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- Roma, 30 set. - "D'Alema, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Tutte le volte che parla recupero un punto nei sondaggi. Grande stima e rispetto per D'Alema, pero' per piacere evitiamo di continuare con le polemiche e con le assurdita'. Con Berlusconi abbiamo fatto un patto per la legge elettorale e per la riforma della Costituzione perche' le riforme si scrivono tutti insieme. Poi stiamo governando noi che, con tutti i nostri limiti, siamo un partito che sta cercando di cambiare l'Italia e di fare quelle cose che in 20 anni non sono state fatte". Lo ha detto Matteo Renzi in un'intervista a Ballaro'. "Se quando al governo c'era D'Alema avessimo fatto la riforma del lavoro come hanno fatto in Germania o nel Regno Unito non saremmo ora a fare questa discussione", ha aggiunto. .
- Roma, 30 set. - "Premesso che la votazione dei candidati alla Corte Costituzionale deve rappresentare uno dei momenti piu' alti dell'attivita' parlamentare, richiedendo la massima condivisione sul profilo dei nominativi che dovranno assurgere a tale prestigioso incarico istituzionale; e considerato che l'attuale situazione politica di stallo non appare consentire la necessaria convergenza per la predetta elezione, ritengo doveroso, al fine di agevolare il lavoro parlamentare, rimettere nelle mani del Presidente Silvio Berlusconi la mia candidatura. Per quanto attiene le notizie di stampa di questi giorni ribadisco che, a tutt'oggi, non ho ricevuto per la vicenda di Isernia, ne' per altre vicende, alcun avviso di garanzia. Sono stato sei mesi fa sentito come "persona informata dei fatti". Sono comunque, e ovviamente, a disposizione dell'autorita' giudiziaria per fornire qualsiasi ulteriore chiarimento utile a definire la mia eventuale posizione". Lo dichiara il senatore Donato Bruno. .
AGI) - Roma, 30 set. - Guarda fuori del Palazzo e si dice convinto che "la gente e' con noi e non con i sindacati". Guarda dentro il Palazzo e assicura che "non c'e alcun timore di franchi tiratori al Senato, anche perche' ieri c'e' stata una discussione seria, lunga, al termine della quale il partito si e' espresso chiaramente". Matteo Renzi affida alle risposte ai cronisti al suo arrivo al Pd per la segreteria del partito e a un'intervista al Washington Post le sue valutazioni all'indomani della direzione che ha segnato la sua vittoria sulla minoranza sul fronte della riforma del lavoro. "Ora si tratta di definire il documento nelle varie fattispecie", riconosce il presidente del Consiglio ribadendo che "noi possiamo e dobbiamo cambiare". "Dopo anni di stagnazione, io penso che sia il momento che l'Italia realizzi le cose che stiamo aspettando da anni", aggiunge il premier. Anche oggi Renzi ribadisce che "il mercato del lavoro e' fermo da anni a causa di una legislazione vecchia. Se sei giovane, e' impossibile capire perche' si tratta di un sistema focalizzato sul passato. Nell'era digitale non si puo' continuare con i vecchi schemi". E dunque "il sistema futuro in Italia richiedera' una forte riduzione delle leggi. In secondo luogo e' importante permettere a un imprenditore di scegliere un lavoratore e, se necessario, licenziarlo", torna a dire il segretario Pd. "Il governo - assicura - sosterra' il lavoratore licenziato con un programma di formazione e, al termine del programma, trovare un lavoro con una agenzia nazionale". FI resta sulle barricate. "In che direzione stiamo andando? Non e' ancora chiaro - lamenta Paolo Romani - se Renzi voglia fare passi avanti o indietro rispetto all'attuale normativa sui licenziamenti disciplinari: la legge Fornero dispone, infatti, in casi diversi dall'insussistenza del fatto, soltanto il risarcimento e non anche il reintegro. Fino a quando non avremo un testo chiaro su cui discutere la legge delega resta, a nostro avviso, confusa e imprecisa". "Sara' l'ennesimo imbroglio, l'ennesimo trucco, e non ce lo meritavamo", concorda Renato Brunetta.- Sulla legge delega che contiene la riforma del lavoro, l'aula del Senato potrebbe iniziare a votare da martedi' mentre il governo potrebbe presentare un emendamento che contenga l'ordine del giorno approvato dalla direzione Pd di ieri. Non cede le armi Stefano Fassina: "La minoranza del partito non e' divisa", assicura. "Ci sara' da parte dei senatori la volonta' di portare avanti gli emendamenti", ricorda. "I numeri in direzione - rileva ancora l'esponente della minoranza Pd - erano scontati e il risultato era scontato. I voti di chi ha detto no e gli astenuti faranno lo stesso percorso". Insomma, conclude, "il passaggio di ieri e' solo una tappa". Osserva da lontano la situazione Susanna Camusso, con la certezza che il premier, questa volta, si sbagli proprio su quello che e' il suo forte: il consenso nei sondaggi. Se e' cosi' sicuro di avere l'appoggio popolare, motteggia, lasciameglielo pure credere. Le cose sono in ben altro modo. Intanto resta confermata la data del 25 ottobre per lo sciopero. Poi, siccome il ping-pong delle battute deve finire con l'ultima parola affidata ad uno solo, torna a parlare il premier. "Loro in piazza, noi alla Leopolda. Che bello", esplode nel suo solito stile. Quanto a D'Alema, "ogni volta che parla io guadagno un punto nei sondaggi. Se non ci fosse dovrebbero inventarlo. E la approvazione della riforma del lavoro e' solo questione di pochi giorni. Io tiro dritto". .

