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- Napoli, 1 ott. - Il prefetto di Napoli, Francesco Antonio Musolino, ha firmato il provvedimento di sospensione del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ai sensi della legge Severino, dopo la condanna in primo grado a un anno e 3 mesi per abuso d'ufficio nell'ambito di un procedimento legato all'inchiesta Why Not. Ora il provvedimento deve essere notificato.

Il sindaco di Napoli aveva ironizzato nel pomeriggio sulla sua sospensione: "Se non faro' piu' il sindaco, faro' il giocatore di basket", ha detto durante la presentazione della squadra di basket Ginova, in sala giunta a palazzo San Giacomo. "Sara' certamente piu' piacevole", aggiunge, mentre il coach chiosa: "ti spieghero' come resistere alle pressioni". A chi gli chiede un commento sull'arrivo del dispositivo della sentenza, De Magistris risponde: "Se la vedete salutatemela".

La notizia dell'imminente sospensione era arrivata dal ministro dell'interno, che durante il question time alla Camera aveva detto: "Il prefetto di Napoli ha ricevuto gli atti e procedera' oggi stesso agli adempimenti di legge di sua competenza per la sospensione del sindaco Luigi de Magistris", ha spiegato il titolare del Viminale. Chi ha ricevuto una condanna "non definitiva" per una serie di reati nei quali e' compreso "espressamente quello di abuso d'ufficio" e' "sospeso di diritto da tutte le cariche elettive". Alfano ha anche chiarito che il voto per il consiglio della citta' metropolitana di Napoli si terra' regolarmente il prossimo 12 ottobre. Per il titolare del dicastero di via Arenula "non sussistono i presupposti" per far slittare il voto

AL PROCESSO 'WHY NOT' CITO' INDAGINE SU NAPOLITANO L'attuale Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, venne iscritto venti anni fa sul registro degli indagati della Procura di Napoli durante il periodo di Tangentopoli quando ricopriva l'incarico di presidente della Camera. A dar conto di quella iscrizione, secretata dai pm partenopei che poi disposero l'archiviazione del procedimento non avendo trovato riscontro alle dichiarazioni di un imprenditore, e' stato il 9 maggio scorso il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris in una udienza del processo 'Why not' conclusosi pochi giorni fa con la condanna sua e del consulente informatico Gioacchino Genchi a un anno e tre mesi di reclusione per concorso in abuso d'ufficio per l'acquisizione illecita di tabulati e utenze di alcuni parlamentari senza l'autorizzazione della Camera. "Io ritenni di secretare - aveva detto al Tribunale di Roma de Magistris spiegando come aveva gestito quella inchiesta quando era pm a Catanzaro - poiche' avevo elementi per ritenere, come poi si e' dimostrato successivamente, i collegamenti strettissimi tra gli altri di Pittelli con il procuratore della Repubblica, tanto da fare una societa' col figlio del procuratore. Atto sicuramente forte, mi sono posto il problema se potessi secretarlo, mi sono anche consultato, c'era stato un precedente alla procura della Repubblica di Napoli dove il mio magistrato affidatario, il dottore Cantelmo, oggi procuratore della Repubblica, e un altro magistrato oggi componente d'esame, Quatrano, mi dissero che anche loro durante l'inchiesta di Tangentopoli procedettero a secretare una iscrizione, in particolare dell'allora presidente della Camera Giorgio Napolitano e secretarono per evitare che ci potesse stare una fuga di notizie".

