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Pensioni, Padoan: l'innalzamento dell'età pensionabile fa bene ai Conti Pubblici
"Il debito italiano è più sostenibile rispetto a quello della maggior parte dei paesi dell'Ue grazie all'introduzione di profonde riforme pensionistiche negli ultimi anni e grazie allo stretto controllo sulla spesa sanitaria e assistenziale".
Kamsin Il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, difende l'impianto della Riforma Fornero come strumento indispensabile per tenere sotto controllo la spesa pubblica. E' quanto si legge in una lettera inviata dal titolare del Dicastero di Via XX Settembre ai due Commissari europei Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici in cui sottolinea i progressi fatti dall'Italia nel contenimento della spesa pubblica nella riduzione del debito.
Il ministro evidenzia inoltre che "le prospettive per il 2015 suggeriscono una ripresa molto timida e fragile", e che "il Jobs Act consentirà una risposta più rapida alle necessità di aggiustamento della produzione ai cambiamenti strutturali e ciclici, con effettivi positivi per gli investimenti e per la partecipazione al mercato del lavoro".
"Attraverso l'aumento dell'occupazione -sottolinea ancora Padoan- aumenterà la sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico che è già uno dei più solidi grazie alle riforme del passato". Il Jobs Act, rileva il ministro, "è riconosciuto dagli organismi internazionali come un passo positivo che l'Italia sta compiendo per stimolare la crescita".
Padoan evidenzia che "il processo di risanamento dei conti pubblici ha già fornito risultati impressionanti. Nel periodo 2012-14, nonostante un pil in calo, il disavanzo strutturale è stato ridotto cumulativamente di 3 punti percentuali. L'avanzo primario si aggira intorno al 2% del pil, ed è uno dei valori più alti della zona euro e dell'intera Ue".
Il ministro afferma anche che "il debito italiano è più sostenibile rispetto a quello della maggior parte dei paesi dell'Ue", sottolineando che in particolare i problemi legati all'invecchiamento della popolazione "sono stati affrontati grazie all'introduzione di profonde riforme pensionistiche negli ultimi anni e grazie allo stretto controllo sulla spesa sanitaria e assistenziale".
Zedde
Esodati, quasi 100mila le pensioni in salvaguardia certificate dall'Inps
L'Inps ha aggiornato il report delle procedure di monitoraggio dei lavoratori cd. salvaguardati in base ai sei provvedimenti. Sono quasi 100mila le pensioni certificate su un totale di oltre 170 mila posizioni disponibili.
Kamsin Sono 2.814 le pensioni certificate nell'ambito della quinta salvaguardia ed oltre 5800 quelle relative alla quarta salvaguardia. Sono questi, in sintesi, i dati diffusi dall'Inps nel report aggiornato al 27 Ottobre 2014 sulle operazioni di salvaguardia che l'istituto di previdenza sta effettuando.
Dal report emerge che con riferimento alla prima salvaguardia sono state certificate 64.374 posizioni (a fronte di una capienza di 65mila posti) e che sono state liquidate 41.060 prestazioni.
Numeri ancora relativamente bassi permangono riguardano la seconda salvaguardia: le pensioni certificate sono state solo 16.920 e sono state liquidate 7.514 posizioni su una capienza complessiva di ben 35mila posti (effetto della riduzione disposta con la recente legge 147/2014 che ha tagliato di 20mila posti il contingente originariamente previsto per questa salvaguardia). Si tratta, com'è noto, di lavoratori coinvolti in accordi per la gestione di eccedenze occupazionali con l'utilizzo di ammortizzatori sociali sulla base di accordi stipulati in sede governativa entro il 2011.
Crescono anche le pensioni certificate nell'ambito della terza salvaguardia che conta un numero complessivo di 16.130 soggetti salvaguardabili. L'Inps ha certificato 7.344 pensioni e ne ha liquidate 5.102. Si è in pratica poco sotto la metà, ma in questo caso si deve tener conto che con la legge di Stabilità 2014, il plafond è stato aumentato di 6mila unità a favore dei prosecutori volontari.
