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Renzi a lavoro su economia Facciamo noi riforme no Troika
Renzi, io decido su riforme non Troika ne' Bce
Renzi, no ordini da Troika o Bce Decido io su riforme italiane
- Roma, 10 ago. - Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi rilasciando un'intervista al Financial Times precisa che non prendera' ordini da nessuno. "Sono d'accordo con Draghi quando dice che l'Italia ha bisogno di riforme, ma come farle lo decido io, non la Troika, ne' la Bce, ne' la Commissione Europea". Renzi aggiunge: "Faro' io le riforme perche' l'Italia non ha bisogno di qualcun altro che ci spieghi cosa fare".
Renzi ritiene che la riforma del bicameralismo perfetto sia "la piu' importante" anche rispetto a quelle del lavoro e del taglio delle tasse, perche' "e' la piu' difficile".
Nel giorno dell'ingresso di Etihad in Alitalia, il premier dice: "Stiamo aprendo le porte" agli investitori stranieri, citando gli investimenti cinesi, indiani e statunitensi negli asset italiani.
"Non ho assolutamente alcuna intenzione di sfondare il tetto del 3%. Noi pensiamo di migliorare la crescita nel secondo semestre e il risultato sara' il 2,9%. Non supereremo il 3% perche' e' una questione di credibilita' e di reputazione per l'Italia, anche se altri dovessero superare quella soglia".Continua Matteo Renzi nell'intervista al FT "Non sono una persona timorosa per natura, ma sarei felice se l'euro non fosse cosi' forte rispetto al dollaro e se l'inflazione fosse un po' piu' alta".
Riforma del Lavoro, verso l'abolizione dell'articolo 18 sui nuovi assunti
Entrerà nel vivo dopo la pausa estiva la seconda fase dell'operazione che mira a semplificare il mercato del lavoro, il cd. Jobs Act. Dopo il primo pacchetto di provvedimenti che ha semplificato a marzo scorso il ricorso ai contratti a termine e l'apprendistato, a settembre il Parlamento sarà chiamato a dare il via libera alla ddl delega. Kamsin E il governo punta ad approvare tutti decreti delegati entro la fine del 2014 sperando così di completare entro i primi tre mesi del 2015 la riforma del lavoro.
Il piatto forte sul quale Matteo Renzi gioca gran parte della partita è il contratto a tutele crescenti, una novità che congelerà per i neo assunti l'articolo 18 per tre anni dando la possibilità alle imprese di licenziare in deroga alla disciplina vigente. Nei primi 36 mesi di durata del rapporto, una volta superato il periodo di prova di 6 mesi, il datore di lavoro potrà uscire dal contratto senza motivazione ma rispettando il periodo di preavviso. Per il dipendente (che comunque potrà chiedere il reintegro in caso di allontanamento discriminatorio), oltre a quanto maturato e dovuto durante il rapporto, è previsto il pagamento di una indennità pari a due giorni di retribuzione per ogni mese lavorato. Una novità questa peraltro rafforzata dalla contestuale riduzione dei contributi sociali: l'imprenditore spenderà la metà di quanto investe adesso per un dipendente a tempo indeterminato e un terzo in meno rispetto a uno dipendente a tempo determinato.
In tema di contratti il Jobs act prevede poi una bella sforbiciata alle tipologie. Da 40 ne resteranno in vigore al massimo 6. In questo modo, oltre al tempo indeterminato classico e quello a tutele crescenti, resterebbero l'apprendistato, il contratto a termine e quello di somministrazione.
Poi c'è la partita sugli ammortizzatori sociali che dovranno essere ristrutturati, la semplificazione delle procedure di assunzione e la trasformazione delle misure per la tutela della maternità. Piu' in forse, per problemi di copertura economica, invece l'assegno minimo per tutti coloro che perdono il posto di lavoro e che sono ancora coperti dalle tutele di Aspi e miniAspi. L'erogazione del sussidio, subordinato all'obbligo di seguire un corso di formazione professionale e cancellato nel caso in cui il disoccupato rifiuti una nuova proposta di lavoro, dovrebbe essere gestito da un'Agenzia unica federale.
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Renzi: soldi per la scuola, non per gli F35
Riforma Pensioni, nelle Pa scatta il pensionamento d'ufficio a 62 anni
Con l'approvazione definitiva del Dl 90/2014 è passata la norma che stabilizza la possibilità per le Pa di risolvere il rapporto di lavoro al compimento della massima anzianità contributiva. Kamsin Nello specifico l'articolo 1, comma 5 del Dl 90/2014 consente alle pubbliche amministrazioni (di cui all’art. 1, comma 2, del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni), incluse le autorità indipendenti, a decorrere dalla maturazione del requisito di anzianità contributiva per l’accesso al pensionamento (attualmente pari a 42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne) e non prima del compimento dei 62 anni di età (al di sotto della quale opererebbero riduzioni percentuali del trattamento pensionistico), di risolvere il rapporto di lavoro ed il contratto individuale (con un preavviso di sei mesi, come già previsto dalla normativa vigente).
Si tratta questa di una facoltà concessa alla Pa, non dunque di un obbligo, che la previgente disciplina riconosceva temporaneamente, sino al 31.12.2014.