PER 11 ANNI PM A CATANZARO, NEL 2007 "WHY NOT" Fu avviata nel 2007 a Catanzaro l'inchiesta Why Not, nell'ambito della quale l'allora pm Luigi de Magistris fece acquisire alcuni tabulati telefonici poi risultati intestati a parlamentari. Proprio quell'acquisizione, nei giorni scorsi, e' costata al sindaco di Napoli la condanna a un anno e tre mesi (pena sospesa) da parte del Tribunale di Roma. L'inchiesta Why Not fu l'ultima attivita' coordinata da de Magistris a Catanzaro, dove lavoro' per due volte, dal 1995 al 1998 e poi dal 2002 al 2008, con un intervallo presso la Procura di Napoli. Gia' nel corso del primo incarico in Calabria diresse indagini che toccarono la pubblica amministrazione e indago', tra gli altri, l'allora avvocato generale della Corte d'appello di Catanzaro, Giuseppe Chiaravalloti, poi divenuto presidente della Regione Calabria. Gia' all'epoca de Magistris fu oggetto di denunce a causa delle presunte illegittimita' commesse nel corso delle indagini e il suo operato fu sottoposto all'attenzione del Csm ma non fu raggiunto da alcun provvedimento disciplinare. Nella sua seconda esperienza catanzarese il magistrato coordino' inchieste sul traffico di clandestini e sulla criminalita' comune, con diverse assegnazioni temporanee alla Dda e poi l'assegnazione al pool di reati ambientali e contro la pubblica amministrazione. Fu lui a fare scoppiare lo scandalo degli esami di avvocato pilotati. A fine 2004 de Magistris apri' il filone d'indagine denominato "Poseidone", relativo ai presunti illeciti commessi nella gestione dei fondi comunitari finalizzati alla realizzazione dei depuratori. L'inchiesta vide tra gli indagati, tra gli altri, l'allora segretario dell'Udc Lorenzo Cesa e l'ex presidente della Regione Chiaravalloti. Un'altra indagine sulla sanita' coinvolse invece il presidente della Regione in carica, Agazio Loiero, mentre "Toghe lucane" ebbe come protagonisti magistrati in servizio a Potenza e Matera, accusati di avere bloccato inchieste importanti come quella sulla scomparsa di Elisa Claps e sulla morte dei fidanzatini di Policoro. L'inchiesta Poseidone fu avocata dal procuratore generale di Catanzaro, Mariano Lombardi, a causa di presunte irregolarita' nella gestione. Nello stesso anno prese forma l'indagine Why not, dalla quale e' scaturita l'inchiesta romana che ha portato alla condanna del primo cittadino di Napoli. In quel caso De Magistris indago' sull'utilizzo di fondi comunitari da parte di societa' di lavoro interinali collegate alla Regione Calabria. In Why Not furono indagati anche l'allora presidente del Consiglio Romano Prodi e l'allora ministro della Giustizia, Clemente Mastella, che chiese al Csm il trasferimento del pm. Nel gennaio 2008 il Consiglio superiore della magistratura dispose il trasferimento di De Magistris da Catanzaro e dalle funzioni di pm, per cui prese servizio come giudice al Tribunale del Riesame di Napoli, dove concluse la carriera di magistrato, scegliendo nella primavera del 2009 di candidarsi al Parlamento europeo con l'Italia dei valori. Dopo l'elezione all'Europarlamento De Magistris si dimise dalla magistratura. .