Alcune difficoltà emergono invece della quarta salvaguardia, su 5mila posizioni disponibili (effetto anch'essa di una riduzione di 4mila unità disposta con la legge 147/2014), l'Inps ha certificato 5.815 pensioni, un numero superiore al plafond disponibile per legge. Nell'ambito, infatti, dei lavoratori che hanno fruito dei permessi della legge 104/92 per assistere disabili l'Inps ha certificato oltre 4.800 aventi diritto a fronte di soli 2.500 posti disponibili.
Nella quinta salvaguardia, invece, sono state certificate 2.814 prestazioni e liquidate 1.499 pensioni a fronte di 23mila posti disponibili
Zedde
Riforma Pensioni, ancora un "no" alla proroga dell'opzione donna
E' stato respinto nella seduta di ieri l'emendamento di Sel che chiedeva l'estensione del regime sperimentale donna per tutto il 2015.
Kamsin Non è passato ieri in Commissione Bilancio alla Camera dei deputati l'emendamento proposto da Marisa Nicchi, Sel (11.08) che mirava ad ottenere l'estensione dell'opzione donna per tutto il 2015.
La proposta emendativa si riferiva al regime sperimentale donna in base al quale le lavoratrici possono andare in pensione con 57 anni di età, 58 per le lavoratrici autonome, e 35 anni di contributi. L'opzione, com'è noto, può essere esercitata per legge sino al 31 dicembre 2015, ma la circolare dell'INPS n. 35 del 2012 impedisce di fatto tale esercizio, includendo i periodi di incremento previsti dalle finestre e dall'aumento dell'aspettativa di vita; l'emendamento si proponeva, pertanto, di consentire alle donne di esercitare l'opzione fino alla fine del periodo previsto dalla legge.
Nel corso dell'esame anche la deputata Marialuisa Gnecchi (Pd) ha chiesto al Governo di intervenire sulla Circolare 35 dell'Inps che di fatto riduce il periodo durante il quale è possibile l'esercizio dell'opzione, evidenziando che, in caso contrario le donne interessate non possono andare in pensione prima dei 66 anni di età. Ma l'emendamento, messo ai voti, è stato respinto stante la contrarietà del Viceministro dell'Economia Enrico Morando.
Sono state per ora accantonate, invece, le altre proposte emendative in materia di quota 96 della scuola, sterilizzazione della penalizzazione per i lavoratori precoci; accantonato anche l'emendamento 12.06 a firma Giorgio Airaudo (Sel) che chiedeva l'anticipo del pensionamento dei ferrovieri. L'accantonamento significa che gli emendamenti non sono stati votati, cioè non approvati nè respinti, in quanto si sono resi necessari ulteriori approfondimenti ed eventuali riformulazioni.
L'esame della Commissione Bilancio sulle proposte emendative dovrebbe concludersi entro mercoledì, per consentire l'approdo in Aula del provvedimento dal 27 Novembre.
Saranno probabilmente approvate in Senato le modifiche in materia di previdenza complementare e sui tagli ai patronati. Su questi temi l'apertura del Governo è piu' netta e si attende quindi la presentazione di un emendamento governativo.
Zedde
Pensioni, sulla misura del pignoramento decide il giudice
Al pensionato va comunque lasciato un importo minimo la cui individuazione è affidata al giudice dell'esecuzione. La parte eccedente l'importo minimo può essere trattenuta nei limiti di un quinto.
Kamsin La parte di pensione necessaria ad assicurare al pensionato mezzi adeguati alle sue esigenze di vita è impignorabile. È quanto ha confermato la Corte di Cassazione con la Sentenza 24536/2014 depositata lo scorso 18 novembre. La Corte, riprendendo l'orientamento del 2012 della Consulta, ha ritenuto pignorabile la pensione nei limiti di un quinto della parte eccedente a garantire un minimo di sussistenza dignitoso al pensionato.
Il limite alla pignorabilità, osserva la Cassazione, è individuato dall'articolo 38 della Carta fondamentale che prevede che ai lavoratori siano assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Con la pronuncia viene pertanto ribadito "che le pensioni dell’assicurazione generale obbligatoria possono essere pignorate nella misura di un quinto per ogni credito, fatto salvo il limite necessario per assicurare le esigenze minime di vita del pensionato che dovrà essere stabilito dal legislatore". Tuttavia, "stante la persistente inerzia del legislatore nella concreta individuazione della parte di pensione idonea ad assicurare i mezzi adeguati esigenze di vita del pensionato, tale indagine deve essere affidata, inevitabilmente, al giudice dell'esecuzione" osserva la Corte.
