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- CdV, 26 set. - I vescovi italiani gelano Renzi. "E' giovane, e' simpatico, sa dire tante cose simpatiche" dicono, "ma il rischio e' che sempre di piu' da noi valgano gli slogan e non i ragionamenti, ma con barzellette, slogan e cosine cosi', cosa pensiamo di andare a dire all'Unione Europea?". Monsignor Nunzio Galantino giudica "inadeguate" le risorse che il governo ha messo in campo "per scuola e universita'". "Se oltre al Corriere della sera, all'amministratore delegato della Fiat, volete mettere insieme anche i vescovi tra quelli che si interessano alla persona di Matteo Renzi, noi non siamo interessati, non partecipiamo all'identikit di Matteo Renzi, ma diamo gia' un giudizio: la famiglia non ci pare messa al centro della politica italiana, e accanto alla famiglia ci mettiamo anche la scuola" aggiunge il segretario della Cei "Non ce l'ho con Renzi". I vescovi prendono posizione anche sull'articolo 18. "Sulla questione del lavoro", ci sono "troppe bandiere che sventolano" ha detto Monsignor Galantino in una conferenza stampa a conclusione del Consiglio episcopale permanente. In proposito, il segretario della Cei ha aggiunto che "preoccupa sempre quando alcuni temi decisivi vengono posti sul piano dello scontro", perche' "la categoria del contro e' sterile" e "alla fine ci saranno morti da una parte e dall'altra" e vengono adottate "soluzioni a mezz'aria". Secondo monsignor Galantino, "e' vero che molti nei sindacati vogliono la conservazione dell'esistente", ma "lo sguardo in avanti non si realizza mettendosi l'uno contro l'altro", e invece "troppa gente, nei sindacati e nella politica, piuttosto che cercare soluzioni al drammatico problema del lavoro, bada a tenere alto il numero dei propri iscritti". .
I segretari comunali e provinciali perdono i diritti di segreteria e il diritto di rogito. Effetti attenuati tuttavia per i segretari che non hanno la qualifica dirigenziale.

Kamsin Con la conversione del decreto sulla Pubblica Amministrazione, avvenuta con la legge 114/2014, dimagriscono i compensi dei segretari comunali e provinciali. Come si ricorderà, secondo le norme previgenti, gli enti locali erano infatti tenuti ad attribuire una quota dei diritti di segreteria percepiti dai Comuni connessi all’espletamento di servizi istituzionali quali ad esempio l'espletamento di pratiche anagrafiche o di stato civile, il rilascio di carte di identità, l'istruttoria pratiche ufficio tecnico, il rogito di contratti da parte del segretario comunale o provinciale. Si tratta di somme che vengono riscosse dai Comuni, fatta eccezione di una quota ripartita con cadenza trimestrale, che va in parte al fondo per la formazione dei segretari comunali e provinciali (il 10%) e la restante parte al Comune.

Il Comune era inoltre tenuto a versare al segretario comunale e provinciale il 75 per cento della quota sui diritti di rogito spettante al Comune, e comunque entro un massimo di un terzo dello stipendio in godimento.

L'articolo 10 del Dl 90/2014 interviene sulla materia prevedendo l'abolizione dell’attribuzione ai segretari comunali e provinciali delle quote loro spettanti dei diritti di segreteria e del diritto di rogito. Le somme pertanto verranno interamente acquisite dai bilanci degli enti locali. C'è solo un temperamento: per i segretari che non hanno la qualifica dirigenziale e per quelli che prestano la loro opera presso enti locali privi di dipendenti con qualifica dirigenziale, una quota dei diritti di segreteria spettanti ai Comuni è comunque attribuita ai segretari quale diritto di rogito, in misura non superiore ad un quinto dello stipendio. E vengono fatte salve inoltre le quote maturate prima della data di entrata in vigore del decreto-legge.

E' infine previsto che il rogito da parte del segretario avvenga esclusivamente su richiesta dell'ente locale.

Riforma Pensioni, piu' facile il pensionamento d'ufficio a 65 anni nelle PaZedde

Le abitazioni di lusso continuano a pagare l'Imu e la Tasi ma la somma delle due aliquote non può superare le aliquote massime previste per lo scorso anno.

Kamsin Tassazione senza sconti per chi risiede nelle abitazioni di lusso. Sono circa 73mila le unità immobiliari su un totale di oltre trenta milioni di abitazioni censite in catasto che dovranno pagare il binomio Imu-Tasi anche se sono adibite ad abitazione principale da parte dei proprietari.