- Napoli, 1 ott. - Il lavoro, i tanti disoccupati soprattuto i giovani e il loro futuro. Nel giorno in cui Francia e Germania si fronteggiano a muso duro sul derby tra rigore e crescita, Giorgio Napolitano pungola l'Europa, e ai banchieri dell'area Euro ricevuti a villa Rosebery alla vigilia del board della Bce a Napoli, chiede piu impegno per la crescita, per il lavoro e per l'innovazione, con politiche di investimenti concordati. Davanti a Mario Draghi, che nel discorso di Jackson Hole aveva invocato piu' riforme per creare lavoro, il Capo dello Stato ha confermato che l'Italia fara' i suoi compiti a casa come promesso piu' e piu' volte, ma ha cercto di scuotere le istituzioni Ue proprio da un citta' del Sud flagellata dalla disoccupazione. Calo dell'impiego, economia reale, questa e' "la nostra principale preoccupazione" ha detto il Presidente. A poche sedie da lui anche il governatore della Bundesbank Jens Weidmann, volto che piu' di altri incarna la corrente dei falchi del rigore europei e che piu' di una volta si e'scagliato contro le richieste i flessibilita'. Ma non e' la flessibilita' il cruccio del Presidente, servono politiche coordinate e investimenti, come quelli promessi da Juncker ma ancora solo sulla carta. E allora ecco il richiamo di Napolitano a chi frena sulla strada indicata dal prossimo presidente della Commissione: "la sfida numero uno e' aprire un nuovo sentiero di forte e sostenibile crescita in Europa". Una sfida che ha come posta in gioco il futuro: "La nostra principale preoccupazione e' naturalmente l'altissimo tasso di disoccupazione raggiunto nell'area euro e soprattutto in alcuni Paesi come l'Italia. E questo e' un motivo di preoccupazione non solo per il presente - ha sottolineato - ma anche in una prospettiva piu' lunga". L'Italia, ha confermato il Capo dello Stato a due settimane dalla presentazione della legge di stabilita' che dovra' scontare i dati negativi indicati ieri dal Def, fara' comunque la sua parte, come ha gia' fatto in questi anni di rigore. Ma ora e' giunto il momento che anche l'Europa, tutta, si impegni per far ripartire il motore dell'economia reale, quella che tocca i singoli cittadini. Per questo l'Italia intende spingere nel semestre di guida della Ue per "spostare l'accento delle politiche europee verso programmi coordinati di investimento per l'innovazione e la creazione di lavoro". E per questo l'Italia ha confermato per l'8 ottobre il vertice europeo sull'occupazione. Un Tema, di nuovo, che anche Draghi aveva toccato sempre a Jackson Hole. E proprio il governatore della Bce e' stato l'ultimo a lasciare la residenza presidenziale dopo l'incontro informale con i governatori delle banche centrali con Napolitano. Un idem sentire confermato ancora una volta. Ma soprattutto un pungolo per l'Europa e tutte le sue istituzioni perche' non dimentichi il campanello d'allarme delle elezioni di maggio e metta finalmente al centro il tema del lavoro. .

- Roma, 1 ott. - Una giornata a Londra per illustrare l'avanzamento delle riforme in Italia e per confermare il rispetto del 3%. Matteo Renzi volera' domani nella capitale inglese e fara' il punto con la City, investitori e stampa finanziaria sul cambiamento in corso in Italia. Lo fara' con un intervento alla Guildhall, ma anche con una presentazione per illustrare i vari punti delle riforme, lo stato di avanzamento dei lavori.

Dieci punti fondamentali da PA a scuola, da lavoro a giustizia. Dove eravamo sei mesi fa, quando Renzi ando' per la prima volta a Londra, dove siamo adesso: sara' questo il leit motiv della visita.

Sara' in questa occasione che il premier parlera' della decisione della Francia, sottolineando come invece l'Italia manterra' l'impegno di rispettare il paramentro del 3%.