La decisione pare, dunque, sconfessare quell'orientamento emerso in alcuni Tribunali che ancorava il reddito pensionistico minimo non pignorabile nella misura di 500 euro al mese (desunto dalla Finanziaria del 2002), limite che esprimerebbe una specie di presunzione legale circa l'individuazione del reddito minimo indispensabile per sostenere le ordinarie incombenze quotidiane.
Stante il silenzio del legislatore, osservano gli ermellini, la parte di reddito minimo non pignorabile non è individuabile in quanto non è stabilito da alcuna norma di legge e, pertanto, la decisione al riguardo sarà di esclusiva competenza del giudice dell'esecuzione.
Zedde
Retribuzioni, crescono quelle dei lavoratori privati ad ottobre
Crescono le retribuzioni contrattuali: a ottobre segnano un rialzo dello 0,1% rispetto a settembre e dell'1% rispetto a ottobre 2013. E' quanto indica l'Istat. Nei primi 10 mesi, la retribuzione oraria media e' cresciuta dell'1,2% rispetto al corrispondente periodo del 2013. Kamsin Con riferimento ai principali macrosettori, a ottobre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell'1,3% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che a ottobre presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: telecomunicazioni (3,5%), estrazione minerali (3,2%), gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi (3,0%). Si registrano variazioni nulle nel settore del commercio e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.
Zedde
Altro...
Riforma Pensioni, prosegue l'esame degli emendamenti alla Camera
Attesa per la decisione del Viceministro dell'Economia Enrico Morando sui quota 96 della scuola e gli altri temi previdenziali. Intanto cambia il Bonus Bebè: sarà ancorato all'Isee.
Kamsin E' ripreso stamani l'esame in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati l'esame degli emendamenti in materia previdenziale segnalati dalle forze politiche al Governo. L'esame dovrebbe concludersi entro lunedì o martedì, per consentire l'approdo in Aula del provvedimento dal 27 Novembre.
All'esame della Commissione c'è il tema della proroga dell'opzione donna (emendamento proposto da Sel); la vicenda dei quota 96 della scuola (ieri è stato respinto un emendamento della Lega Nord ma il Governo si è detto disponibile a valutare le altre proposte emendative in materia); i lavoratori precoci (sui quali la proposta di modifica 11.16 a firma Damiano e Gnecchi chiede lo stop alla penalizzazione per tutti i lavoratori sino al 2017); l'estensione dei benefici per i ferrovieri ed un ulteriore provvedimento in materia di esodati (con la richiesta di salvaguardare anche coloro che beneficiano del trattamento edile). Sugli emendamenti tuttavia c'è sempre il rischio del parere contrario del Governo.
Saranno probabilmente approvate in Senato le modifiche in materia di previdenza complementare e sui tagli ai patronati. Su questi temi l'apertura del Governo è piu' netta e si attende quindi la presentazione di un emendamento governativo.
Ieri, invece, è passato l'emendamento sul bonus bebè. Il nuovo bonus sarà legato all'indicatore Isee: 80 euro al mese per le famiglie con un indicatore fino a 25.000 euro all'anno, che arriva a 160 euro se l'indicatore si ferma sotto 7.000 euro. Il tetto dei 90 mila euro di reddito annuo della famiglia che il prossimo anno avrà un figlio, fissato dalla norma contenuta dalla legge di stabilità per poter percepire il bonus, viene quindi sostituito con l'Isee. La proposta di modifica presentata dal relatore stabilisce che gli 80 euro potranno essere assegnati «a condizione che il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente l'assegno sia in una condizione economica equivalente non superiore a 25.000 euro annui». Qualora il nucleo familiare sia in una condizione corrispondente a un valore Isee non superiore a 7.000 euro annui l'importo dell'assegno è raddoppiato».
