Notizie

Notizie

- Roma, 27 mag. - Per Scelta Civica e' il giorno della resa dei conti. Dopo la cocente sconfitta alle Europee con il deludente 0,71% dei voti, questa sera nella sede di via Poli si riunira' l'assemblea dei parlamentari del partito. Al centro del dibattito l'azzeramento delle cariche interne ma soprattutto il percorso strategico da intraprendere. Il clima e' quanto mai teso con una raccolta di firme che chiede apertamente le dimissioni dei capigruppo di Camera e Senato, Romano e Susta, e chiedere un passo indietro a Stefania Giannini, ministro dell'Istruzione, dal ruolo di segretario nazionale.

I tre - a cui viene addebitata la responsabilita' della corsa elettorale che in molti avrebbero preferito evitare - ancora non hanno deciso se presentarsi, per giocare d'anticipo, con in mano le dimissioni in modo da facilitare il confronto o andare allo scontro frontale. Certo i rapporti di forza interni non giocano a loro favore. La loro tesi verso una graduale confluenza nel Pd e' nettamente in minoranza rispetto alla stragrande maggioranza, circa l'80%, che guarda invece con simpatia nella direzione opposta cioe' crede in una affinita' elettiva con il Nuovo centro destra di Angelino Alfano.

- Roma, 27 mag. - Napolitano ha ricevuto questa mattina al Quirinale Matteo Renzi. A quanto si apprende l'incontro, durato circa un'ora, si e' tenuto in vista del vertice di questa sera a Bruxelles dell'Unione Europea e per uno scambio di idee sull'imminente semestre di presidenza italiana dell'Unione Europea. Dopo il terremoto che ha portato all'Europarlamento un massiccio drappello di deputati euroscettici, nell'Ue si e' aperta la battaglia per conquistare i posti chiave alla guida dell'Ue. Stasera i capi di Stato e di governo dei Ventotto si incontrano a Bruxelles per una cena informale a partire dalle 19 in cui analizzeranno i dati del voto, parleranno ovviamente di Ucraina, ma soprattutto avvieranno il 'risiko' delle poltrone. I dati definitivi hanno confermato che a vincere le eiropee e' stato il Ppe e il suo candidato alla presidenza della Commissione, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, che ha ottenuto 213 seggi. Al secondo posto i socialisti di Martin Schulz, che hanno ottenuto 190 deputati, seguiti dai liberali dell'Alde con 64 e dai Verdi con 52. Oggi, in una riunione che ha preceduto l'inizio dei negoziati, il presidente dell'Europarlamento, Schulz, e i leader dei gruppi politici si sono riuniti e hanno incaricato Juncker di cercare l'appoggio della maggioranza necessaria per presiedere la Commissione. Junker, candidato naturale a sostituire l'attuale presidente Jose Durao Manuel Barroso, rivendica la poltrona, ma lunedi' pomeriggio, incassata la batosta elettorale, il premier britannico, David Cameron, incassata la batosta elettorale (portera' a Strasburgo 19 deputati, uno in meno dei laburisti e 5 in meno del trionfante Ukip di Nigel Farage) si e' imbarcato in una serie di telefonate ai colleghi europei per invitarli a trarre lezione dall'ondata populista. Il processo di nomina del capo dell'esecutivo comunitario e' definito dai Trattati in termini molto generici (spetta ai leader dell'Ue proporre un candidato, tenendo conto del risultato delle urne), il che lascia spazio alle diverse interpretazioni. Secondo Cameron, i leader europei dovrebbero prima individuare le riforme necessarie e poi scegliere il candidato piu' adatto per attuarle: il premier britannico -che ha promesso un referendum sull'appartenenza del Regno Unito all'Ue nel 2017 in caso i Tories vincano le elezioni del maggio 2015- ritiene che la visione troppo federalisti di Juncker rischia di danneggiare il suo progetto di riformare i rapporti tra Gb e Ue. Insomma, una partita delicatissima su cui si gioca il futuro dell'Ue. Tra l'altro, stamane anche Marine Le Pen ha annunciato che, se arrivera' a governare la Francia, proporra' un referendum per l'uscita dall'Ue simile a quello che vuole Cameron.
