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- Roma, 10 ago. - Una settimana di lavoro a capofitto, sui dossier economici, per dimostrare che il governo le riforme le fa non perche' le chiede l'Europa ma perche' ci crede e anche per dimostrare che non c'e' nessuna 'tutela' da parte della Troika sull'Italia. "Sono d'accordo con Draghi quando dice che l'Italia ha bisogno di riforme, ma come farle lo decido io, non la Troika, ne' la Bce, ne' la Commissione Europea" afferma Renzi, in una intervista al 'Financial Times', che lo stesso quotidiano definisce "pugnace". Dopo giorni di critiche, incassato l'uno-due di Alitalia e riforma del Senato, il premier parte all'attacco e reagisce al doppio colpo giunto dai dati Istat sul Pil e dalle parole del governatore della Bce con un vivace scatto d'orgoglio: "faro' io le riforme perche' l'Italia non ha bisogno di qualcun altro che ci spieghi cosa fare". Sui conti Renzi assicura i mercati che non ci saranno sforamenti: "Non ho assolutamente alcuna intenzione di sfondare il tetto del 3%. Noi pensiamo di migliorare la crescita nel secondo semestre e il risultato sara' il 2,9%. Non supereremo il 3% perche' e' una questione di credibilita' e di reputazione per l'Italia, anche se altri dovessero superare quella soglia". Ma l'obiettivo che si da' il premier e' ambizioso ed e' un guanto di sfida alle accuse giunte in questi giorni: "porteremo l'Italia fuori dalla crisi: l'Italia ha un grande futuro, le finanze italiane sono sotto controllo e continueremo a ridurre le tasse. Faremo cose rivoluzionarie". Con una battuta, il premier fa notare che nemmeno nelle dittature si fanno le riforme cosi' velocemente e lo stesso Ft definisce una pietra miliare quella del Senato. Per non perdere il passo la prossima settimana, Renzi sara' a Roma, concentrato sul dl SbloccaItalia e sulla spending review, che dovranno essere pronti per fine mese. Poi il 13 andra' a Milano per un blitz nei cantieri dell'Expo, e poi il 14, a Palermo, Napoli e Reggio Calabria con al centro il tema dell'uso dei fondi europei, senza dimenticare i dossier Bagnoli, Finmeccanica, tribunali, scuole e cantieri idrici. E l'intenzione e' di sottrarsi all'abbraccio soffocante di Bruxelles e Francoforte. Per questo il premier ha deciso di correre, perche', come ha spiegato agli scout riuniti a San Rossore stamane, "se qualcuno afferma che la parola d'ordine e' paura o timore, si sappia che la parola d'ordine e' coraggio". E anche perche' Renzi, che ha gia' avviato "il conto alla rovescia" per la sua autorottamazione, sa che essa sara' tanto piu' rapida quanto meno saranno risolti i problemi del Paese. Il voto anticipato resta sullo sfondo nelle chiacchiere di Transatlantico, soprattutto ora che il voto del Senato ha reso plastica la fragilita' della maggioranza soprattutto per la presenza di dissidenti nel Pd. Ma Renzi smentisce seccamente: "personalmente mi converrebbe" pero' la battaglia da vincere non e' quella dei renziani "e' quella del Paese". .
- Roma, 10 ago. - Il presidente del Consiglio Matteo Renzi in un'intervista al Financial Times parla del suo piano per le riforme. "Sono d'accordo con Draghi quando dice che l'Italia ha bisogno di riforme, ma come farle lo decido io, non la Troika, ne' la Bce, ne' la Commissione Europea". Renzi aggiunge: "Faro' io le riforme perche' l'Italia non ha bisogno di qualcun altro che ci spieghi cosa fare". .

- Roma, 10 ago. - Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi rilasciando un'intervista al Financial Times precisa che non prendera' ordini da nessuno. "Sono d'accordo con Draghi quando dice che l'Italia ha bisogno di riforme, ma come farle lo decido io, non la Troika, ne' la Bce, ne' la Commissione Europea". Renzi aggiunge: "Faro' io le riforme perche' l'Italia non ha bisogno di qualcun altro che ci spieghi cosa fare".

Renzi ritiene che la riforma del bicameralismo perfetto sia "la piu' importante" anche rispetto a quelle del lavoro e del taglio delle tasse, perche' "e' la piu' difficile".

Nel giorno dell'ingresso di Etihad in Alitalia, il premier dice: "Stiamo aprendo le porte" agli investitori stranieri, citando gli investimenti cinesi, indiani e statunitensi negli asset italiani.

"Non ho assolutamente alcuna intenzione di sfondare il tetto del 3%. Noi pensiamo di migliorare la crescita nel secondo semestre e il risultato sara' il 2,9%. Non supereremo il 3% perche' e' una questione di credibilita' e di reputazione per l'Italia, anche se altri dovessero superare quella soglia".Continua Matteo Renzi nell'intervista al FT "Non sono una persona timorosa per natura, ma sarei felice se l'euro non fosse cosi' forte rispetto al dollaro e se l'inflazione fosse un po' piu' alta".

Entrerà nel vivo dopo la pausa estiva la seconda fase dell'operazione che mira a semplificare il mercato del lavoro, il cd. Jobs Act. Dopo il primo pacchetto di provvedimenti che ha semplificato a marzo scorso il ricorso ai contratti a termine e l'apprendistato, a settembre il Parlamento sarà chiamato a dare il via libera alla ddl delega. Kamsin  E il governo punta ad approvare tutti decreti delegati entro la fine del 2014 sperando così di completare entro i primi tre mesi del 2015 la riforma del lavoro.