Zedde
Canone Rai, Ok del Governo al prelievo in bolletta
Lo ha confermato il Viceministro all'Economia, Enrico Mauro. L’obiettivo? ridurre l'evasione e dimezzare il canone a 60-70 euro. Il Piano in un emendamento al ddl di stabilità.
Kamsin Il governo sta studiando l'introduzione del Canone Rai in bolletta. E' quanto, ieri, ha indicato il Viceministro all'Economia Enrico Morando che ha confermato l’idea di far pagare il canone in base al reddito, ma insieme alla bolletta elettrica dell’abitazione. Così, secondo l’esecutivo, l’imposta sarebbe impossibile da evadere, e il suo importo verrebbe anche ridotto, garantendo alla Rai le risorse necessarie. Il piano, secondo Morando, vedrebbe la luce nelle prossime settimane con un emendamento che sarà presentato dal Governo alla legge di Stabilità.
I tecnici del governo stanno facendo delle simulazioni per calcolare la nuova misura dell’imposta con l’obiettivo di raggiungere un gettito complessivo di 1,7 - 1,8 miliardi in modo da bilanciare i tagli sul principio del "pagheremo meno ma tutti". L'obiettivo è infatti il recupero dell'evasione con la quale si potrebbe iniziare a ridurre il canone. Secondo le anticipazioni, dall'importo attuale, che si aggira intorno a 113 euro, la media richiesta dovrebbe scendere intorno ai 60-70 euro l'anno e ai redditi piu' bassi, certificati attraverso l'Isee, saranno chiesti dai 30 ai 40 euro. Continueranno, però, ad essere garantite le fasce di esenzione e i bonus per i meno abbienti.
Zedde
Pensioni Flessibili, Treu rilancia l'uscita anticipata
Per le pensioni serve qualche forma di flessibilità in uscita. Tiziano Treu, commissario straordinario dell'Inps e probabilmente prossimo presidente rilancia il dibattito sul futuro della riforma Fornero.
Kamsin Il Commissario Straordinario dell'Inps, Tiziano Treu, ha rilanciato ieri l'opportunità di un intervento di "ampio respiro" sulla Riforma Fornero. Sino ad oggi sono stati approvati, infatti, solo interventi tampone volti a contenere le emergenze piu' gravi (in primis per gli esodati, coloro che erano rimasti senza lavoro già all'epoca della Riforma del 2011, ed in parte per i lavoratori precoci); ora però, complice anche il referendum popolare promosso dalla Lega Nord (ed all'esame della Corte costituzionale) gli animi si riaccendono. Treu ha chiarito che le novità non arriveranno con questa legge di Stabilità, ma il tema sarà «uno degli impegni dell'anno prossimo»: lo stesso istituto previdenziale farà delle proposte.
Secondo Treu, "quello della flessibilità è l'obiettivo ma in che misura riusciremo a raggiungerlo dipenderà anche dai conti: la flessibilità massima costa tantissimo". Sulle possibilità per quanto riguarda le risorse necessarie all'intervento, Treu ha ricordato che ci sono diverse opzioni sul tavolo del Ministero del Lavoro tra chi potrebbe pagare l'introduzione della flessibilità, ovvero la possibilità che si esca prima della data di vecchiaia, fissata attualmente a 66 anni e 3 mesi oppure della data per la pensione anticipata per la quale sono richiesti, attualmente 41 anni e 6 mesi di contributi (42 anni e 6 mesi per gli uomini).
Per quanto riguarda il referendum costituzionale contro la Riforma Fornero, il commissario ricorda che "sta seguendo il suo iter, ma mi pare che gli ultimi referendum approvati risalgono a vent'anni fa.."
Le proposte in materia sono molteplici e sono tutte accomunate dall'introduzione di una decurtazione dell'assegno con la prospettiva, però, di ottenerlo con l'anticipo di alcuni anni rispetto alle regole attuali. L'ipotesi quindi sarebbe quella di aggiungere un ulteriore canale di uscita (rispetto a quelli previsti attualmente), opzionale e quindi a discrezione dei lavoratori.