- Roma, 30 set. - La riforma del lavoro e' questione di giorni e alcuni dei punti fondamentali saranno l'introduzione del Tfr in busta paga e gli aiuti alle piccole e medie imprese. "E' normale che adesso noi la riforma del mercato del lavoro la facciamo comunque, anzi, a maggior ragione dopo che ci e' stato un bellissimo dibattito nella riunione di direzione del PD" ha detto Renzi a Ballaro'.

"Ieri la discussione e' stata bella anche per quelli che non erano d'accordo. Abbiamo votato, ora la riforma del lavoro e' questione di giorni, non e' piu' di anni come in passato. La cosa che a me piu' colpisce sono quelli che dicono che non dobbiamo fare niente, che dobbiamo restare come siamo. A me sembra che perdano un grande occasione. Per me il lavoro non e' un diritto ma e' molto di piu', e' un dovere. Questa e' ancora piu' forte come affermazione. Quando una persona perde il posto di lavoro e' una sconfitta per tutti. Dobbiamo occuparcene non solo per i soliti noti ma anche per chi il lavoro lo ha perso. Bisogna pero' avere il coraggio di ragionare di chi, in questi anni, non ha mai sentito vicina la politica: i precari, le mamme che non avevano i diritti, il cassintegrato di 55 anni che viene buttato fuori", ha aggiunto.

Renzi sfida i sindacati

"Nella legge di stabilita' metteremo un miliardo e mezzo sugli ammortizzatori sociali. Il tfr cosi' com'e' c'e' solo in Italia. Se diamo il tfr in busta paga si crea un problema di liquidita' per le piccole imprese, le grandi ce la fanno. Stiamo ragionando sul dare i soldi che arrivano dalla Bce alle piccole e medie imprese per i lavoratori, perche' le grandi ce la fanno le piccole hanno difficolta'".

Cgil in piazza? Noi saremo alla Leopolda

"Quando la Cgil sara' in piazza, mi pare abbiano detto il 25 ottobre, noi saremo a fare la Leopolda. Ci hanno anche risolto il problema di chi fa la manifestazione contro" ha aggiunto, "Ho grande rispetto per i sindacati, ma dov'erano in questi anni?". E riguardo l'attacco sferrato da Massimo D'Alema dice: "se non ci fosse bisognerebbe inventarlo: tutte le volte che parla guadagno un punto nei sondaggi". .

- Napoli, 30 set. - "No, non mi dimetto. Ho fatto il mio dovere, ne sono convinto e andro' avanti". Lo ripete come un mantra il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, intervistato da Giovanni Floris a 'Dimartedi'', in onda su La7. Il primo cittadino di Napoli non fa un passo indietro, neppure verbalmente rispetto alle dichiarazioni rilasciate in questi giorni, dopo la sentenza di condanna della decima sezione del Tribunale di Roma per abuso d'ufficio e la conseguente situazione di applicazione dell'articolo 12 della legge Severino. "La sentenza e' profondamente ingiusta - ripete De Magistris - in magistratura ci sono tanti magistrati corrotti. Sto avendo critiche da tutti, e sono riuscito nella difficile operazione di mettere d'accordo la politica e l'Associazione nazionale magistrati. Ho fatto il mio dovere da magistrato e sto pagando da sette anni. Non e' detto che saro' sospeso. Impugnero' la sentenza ed ho fiducia che altra magistratura sapra' riformare quella sentenza". Non teme la sospensione De Magistris, convinto che se "mi sospendono da sindaco, faro' il sindaco per strada". .
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