Il piatto forte sul quale Matteo Renzi gioca gran parte della partita è il contratto a tutele crescenti, una novità che congelerà per i neo assunti l'articolo 18 per tre anni dando la possibilità alle imprese di licenziare in deroga alla disciplina vigente. Nei primi 36 mesi di durata del rapporto, una volta superato il periodo di prova di 6 mesi, il datore di lavoro potrà uscire dal contratto senza motivazione ma rispettando il periodo di preavviso. Per il dipendente (che comunque potrà chiedere il reintegro in caso di allontanamento discriminatorio), oltre a quanto maturato e dovuto durante il rapporto, è previsto il pagamento di una indennità pari a due giorni di retribuzione per ogni mese lavorato. Una novità questa peraltro rafforzata dalla contestuale riduzione dei contributi sociali: l'imprenditore spenderà la metà di quanto investe adesso per un dipendente a tempo indeterminato e un terzo in meno rispetto a uno dipendente a tempo determinato.

In tema di contratti il Jobs act prevede poi una bella sforbiciata alle tipologie. Da 40 ne resteranno in vigore al massimo 6.  In questo modo, oltre al tempo indeterminato classico e quello a tutele crescenti, resterebbero l'apprendistato, il contratto a termine e quello di somministrazione.

Poi c'è la partita sugli ammortizzatori sociali che dovranno essere ristrutturati, la semplificazione delle procedure di assunzione e la trasformazione delle misure per la tutela della maternità. Piu' in forse, per problemi di copertura economica, invece l'assegno minimo per tutti coloro che perdono il posto di lavoro e che sono ancora coperti dalle tutele di Aspi e miniAspi. L'erogazione del sussidio, subordinato all'obbligo di seguire un corso di formazione professionale e cancellato nel caso in cui il disoccupato rifiuti una nuova proposta di lavoro, dovrebbe essere gestito da un'Agenzia unica federale.

Jobs Act, Poletti: ci saranno meno tutele passive sul lavoro, sono tossicheZedde

- Roma, 10 ago. - "Le bollette d'oro di Montecitorio". Si intitola cosi' il post pubblicato sul blog di Beppe Grillo, in cui si riporta la lettera inviata dai parlamentari pentastellati, componenti dell'ufficio di presidenza della Camera, Luigi Di Maio (vice presidente della Camera), Riccardo Fraccaro e Claudia Mannino, alla presidente di Montecitorio, Laura Boldrini, per tagliare i costi della Camera dei deputati. "La Camera dei deputati e' una mastodontica struttura energivora, alimentata da sistemi datati e impianti fatiscenti che generano consumi annui pari 6 milioni di euro - si legge nel post - Palazzo Montecitorio, con i suoi 36mila metri quadrati di superfice, non e' l'unica sede per le attivita' dei deputati: ci sono anche gli immobili di via del Seminario, vicolo Valdina, via della Missione, il palazzo Theodoli Bianchelli... Un complesso di edifici rimasti fermi agli anni '50, in termini tecnologici, che assorbono un'enorme quantita' di risorse energetiche: solo di luce, acqua e gas, la spesa dei cittadini per i consumi della Camera e' di 30 milioni di euro per ogni legislatura. Un salasso insostenibile"."I portavoce che fanno parte dell'Ufficio di Presidenza, Riccardo Fraccaro, Luigi Di Maio e Claudia Mannino, hanno formalizzato la proposta M5S contro le bollette d'oro di Montecitorio per tagliare radicalmente questo spreco di risorse - si legge ancora sul blog di Grillo - Con una lettera inviata alla Presidente Boldrini, i deputati a 5 stelle presentano il primo progetto di riduzione e razionalizzazione dei consumi dei Palazzi del potere. Questo si' che ce lo chiede l'Europa: il D.Lgs. 102/2014 di recepimento della Direttiva 2012/27/UE impone alla Pubblica Amministrazione centrale l'efficientamento energetico delle proprie strutture in ragione del 3% annuo. La proposta del MoVimento e' di assegnare l'elaborazione del progetto per una "Camera verde" al Gestore dei Servizi Energetici, la societa' pubblica che si occupa di gestione, promozione e incentivazione dell'energia da fonti rinnovabili, naturalmente a titolo gratuito e senza alcun tipo di onere. Un piano di efficientamento e riqualificazione e' indispensabile per ridurre i costi a fronte di un aumento delle prestazioni energetiche, abbattere le emissioni inquinanti nell'ottica di un utilizzo rispettoso delle risorse e, in definitiva, trasformare la Camera in una struttura moderna e sostenibile. Le istituzioni devono dare il buon esempio, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi nazionali di efficienza, riqualificando gli impianti esistenti con l'utilizzo di fonti rinnovabili e migliorando le prestazioni energetiche degli edifici. Investire in questo settore in tutto il Paese significa creare un vero e proprio "Green deal" e porre le basi per uno sviluppo sostenibile: con l'efficientamento e la riqualificazione energetica sono stimati risparmi annui pari a 7 miliardi di euro, si possono creare 1 milione e mezzo di posti di lavoro, per non parlare degli effetti positivi su salute e ambiente, della possibilita' di ridurre la dipendenza energetica dall'estero e della capacita' di attrare nuovi investimenti. Cominciamo da Montecitorio a costruire un Paese a 5 Stelle", conclude il post. .
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