Vale la pena di ricordare che uno strumento simile, nella legislazione vigente, già esiste e concede la possibilità alle sole lavoratrici con almeno 57 anni di età e 35 di contributi di andare in pensione subito ma con un assegno calcolato con il sistema contributivo, dunque molto piu' leggero rispetto alle regole standard: si stima un taglio di almeno il 25% sulla rendita previdenziale. Ebbene, nonostante una decurtazione così significativa dell'assegno, in questi ultimi due anni c'è stato un boom di domande, numeri che dimostrano la disperazione di migliaia di lavoratrici che sono costrette, soprattutto per la mancanza di lavoro, ad accettare la riduzione pur agguantare un reddito che altrimenti arriverebbe dopo oltre 6-7 anni. Questa possibilità, la cd. opzione donna, terminerà il 31 Dicembre del 2015.
Viene da chiedersi ma se non si trovano i fondi per prorogare oltre il 2015 un regime così "penalizzante", che nel lungo periodo è comunque vantaggioso per le Casse dello Stato, come si troveranno i denari per le altre proposte, piu' soft, che pur circolano sui tavoli del Ministero del Lavoro?
Zedde
Fisco, Renzi: Stop agli scontrini Fiscali. Ora piu' tracciabilità
Renzi: “Lo scontrino sparirà e sarà sostituito dalla tracciabilità elettronica, l’Agenzia delle entrate non sarà più un avvoltoio”. Intanto la legge di stabilità cambia il ravvedimento operoso.
Kamsin "Eliminiamo gli scontrini fiscali e sostituiamoli con la tracciabilità elettronica". Così il premier Matteo Renzi, parlando alla presentazione dei Digital champions, ha indicato che si intende, con la delega fiscale, far sì che «l'Agenzia delle entrate smetta di essere un avvoltoio e diventi consulente delle imprese e delle persone».
L'apertura del Premier ha trovato subito d'accordo la Cgia di Mestre: "finalmente si e' capito che scontrini e ricevute fiscali non servono per combattere l'evasione fiscale" ricorda il segretario Giuseppe Bortolussi. "Nonostante il battage mediatico che hanno suscitato, i blitz fatti dagli uomini del fisco sono serviti a poco. In verita' lo sapevamo da un pezzo: gia' nel lontano 1996, l'allora ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, sottoscrisse un protocollo di intesa con le Associazioni di categoria degli artigiani e dei commercianti che prevedeva, successivamente all'entrata a regime degli studi di settore, il superamento della valenza fiscale sia dello scontrino sia della ricevuta fiscale".
Secondo la CGIA, l'eventuale abolizione di scontrini e ricevute trova una sua "giustificazione" anche dalla lettura dei risultati emersi dall'attivita' di contrasto all'evasione effettuata dagli uomini del fisco. Negli ultimi 3 anni, ad esempio, oltre il 70 per cento dei controlli eseguiti dalla Guardia di Finanza sulla emissione di scontrini e ricevute fiscali ha dato esito negativo.
Intanto nella legge di stabilità in discussione alla Camera c'è un'altra misura che è destinata a cambiare il rapporto tra fisco e contribuenti. Passata in secondo piano, la novità è contenuta nell'articolo 44, commi 11-18 del ddl e prevede una rivoluzione del «ravvedimento operoso».
L’istituto è ben conosciuto e utilizzato dai contribuenti: chi omette di dichiarare o evade il fisco con una dichiarazione infedele del proprio reddito imponibile, attualmente ha tempo un anno per ravvedersi, pagare sanzioni fino al 12,5 per cento più gli interessi. Ad una condizione: il ravvedimento deve essere spontaneo, frutto di un ripensamento e della autonoma voglia di mettersi in regola con il fisco per evitare guai peggiori.
La novità che il Governo intende introdurre consentirà all’autore della violazione ed ai soggetti solidalmente obbligati di rimuovere le violazioni commesse beneficiando di riduzioni automatiche sulle misure minime delle sanzioni applicabili, attraverso una rimodulazione di tali riduzioni in ragione del tempo trascorso dalla commissione delle violazioni al comportamento resipiscente.