Si tratta degli immobili a destinazione ordinaria nelle categorie catastali A/1 A/8 e A/9 che comprendono le abitazioni di tipo signorile, le abitazioni in ville e i castelli e palazzi di eminenti pregi artistici o storici. Per questi immobili anche se dovessero rappresentare la residenza principale dei loro proprietari non vale l'esenzione dall'imposizione Imu come prevista per l'abitazione principale in generale ai sensi di quanto indicato nella legge 147/2013. E analogamente non valgono le agevolazioni Tasi eventualmente previste dalle amministrazioni comunali per gli immobili definiti come abitazione principale.

La conseguenza è che i proprietari di immobili di lusso saranno tenuti al versamento dell'Imu nelle date di giugno e dicembre secondo quanto fissato dal regolamento comunale. Resta tuttavia fermo il vincolo previsto dall'articolo 1 comma 677 della legge 147 2013 secondo cui la somma delle aliquote Tasi e l'Imu non può superare, per quanto riguarda l'anno 2014, le aliquote massime Imu 2013 per questa tipologia di immobile.  Ciò significa che l'aliquota massima delle due imposte può arrivare a raggiungere il 6 per mille (incrementabile ulteriormente dello 0,8 per mille nell'ipotesi in cui il Comune abbia deliberato l'aumento extra concesso ai Comuni dal legislatore per finanziare interventi di detrazione imposta sulle abitazioni principali).

Per quanto riguarda l'appuntamento con l'Imu tuttavia il proprietario potrà applicare la detrazione che era prevista negli anni scorsi sulla prima casa, pari a 200 euro. Mentre non godrà della maggiorazione della detrazione di 50 euro per ogni figlio convivente di età inferiore a 26 anni.

Zedde

- Napoli, 26 set. - "La legge Severino e' una legge che va applicata. E' stata gia' applicata ad altri sindaci e penso che sia inevitabile che sia applicata". Il presidente del Senato Piero Grasso risponde cosi' ai cronisti che chiedono se la condanna riportata dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris comporti la sospensione dall'incarico istituzionale, nonostante la sospensione della pena.

"Poi naturalmente - aggiunge Grasso a margine dell'inaugurazione della fondazione Foqus - ci sara' il seguito dell'appello, dell'impugnazione, che potra' eventualmente dare un contorno definitivo alla vicenda". "De Magistris valutera' al meglio la situazione, e sa benissimo che se non lo dovesse fare, ci sarebbe comunque un provvedimento da parte del prefetto, non appena si rendera' esecutiva la sentenza o si depositera' la motivazione", ha sottolineato Grasso

DE MAGISTRIS, SOLO I GIUDICI CHE DOVREBBERO DIMETTERSI

Attacca i suoi ex colleghi in Consiglio comunale il sindaco di napoli Luigi De Magistris, dopo la condanna per abuso d'ufficio in un processo legato all'inchiesta Why not. "Mi chiedono di dimettermi dopo questa condanna - dice all'Aula - ma, guardandosi allo specchio e provando vergogna, dovrebbero dimettersi questi giudici". De Magistris torna anche su un elemento gia' evidenziato ieri in un tweet. "C'e' uno Stato profondamente corrotto - dice - io sono un uomo delle istituzioni. Le istituzioni pero' sapranno riparare queste violazioni di legge". "Questa esperienza durera' fino alla fine", ha aggiunto il sindaco confermando di non avere intenzione di dimettersi. "Quando si alza il tiro e non ci si piega all'artiglieria pesante, diventa piu' pericoloso. Ma non abbassiamo la guardia e resistiamo", aggiunge.

- Roma, 26 set. - "Ieri sono andato al Circo Massimo e ho fatto una piccola follia". A bordo di un monopattino elettrico Beppe Grillo ieri ha fatto una perlustrazione sul luogo dove si terra' la manifestazione del Movimento 5 stelle. "Romolo e Remo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio. Qui le gare, le gare di bighe - urla in un video pubblicato sul suo blog - Anco Marzio, Tarquinio il Superbo. 250.000 persone arrivavano al Circo Massimo da tutto il mondo conosciuto per vedere le grandi bighe. Tarquinio! Dove sei Tarquinio? Qui c'erano commerci, c'erano incontri, gente che si trovava e faceva incontri. Quello che vorremmo fare noi: incontrare le popolazioni del mondo. Venite qui a chiedere a noi e ai parlamentari! Potrete chiedere quello che volete! Sara' un grande raduno cari signori, un grande raduno. Vi aspettiamo il 10, 11 e 12 ottobre al Circo Massimo, Roma, per Italia 5 Stelle". .

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