- Genova, 27 mag. - "E' sereno. Vi garantisco, pero', che oggi non parla". Cosi la moglie di Beppe Grillo, Parvin, rientrando nella villa di Sant'Ilario. La donna, che era uscita in auto verso le 13 per andare a prendere il figlio piu' piccolo a scuola, si e' fermata qualche istante fuori dal cancello parlando con i giornalisti. Davanti alla villa di Grillo un vero e proprio assedio di cronisti e telecamere. Il leader del M5S e' tornato a casa ieri sera da Milano dopo la riunione con Casaleggio, e ha detto ai cronisti: "sto da Dio". Oggi invece Grillo non e' uscito di casa. Durante la mattinata sono arrivati alla villa conoscenti del leader del M5S, il postino e il fruttivendolo. Prima di pranzo sono usciti i figli, Rocco e Valentina. Nessuno ha rilasciato dichiarazioni. Un amico di infanzia di Grillo, invece, lasciando la villa ha detto: "l'ho visto sereno e ironico come sempre ma abbiamo parlato di cose frivole, non di politica". Dai deputati grillini, intanto, arriva un appello: "Grillo e Casaleggio devono assolutamente legittimare ad esistere chi manifesta un'indole un po' piu' mite, un po' piu' calata sulla materia lavorativa per iniziare ad avere un dialogo interno: non e' possibile che Grillo porti sul palco soltanto cinque o sei persone, i fedeli servitori, in una manifestazione plastica di come lui intende un gruppo parlamentare". A dichiararlo e' Tommaso Curro', deputato del Movimento 5 Stelle, questa mattina dai microfoni di Radio Citta' Futura, all'indomani della sconfitta elettorale del Movimento. "E' un cerchio magico in cui i fedeli servitori di Grillo sono in malafede - ha proseguito Curro' - non e' possibile che Grillo abbia ragione da un anno su tutto perche' o e' un dio che non si puo' discutere oppure c'e' una paura o una convenienza nel non manifestare mai una propria critica". "Si sono utilizzati dei toni che hanno emarginato una componente dei deputati che avrebbe potuto portare una credibilita' diversa - ha aggiunto Curro' - io, che ho una mentalita' piu' autonoma, sono fuori da un anno. A questo punto si prenda atto che si vuole un clan e si costruisca un clan, non un partito", ha concluso il grillino che quest'inverno e' stato ad un passo dall'essere espulso dal Movimento. .
- Roma, 27 mag. - Estremisti, antieuropeisti, nazionalisti e populisti vincono le elezioni europee: avranno 141 seggi su 751 eurodeputati. Considerando estremisti anche gli europarlamentari della sinistra radicale di Tsipras, il conto aumenta: saranno 186 su 751, quasi il 25% dell'emiciclo. Perdono i gruppi politici tradizionali: il Ppe (partito di maggioranza relativa) lascia sul campo di battaglia 61 seggi e scende da 274 eurodeputati a 213. Il Pse perde 5 seggi e passa da 195 eurodeputati a 190. Seguono i liberali dell'Alde con 64 seggi (-20 rispetto al 2009), i Verdi 52 seggi (-6), i Conservatori 46 seggi (-11), la Sinistra radicale 45 seggi (+10), l'Europa delle Liberta' (Lega, Ukip, Veri finlandesi, il Danish People) con 38 seggi (+7), i non iscritti (Le Pen, Vlaams Belang, Jobbik, Pvv, Freiheitliche Partei) con 41 seggi (+9), i cosiddetti 'Altri' (Alternative fuer Deutschland, l'estrema destra tedesca Npd, i neonazisti greci di Alba Dorata, gli spagnoli di Podemos, il Movimento 5 Stelle, la nuova destra polacca Knp, il Partito ambientalista della Terra portoghese, i Democratici svedesi che sono di destra) con ben 62 seggi. All'interno del Ppe il gruppo principale sara' quello della tedesca Cdu-Csu con 34 eurodeputati. A seguire l'Ump francese con 20 seggi, Piattaforma civica polacca 19, i popolari spagnoli 16, Forza Italia 13, gli ungheresi di Fidesz 12. All'interno del Pse il gruppo principale sara' quello del Pd con 31 eurodeputati. A seguire la tedesca Spd 27, i laburisti britannici 20, i socialisti romeni 16, gli spagnoli del Psoe 14, i socialisti francesi 13. Tra i liberali dell'Alde i partiti maggiori saranno i francesi dell'Udi con 7 seggi e i romeni del Pnl con 6 eurodeputati. Tra i verdi prevalgono i Gruenen tedeschi con 11 seggi. Tra i conservatori prevalgono i Tories britannici e il Partito polacco Diritto e Giustizia con 19 eurodeputati ciascuno. Nella sinistra radicale i gruppi maggiori saranno la Linke tedesca con 7 seggi e i greci di Syriza con 6 eurodeputati. Tra i nazionalisti l'Ukip avra' 24 seggi, la Lega 5, il Danish People 4. Tra i non iscritti il gruppo piu' grande sara' il Front National francese con 24 seggi. A seguire gli austriaci del Freiheitliche Partei e gli olandesi del Pvv con 4 seggi ciascuno. Jobbik avra' 3 seggi. Tra i cosiddetti 'Altri' il gruppo piu' grande e' quello del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo con 17 seggi. Seguono Alternative fuer Deutschland con 7 eurodeputati, gli spagnoli di Podemos con 5 seggi e i greci di Alba Dorata con 3 eurodeputati. .