Tale comportamento potrà essere posto in essere non più entro il termine massimo per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno nel corso del quale è stata commessa la violazione (ovvero entro l’anno dall'omissione o dall’errore, per le violazioni, ad esempio, in materia di imposta di registro) e potrà, soprattutto, realizzarsi a prescindere dalla circostanza che la violazione sia già stata constatata ovvero che siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento, delle quali i soggetti interessati abbiano avuto formale conoscenza, salvo ovviamente la formale notifica di un atto di liquidazione o accertamento e il ricevimento delle comunicazioni di irregolarità
Sempre nella legge di Stabilità il Tesoro è pronto a presentare un emendamento per modificare la stretta fiscale sulle slot machine il cui gettito era stato definito incerto da più parti. Al suo posto arriverà una sanatoria, da 500 milioni, per le slot non autorizzate che emergono dal nero (con pagamento di una tantum e 2 anni pregressi) e altri 500 milioni per le slot scollegate.
Zedde
Articolo 18, la reintegra sarà sempre piu' un'eccezione
Il testo presenta diverse modifiche rispetto a quello licenziato dal Senato, frutto per lo piu' della mediazione raggiunta all'interno delle due anime del Pd.
Kamsin E' arrivato l'atteso via libera della Commissione Lavoro della Camera al Jobs act. I deputati della maggioranza , dopo che le opposizioni hanno abbandonato i lavori della commissione due giorni fa' in segno di protesta - hanno dato il mandato al relatore e il provvedimento approdera' domani in Aula come previsto.
Il testo presenta diverse modifiche rispetto a quello licenziato dal Senato che quindi dovrà dare una terza lettura conforme nei prossimi giorni. La modifica piu' significativa rispetto al testo del Senato riguarda il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Il Jobs act cancella - ma solo per i neo assunti - infatti l’articolo 18, il diritto al reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa. Restano due eccezioni, che riguardano i licenziamenti discriminatori e quelli disciplinari.
Il nuovo Articolo 18 - Per i licenziamenti discriminatori il reintegro resta tale e quale alla normativa vigente e quindi scatta sempre se l’allontanamento dal posto di lavoro è dovuto a motivi basati sul credo politico o sulla fede religiosa; il diritto a essere reintegrati sul posto di lavoro resta anche per i licenziamenti disciplinari, ovvero per "giustificato motivo soggettivo", ma solo per «specifiche fattispecie». Questi casi specifici saranno definiti nei decreti attuativi che riempiranno di contenuti la legge delega sul lavoro.
Secondo quanto si apprende da fonti vicine a Palazzo Chigi perchè il licenziamento disciplinare venga equiparato a quello discriminatorio sarà necessario dimostrare il carattere "calunnioso" della contestazione e che questa abbia ad oggetto un reato "grave". In tutti gli altri casi l'impresa potrà essere condannata solo al pagamento dell'indennizzo.
A parte questi due limiti, non è previsto il reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa, ma un indennizzo economico: sarà «certo e crescente con l’anzianità di servizio» del lavoratore. Sarà l’indennizzo la tutela, quindi, in caso di licenziamenti economici, legati cioè all’andamento delle aziende.
Nella legge delega si specifica che le norme attuative devono «prevedere tempi certi per l’impugnazione del licenziamento». Oggi il limite è di 60 giorni. Potrebbe essere ridotto a 30, ma allo studio c’è una procedura espressa per agevolare le conciliazioni con l’azienda.
Controlli a distanza e Cig - Una seconda novita' rispetto al testo del Senato riguarda i controlli a distanza, che vengono circoscritti agli impianti e agli strumenti di lavoro. La commissione e' intervenuta poi sulla misura che prevedeva il venir meno dell'erogazione della cassa integrazione guadagni in caso di cessazione dell'attivita' aziendale, accogliendo la riformulazione fatta dal relatore d'accordo con il Governo che specifica che, perche' s'interrompa la Cig, la cessazione dell'attivita' dell'impresa deve essere "definitiva", mentre nel caso in cui sussistano concrete prospettive di proseguimento o di ripresa dell'attivita' l'erogazione puo' proseguire.
Pari opportunita' - La delega nella versione approvata dalla commissione Lavroro accoglie un emendamento del Governo che semplifica e razionalizza gli organismi le competenze e i fondi operanti in materia di parita' e' pari opportunita' nel lavoro e riordina le procedure connesse alla promozione di azioni positive di competenza del ministero del Lavoro, ferme restando le funzioni in materia della Presidenza del Consiglio.
Zedde