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Secondo il disegno di legge i lavoratori dovranno presentare domanda di ammissione ai benefici entro 60 giorni dalla pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale.

Kamsin Il ddl sulla sesta salvaguardia viaggia verso il via libera definitivo del Senato. Nella giornata di domani la Commissione Lavoro di Palazzo Madama potrebbe infatti già dare il disco verde alla proposta di legge che tutela 32.100 lavoratori. I prossimi passi? Il testo dovrà arrivare in Gazzetta Ufficiale e quindi i lavoratori avranno 60 giorni di tempo dalla sua entrata in vigore, presumibilmente sino ai primi di Dicembre, per presentare apposita istanza di accesso. 

Insomma gli interessati non dovranno attendere la pubblicazione di un nuovo decreto ministeriale (il sesto) come è accaduto in passato ma potranno presentare subito le istanze di accesso alla DTL o all'Inps, non appena avverrà la pubblicazione in GU della legge, sulla base di quanto già previsto dalla precedente tornata.

L'articolo 2, comma 4 del progetto di legge recita infatti che "ai fini della presentazione delle istanze da parte dei lavoratori, da effettuarsi entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, si applicano per ciascuna categoria di lavoratori salvaguardati le specifiche procedure previste nei precedenti provvedimenti in materia di salvaguardia (...) da ultimo stabilite con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 14 febbraio 2014, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 89 del 16 aprile 2014". In pratica i lavoratori dovranno presentare istanza o alla DTL o all'Inps secondo quanto era previsto dalla quinta salvaguardia. 

Ad ogni modo sarà oppportuno attendere la pubblicazione (praticamente inevitabile) di una Circolare del Ministero del Lavoro che avrà modo di fissare puntualmente l'iter da seguire per la presentazione delle istanze di accesso al regime derogatorio.

Presentate le domande l'Istituto nazionale della previdenza sociale Inps provvederà al monitoraggio delle domande di pensionamento inoltrate dai lavoratori che intendono avvalersi dei requisiti di accesso e del regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore del citato decreto-legge n. 201 del 2011, sulla base della data di cessazione del rapporto di lavoro.

L'Inps sarà inoltre tenuta a pubblicare nel proprio sito internet, in forma aggregata al fine di rispettare le vigenti disposizioni in materia di tutela dei dati personali, i dati raccolti a seguito dell'attività di monitoraggio, avendo cura di evidenziare le domande accolte, quelle respinte e le relative motivazioni. Qualora dal monitoraggio risulti il raggiungimento del limite numerico delle domande di pensione previsto per la salvaguardia in oggetto l'Inps non prenderà in esame ulteriori domande di pensionamento finalizzate ad usufruire dei benefìci.

Sulla base dei dati del monitoraggio effettuato dall'INPS, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, entro il 30 giugno di ogni anno, trasmetterà inoltre alle Camere una relazione in ordine all'attuazione delle disposizioni di salvaguardia, con particolare riferimento al numero di lavoratori salvaguardati e alle risorse finanziarie utilizzate.

(Qui lo strumento di Pensioni Oggi per verificare in anteprima la possibilità di accedere al beneficio).

