, com'è noto, le prestazioni per maternità sono ad appannaggio per lo piu' alle lavoratrici dipendenti con contratti standard mentre non godono di alcuna assistenza le parasubordinate e le autonome. Gradualmente, dunque, questa dicotomia dovrà essere cancellata; l'idea, che dovrà essere declinata con i provvedimenti attuativi del Governo, è quella di omogeneizzare le tutele per le lavoratrici madri. Le parasubordinate, inoltre, avranno diritto all’assistenza anche «in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro».
Non solo. La delega affida al Governo l'introduzione del tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori o disabili non autosufficienti e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito individuale complessivo, e armonizzazione del regime delle detrazioni per il coniuge a carico. Ancora per le lavoratrici si prevede l'introduzione di congedi dedicati alle donne inserite nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere debitamente certificati dai servizi sociali del comune di residenza.
Altre novità riguardano in generale tutti i lavoratori e sono volte a meglio conciliare le esigenze di vita e lavoro in presenza di minori e/o soggetti con disabilità in famiglia. In tal senso la delega contempla tre azioni di intervento:
Flessibilità dell'orario di Lavoro - Si prevede l'incentivazione di accordi collettivi volti a favorire la flessibilità dell'orario lavorativo e dell'impiego di premi di produttività, al fine di favorire la conciliazione tra l'esercizio delle responsabilità genitoriali e dell'assistenza alle persone non autosufficienti e l'attività lavorativa, anche attraverso il ricorso al telelavoro.
Scambio delle ferie - Viene inoltre, riconosciuta, compatibilmente con il diritto ai riposi settimanali ed alle ferie annuali retribuite, della possibilità di cessione fra lavoratori dipendenti dello stesso datore di lavoro di tutti o parte dei giorni di riposo aggiuntivi spettanti in base al contratto collettivo nazionale in favore del lavoratore genitore di figlio minore che necessita di presenza fisica e cure costanti per le particolari condizioni di salute.
Congedi Parentali - Si avvia una ricognizione delle disposizioni in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, ai fini di poterne valutare la revisione per garantire una maggiore flessibilità dei relativi congedi obbligatori e parentali, favorendo le opportunità di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche tenuto conto della funzionalità organizzativa all'interno delle imprese.
La maggiore flessibilità nella fruizione dei congedi sarà inoltre riconosciuta all'interno dei rapporti di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, con riferimento al riconoscimento della possibilità di fruizione dei congedi parentali in modo frazionato e alle misure organizzative finalizzate al rafforzamento degli strumenti di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
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Zedde