La risoluzione deve essere operata "con decisione motivata con riferimento alle esigenze organizzative e ai criteri di scelta applicati e senza pregiudizio per la funzionale erogazione dei servizi" e ricomprede anche il personale dirigenziale ed i membri delle autorità indipendenti. Restano esclusi dall'àmbito di applicazione dell'istituto i magistrati, i professori universitari ed i responsabili sanitari di struttura complessa; mentre per i dirigenti medici e del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale, la risoluzione viene ammessa non prima del raggiungimento del sessantacinquesimo anno di età. L'istituto continua a non trovare immediata applicazione nei comparti sicurezza, difesa ed esteri.
La disposizione, come riformulata nel corso dell'esame in Parlamento, dunque conferma quanto indicato da Pensioni Oggi ed indica che il lavoratore deve aver raggiunto almeno i 62 anni affinchè la risoluzione possa avere efficacia (mentre appare non esercitabile qualora il soggetto sia un "precoce" ossia sterilizzi la penalizzazione sino al 2017 pur non avendo perfezionato i 62 anni ai sensi dell'articolo 6, comma 2-quater del Dl 216/2011).
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Decreto sblocca Italia, nessuna novità sulle pensioni
Nello "sblocca Italia", uno dei provvedimenti in discussione a Palazzo Chigi il prossimo 29 Agosto non ci saranno novità per quanto riguarda il settore previdenziale. E' quanto si apprende da fonti vicine all'esecutivo che stanno mettendo a punto il decreto legge con misure per semplificare l'edizilia e sbloccare la burocrazia per le infrastrutture. Kamsin Nel provvedimento ci saranno probabilmente anche alcune norme sul ruolo che potrebbe avere Cassa depositi e prestiti nel finanziamento di nuovi progetti e nel lancio di nuovi strumenti finanziari.
Nel decreto ci sarà quindi il commissariamento di grandi opere ferroviarie come la Napoli-Bari e la Brescia-Padova e altre forme di accelerazione procedurale; una riduzione della soglia minima di accesso al credito di imposta in favore di privati che finanziano infrastrutture (da 200 milioni a 50 milioni).
Molte le norme sull'edilizia: la Scia sarà sufficiente, al posto del permesso di costruire, per il frazionamento o l'accorpamento di unità immobiliare con aumento delle unità immobiliari o variazione del «carico urbanistico» e in tutti i casi di manutenzione straordinaria. Sarà limitato il potere di autotutela dell'amministrazione nel rilascio della Scia. L'agibilità degli edifici sarà attestata dai direttori lavori, lo sportello unico attesterà il silenzio-assenso sulla richiesta di rilascio di permessi di costruire, le Regioni avranno inoltre poteri sostitutivi sui piani urbanistici attuativi, le opere di urbanizzazione potranno essere affidate direttamente ai soggetti attuatori degli interventi complessi di riqualificazione urbana.
Zedde
Esodati, nulla di fatto per l'approvazione della sesta salvaguardia
Niente da fare per una rapida approvazione del disegno di legge in materia di sesta salvaguardia. Il provvedimento è stato approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati all'inizio del mese di luglio. Kamsin Ora, complice la chiusura dei lavori di Palazzo Madama sino al 31 Agosto, il provvedimento inizierà probabilmente l'iter conclusivo non prima di metà Settembre. Anche perchè ancora ad oggi non è stata fissata una data per la sua trattazione in Commissione Lavoro al Senato.
I tempi piu' lunghi comporteranno non solo maggiore ansia per i potenziali beneficiari del provvedimento, ma anche una sorta di decurtazione dell'assegno pensionistico. Il ddl infatti specifica che la pensione, per tali soggetti, non potrà avere decorrenza anteriore alla data di entrata in vigore del ddl. Pertanto piu' slitta in avanti l'approvazione del provvedimento più sarà posticipata la data di percezione del primo rateo in regime di salvaguardia.
Il ddl sulla sesta salvaguardia - Il ddl sulla sesta salvaguardia prevede, nella sua versione uscita da Montecitorio, la tutela di ulteriori 32.100 lavoratori appartenenti ai seguenti profili: a) lavoratori in mobilità (5.500 soggetti); b) prosecutori volontari (12.000 soggetti); c) lavoratori cessati per accordi individuali o collettivi, licenziati individuali (8.800 soggetti); d) lavoratori in congedo per la cura di parenti disabili (1.800 soggetti). Ed estende inoltre la platea dei beneficiari anche ad una nuova categoria: e) i cessati da un rapporto di lavoro a tempo determinato (4mila soggetti). (Qui lo strumento di Pensioni Oggi per verificare in anteprima la possibilità di accedere al beneficio).
Intervento che viene attuato attraverso 8.100 nuove posizioni da finanziarie e 24mila già finanziate ma non utilizzate. Si tratta nello specifico di 20mila posizioni derivanti dalla seconda salvaguardia che viene pertanto ridotta da 55mila a 35mila posizioni (con un intervento chirurgico sull'articolo 22, comma 1, lettera a) del Dl 95/2012 che riduce la capienza del contingente da 40mila a 20mila posti) e da 4mila posizioni rese disponibili nella quarta salvaguardia che vede ridursi la capienza del contingente dei cessati unilaterali da 6.500 posizioni a 2.500 (l'intervento opera sull'articolo 11, comma 2 del Dl 102/2013).
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