Il testo del progetto di legge è qui disponibileZedde

- Roma, 30 set. - "Non c'e alcun timore di franchi tiratori al Senato, anche perche' ieri c'e' stata una discussione seria, lunga al termine della quale il partito si e' espresso chiaramente". Lo ha detto il presidente del consiglio, Matteo Renzi, arrivando al Nazareno per partecipare alle segreteria del partito. "Ora si tratta di definire il documento nelle varie fattispecie", ha concluso Renzi. A chi gli chiede se per arrivare all'elezione dei due giudici della corte costituzionale ci sara' bisogno di virare su due diversi nomi da quelli di Donato Bruno e Luciano Violante, il premier risponde che "e' una valutazione che spetta al parlamento". Ieri il segretario del Pd ha portato a casa il si' della direzione del Pd a un documento che modifica la delega lavoro accogliendo alcuni rilievi delle minoranze, ma la mediazione che si era cercata fino all'ultimo fallisce, la minoranza si divide tra 20 voti contrari e 11 astenuti. La lunga discussione, oltre quattro ore, della direzione sul Jobs Act ha visto momenti al calor bianco con gli interventi i Massimo D'Alema e Pierluigi Bersani. E una relazione del segretario volta a scuotere il partito. Renzi ha spronato la direzione a "superare i tabu' del passato" e ha posto due elementi di metodo: nessuno usi la clava, "se la minoranza non sono i Flinstones, io non sono la Tatcher", e se e' vero che serve un compromesso, non lo si deve raggiungere "a tutti i costi". Il Pd, ora, forte del suo 41 per cento non deve temere "le trame altrui", i "poteri aristocratici". Ora "dobbiamo andare all'attacco" togliendo le posizioni di rendita ai tanti che ne hanno goduto. Detto questo "se vogliamo dare diritti ai lavoratori, non lo facciamo difendendo una battaglia che non ha piu' ragione di essere", come quella sull'articolo 18. Renzi ha aperto ai sindacati, ma li ha anche sfidati: "Sono disponibile a riaprire la sala verde di palazzo Chigi la prossima settimana a Cgil-Cisl-Uil, ma li sfido sulla rappresentanza sindacale, il salario minimo, la contrattazione di secondo livello". Il premier ha anche annunciato lo stanziamento, gia' nella legge di stabilita' di fondi per gli ammortizzatori sociali. Mentre parte della minoranza apprezzava alcuni punti di aperture del premier e si sedeva al tavolo della trattativa con il vice segretario Lorenzo Guerini, il susseguirsi degli interventi di Massimo D'Alema prima e Pierluigi Bersani poi, faceva capire che la strada per la mediazione era in salita. L'ex presidente del consiglio, in particolare, ha definito l'azione del governo Renzi "tutta improntata a slogan e spot" quando, invece, servirebbe un'azione piu' "riflessiva" perche' "per occuparsi di certi temi, non occorre sapere le cose. Ma, certo, studiare sarebbe utile". In particolare, D'Alema ha rimproverato a Renzi la volonta' di operare sul mercato del lavoro in una fase di recessione: "Stiglitz spiega infatti che si riforma il mercato quando c'e' la crescita. Ma Stiglitz, mi rendo conto, e' un vecchio rottame della sinistra. Un premio Nobel. Premio che difficilmente vedranno i giovani consiglieri del Pd...". Ancora piu' duro Bersani che ha accusato il premier e segretario di partito di ricorrere al metodo Boffo per mettere a tacere il dissenso interno. A nulla sono valsi, dunque, i tentativi di mediazione e l'appello del presidente dell'assemblea ed esponente dei giovani turchi Matteo Orfini che ha chiesto di non disperdere i passi avanti fatti nella discussione di oggi. Mentre dall'esterno rimbalzavano i giudizi negativi di Cgil e Uil, la trattativa diventava sempre piu' difficile e il no alla richiesta di una parte di area riformista di votare il documento finale per parti separate ha consegnato al voto una direzione in cui l'86 per cento ha votato a favore della linea del segretario (130 componenti) e le minoranze si sono divise tra astenuti (11 voti)e contrari (20 voti). "la minoranza si e' divisa", nota tra il soddisfatto e il sollevato un esponente di spicco del Pd. Da domani il testo della legge delega sara' all'esame del Senato e la battaglia si spostera' su alcuni emendamenti. .
- Roma, 30 set. - "Vogliono riflettere molto? Benissimo, ma si poteva fare anche con discrezione. "Lo spettacolo che si sta dando in Parlamento si riverbera in modo molto negativo sull'immagine della Corte, come se fosse diventata terreno per scorribande politiche. Con il rischio d'invischiare anche Napolitano, che dovra' a sua volta nominare due di noi". E' quanto afferma il presidente della Consulta Giuseppe Tesauro in un'intervista al 'Corriere della Sera'. Per Tesauro "la Corte e' diventata oggetto di una retorica anti-istituzionale. Vittima di una cattiva e ingiusta considerazione, che va dai nostri compensi alle decisioni stesse della Consulta". E sottolinea: la Corte "un organo che fa da contrappeso al governo va tutelato proprio rispetto al potere politico. Anche se comprendo che da noi questo dogma possa venire guardato male. Ci sono magistrati che fanno dell' indipendenza la sorella dell'irresponsabilita', vero. Resta il fatto che l'indipendenza e' fondamentale". Per Tesauro "il mondo politico soffre il ruolo della Corte, concepita per limitarne il potere e correggerne le intemperanze. E del resto i partiti tendono sempre a delegittimare qualunque istituzione indipendente. L'ho provato all'Antitrust". Quindi rivela il proprio stipendio: "Guadagno 12mila e dispari netti al mese", "rispetto alla situazione del Paese "siamo dei privilegiati", ma "ci sono decisioni per cui non dormiamo la notte". Infine sull'eterologa, definita una "liberta' incoercibile" dalla Corte: "E' costituzionale una norma che spinge ad andare all'estero a spendere una fortuna per avere un figlio proprio? In tutta Europa la fecondazione eterologa era vietata solo in Italia, Turchia e Lituania", afferma Tesauro, che sottolinea di essere cattolico ma anche "un giudice della Consulta". .
- Roma, 29 set. - La difesa dell'articolo 18 "non e' il capriccio di una sinistra ferma alla polaroid mentre il mondo e' digitale". Lo ha detto Gianni Cuperlo, esponente della sinistra dem, rispondendo a Matteo Renzi nel corso della direzione Pd. "Nessuno tra noi, ne' alle primarie ne' alla vigilia del voto europeo, ha messo sul tavolo una proposta di questo tipo, non e' stata avanzata", ha aggiunto. .
- Roma, 29 set. - "Silvio Berlusconi e' favorevole ai matrimoni gay". Lo sostiene Vladimir Luxuria, che oggi e' intervenuta al programma di Rai Radio2 'Un Giorno da Pecora'. "Con Berlusconi avevo parlato anche di persona, nel ventennale del Maurizio Costanzo Show. Io organizzai una sfilata di drag queen, eravamo una ventina. All'improvviso, entro' nel nostro camerino e disse: 'benvenute a tutte queste signore'". Luxuria riferisce di aver parlato con Berlusconi "al telefono. Francesca mi ha detto: 'ti faccio dire da Berlusconi cosa ha pensato della mia partecipazione al Gay Village'". E il leader di Forza Italia ha spiegato: "La chiamo onorevole perche' questo titolo resta per sempre - riferisce ancora Luxuria - mentre a me quello di senatore me lo hanno tolto. Poi mi ha ringraziato per le carinerie riservate alla Pascale sabato al Gay Village". Ed e' vero che sui matrimoni gay il Cavaliere le ha detto di essere favorevole? "Lo ha detto alla Pascale. Lei mi ha detto: 'Silvio e' favorevole", conclude l'ex onorevole. .
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