- Roma, 1 ott. - "Se la vedete salutatemela...". E' la battuta che Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, ha fatto con i giornalisti a proposito dell'arrivo questa mattina degli atti trasmessi dalla cancelleria del tribunale di Roma al prefetto di Napoli, atti che preludevano alla sua sospensione da primo cittadino in base alla legge Severino, dopo la condanna a un anno e 3 mesi comminatagli dalla decima sezione del tribunale di Roma per abuso d'ufficio nell'ambito di un procedimento legato all'inchiesta Why Not. Si e' consumato cosi' il pomeriggio di de Magistris, e ora si aprono nuovi scenari per il capoluogo partenopeo. E se de Magistris ha detto anche di non aver ricevuto alcun atto, in realta' il prefetto Francesco Antonio Musolino ha firmato il provvedimento di sospensione del sindaco. Ora e' solo questione di notifica del provvedimento perche' la sospensione del primo cittadino diventi esecutiva. De Magistris ha anche detto "Io in queste ore, come dice Luigi Settembrini, mi affido ai folli, perche' se i sani sono quelli di cui leggo sui giornali preferisco essere folle. Sono preoccupato per i problemi della citta'. Alfano dice in Parlamento cio' che ritiene, quando arriva un provvedimento formale, faro' i miei passi. L'unica cosa chiara e' questa". E se sara' sindaco sospeso, "la prima cosa che faro' mi vado a piglia' un caffe' sospeso". L'ex pm ha anche parlato di "atteggiamenti brutti da parte di importanti esponenti della politica e delle istituzioni", mentre ha registrato "tanto affetto dai cittadini, sempre vicini, quelle che io chiamo persone senza potere. Sono motivo di grande forza. Vinceremo anche questa battaglia". Respinge la definizione di 'uomo di legge', preferendo quella di 'uomo di giustizia', perche' l'altra definizione "non lo considero un complimento". E "se dovesse capitarmi un periodo forzato di sospensione formale, che sara' breve perche' abbiamo fatto delle valutazioni e siamo fiduciosi, avviero' una fase di rigenerazione amministrativa. Saro' molto per strada. Credo sara' utile al cittadino e anche a me, perche' stare qui dentro a lavorare, a firmare, ti sottrae da quello che puoi fare per i tuoi concittadini. Saranno due mani in piu' per strada". E in piu', ironicamente, "se non faro' piu' il sindaco, faro' il giocatore di basket", prendendo spunto dalla presentazione della squadra di basket Ginova, in sala giunta a palazzo San Giacomo. Al di la' di questa serie di battute e propositi di de Magistris, di sicuro c'e' che dalla cancelleria di Roma gli atti sono arrivati in tarda mattinata e il prefetto ha cominciato a lavorare alla stesura del provvedimento di sospesione, poi ultimata ed ora solo da notificare. Del resto la conferma di un iter ormai in moto era arrivata nel pomeriggio dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano, durante il question time ala Camera, annunciando appunto che il rappresentante territoriale di governo "provvedera' oggi stesso agli adempimenti di legge di sua competenza per la sospensione del sindaco Luigi de Magistris". Alfano ha aggiunto che "le statuizioni del decreto legislativo 235/2012 appaiono chiare e del resto hanno trovato applicazione in due casi analoghi". Chi ha ricevuto una condanna "non definitiva", aggiunge, per una serie di reati nei quali e' compreso "espressamente quello di abuso d'ufficio" e' "sospeso di diritto da tutte le cariche elettive". Sempre Alfano ha confermato che il voto per il Consiglio della citta' metropolitana di Napoli si terra' regolarmente il prossimo 12 ottobre. Per il titolare del Viminale "non sussistono i presupposti" per far slittare il voto, anche se il sindaco Luigi de Magistris viene sospeso "di diritto" dalla carica per effetto della legge Severino, dopo la sentenza di condanna. E la condanna in primo grado che riguarda a sua volta il vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano - spiega il ministro - "non comporta provvedimenti sanzionatori cautelari", e dunque si applica quanto previsto dalla legge 56/2014 che ha riformato le Province, con la possibilita' di supplenza del vicesindaco nella carica di presidente dell'assemblea che la norma assegna al sindaco. .

- Roma, 1 ott. - "Gli straordinari delle forze dell'ordine impegnate negli stadi devono essere pagati dalle societa' di calcio, non dai cittadini". Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Il governo, attraverso il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha posto alla Camera la questione di fiducia sulla conversione in legge del dl Stadi La Federcalcio si schiera contro il decreto: "La Figc condivide le parole e le preoccupazioni del presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta" riguardo l'introduzione di "un contributo dei club (in percentuale sugli incassi da botteghino) per il pagamento dei costi della sicurezza in occasione degli eventi sportivi", spiega la Federcalcio in una nota. "Come gia' affermato dal presidente Carlo Tavecchio in occasione dell'audizione in commissione lo scorso 16 settembre - prosegue la Figc -, il mondo del calcio e' consapevole delle ragioni e delle esigenze delle Forze dell'Ordine, con le quali da tempo si sta lavorando in maniera congiunta e proficua, ma chiede un confronto urgente affinche' si sgombri il campo da inutili demagogie". .

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