Dopo le elezioni europee si rasserena il dibattito politico e al ministero del lavoro si torna a discutere sulle modifiche da apportare alle pensioni. Tema caldo che comprende tanti capitoli aperti su cui probabilmente si interverrà in piu' riprese a seconda delle risorse disponibili a bilancio.

{div class:article-banner-left}{/div}

L'idea dell'esecutivo a guida Renzi, legittimato in toto dal voto di Domenica, è di accelerare e di approvare già alcune norme sulle pensioni con la Riforma della Pubblica Amministrazione in vista del Cdm del prossimo 13 Giugno quando verrà ufficialmente presentata ai giornalisti. All'ordine del giorno c'è comunque l'abrogazione del trattenimento in servizio e la reintroduzione dell'esonero, istituto abrogato con la legge 214/2011, che consentirebbe una sorta di uscita anticipata sull'età pensionabile attuale. Anticipo tuttavia che secondo le dichiarazioni della Madia potrebbe essere limitato ad un anno, massimo due rispetto alle vigenti norme e comunque sempre nell'ottica di favorire la cd. staffetta generazionale, punto chiave per l'esecutivo Renzi.

Poi dovrebbero essere svelate le decisioni sul personale della scuola, i cd. Quota 96, che freme per vedersi riconoscere la deroga per uscire il prossimo 1° Settembre.  Tema questo oggetto di uno specifico impegno per risolvere la vicenda assunto durante le elezioni del titolare del dicastero di Viale Trastevere, Stefania Giannini, che ha peraltro pubblicamente riconosciuto essere «frutto di un errore legislativo».
Sono oltre due anni che questo personale si batte per vedersi riconoscere il diritto di poter andare in pensione con i requisiti di età e di anzianità contributiva richiesti dalla normativa previgente l'entrata in vigore della riforma Fornero e posseduti entro il 31 agosto 2012, termine dell'anno scolastico 2011/2012. Due anni di proteste, di ricorsi alla magistratura e di esposti che sinora però non hanno prodotto alcun esito. Si può anche ricordare, come sostiene la Cisl Scuola, che a fronte di 4mila potenziali beneficiari della norma, come stimati dal Miur, solo una piccola parte deciderà effettivamente di avvalersi della deroga, se approvata. In molti infatti potrebbero decidere di rimanere comunque sul posto di lavoro al fine di maturare una pensione piu' elevata. Ciò secondo il sindacato comporterebbe oneri minori di quelli stimati dalla Ragioneria dello Stato.

E poi c'è il tema legato agli esodati, il capitolo di gran lunga piu' spinoso per l'esecutivo per il quale ancora non si è individuata una soluzione soddisfacente. Con l'ultima salvaguardia, la quinta, si è riconosciuto il beneficio delle vecchie regole in favore di altre 23mila persone ma restano molti gli esclusi, colpiti da una Riforma ingiusta nel 2011. Per questi soggetti il ministro Poletti ha avviato un tavolo di confronto con l'Inps, sinora inconcludente, che si spera però porti all'adozione di una soluzione strutturale.

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati