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La Camera approva la fiducia sul decreto Lavoro. Domani atteso il via libera definitiva sul testo

La Camera ha votato la fiducia al governo sul decreto Lavoro. Il testo ha ottenuto 333 voti favorevoli e 159 contrari.

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 L'Aula della Camera esaminerà gli ordini del giorno al decreto legge lavoro mercoledì dalle 9:30: lo ha deciso la presidente Laura Boldrini prendendo atto che la maggioranza dei gruppi chiedevano di non tenere seduta notturna e di proseguire nell'esame del testo mercoledì, quando dovrebbe dunque arrivare il via libera definitiva sul testo.  Per il governo Renzi è la nona fiducia. 

Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, si dice convinto che il decreto legge non aumenti la precarietà: "E alla fine - scommette - i numeri ci daranno ragione". Se così non fosse, assicura comunque, il governo sarà pronto a cambiare rotta. 

Ora, è la convinzione del Pd, si tratta di spostare l'attenzione sulle finte partite Iva, che "ormai - afferma Giovanna Martelli, componente della commissione Lavoro alla Camera - hanno le sembianze del lavoro subordinato. E' quindi su questa anomalia che si devono concentrare i nostri sforzi". Il decreto legge, sottolinea il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, è comunque "un compromesso accettabile". Soddisfatto, dopo le modifiche approvate al Senato, anche il Nuovo centrodestra che con il capogruppo in commissione Lavoro a Montecitorio Sergio Pizzolante si dice convinto come ora "ci si sia allontanati dalla legge Fornero e avvicinati a Marco Biagi".

 

 

- Roma, 13 mag. - L'Aula della Camera ha confermato la fiducia al governo sul dl lavoro con 333 si', 159 no Si tratta della terza fiducia incassata dal governo Renzi sul decreto. Per domani e' atteso il voto definitivo sul provvedimento che modifica l'attuale normativa sull'apprendistato e i contratti a termine. Le disposizioni si applicano ai rapporti di lavoro costituiti successivamente alla data di entrata in vigore del decreto. - CONTRATTI A TERMINE Il contratto a termine non puo' avere una durata superiore a trentasei mesi, comprensiva di eventuali proroghe, per lo svolgimento di qualunque tipo di mansione, sia nella forma del contratto a tempo determinato, sia nell'ambito di un contratto di somministrazione a tempo determinato. Il numero complessivo di contratti a tempo determinato stipulati da ciascun datore di lavoro non puo' eccedere il limite del 20 per cento del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1 gennaio dell'anno di assunzione. Per i datori di lavoro che occupano fino a cinque dipendenti e' sempre possibile stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato. I lavoratori assunti a termine in violazione del limite percentuale sono considerati lavoratori subordinati con contratto a tempo indeterminato sin dalla data di costituzione del rapporto di lavoro. Ferma restando la possibilita' per i contratti collettivi nazionali di lavoro di individuare limiti diversi, esclusivamente per i datori di lavoro che occupano almeno trenta dipendenti l'assunzione di nuovi apprendisti e' subordinata alla prosecuzione, a tempo indeterminato, del rapporto di lavoro al termine del periodo di apprendistato, nei trentasei mesi precedenti la nuova assunzione, di almeno il 20 per cento degli apprendisti dipendenti dallo stesso datore di lavoro. Le proroghe sono ammesse, fino ad un massimo di cinque volte, nell'arco dei complessivi trentasei mesi, indipendentemente dal numero dei rinnovi. Nel computo del periodo massimo di durata del contratto a tempo determinato si tiene conto anche dei periodi di missione aventi ad oggetto mansioni equivalenti per la somministrazione di lavoro a tempo determinato. Viene prevista esplicitamente l'adozione in via sperimentale del contratto a protezione crescente nella futura delega legislativa che dovra' disciplinare, in un testo unico semplificato, i rapporti di lavoro. MATERNITA'. Per le lavoratrici il congedo di maternita' intervenuto nell'esecuzione di un contratto a termine presso la stessa azienda, concorre a determinare il periodo di attivita' lavorativa utile a conseguire il diritto di precedenza all'assunzione. A queste lavoratrici e' anche riconosciuto il diritto di precedenza anche nelle assunzioni a tempo determinato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi dodici mesi, con riferimento alle mansioni gia' espletate in esecuzione dei precedenti rapporti a termine. Il datore di lavoro e' tenuto a informare il lavoratore del diritto di precedenza mediante comunicazione scritta da consegnare al momento dell'assunzione. - APPRENDISTATO E FORMAZIONE. Il contratto di apprendistato contiene, in forma sintetica, il piano formativo individuale definito anche sulla base di moduli e formulari stabiliti dalla contrattazione collettiva o dagli enti bilaterali. Fatta salva l'autonomia della contrattazione collettiva, al lavoratore e' riconosciuta una retribuzione che tenga conto delle ore di lavoro effettivamente prestate nonche' delle ore di formazione almeno nella misura del 35% del relativo monte ore complessivo. Qualora la Regione non provveda a comunicare al datore di lavoro, entro quarantacinque giorni dalla comunicazione dell'instaurazione del rapporto, le modalita' per usufruire dell'offerta formativa pubblica il datore di lavoro non e' tenuto ad integrare la formazione di tipo professionalizzante e di mestiere con quella finalizzata all'acquisizione di competenze di base e trasversali. - CONTRATTI DI SOLIDARIETA'. I datori di lavoro che stipulino il contratto di solidarieta', hanno diritto, nei limiti delle disponibilita' preordinate nel Fondo per l'occupazione di cui e per un periodo non superiore ai 24 mesi, a una riduzione dell'ammontare della contribuzione previdenziale ed assistenziale ad essi dovuta per i lavoratori interessati dalla riduzione dell'orario di lavoro in misura superiore al 20 per cento. La misura della riduzione e' fissata dal decreto emendato al 35 per cento. ENTI DI RICERCA. Quegli enti che attivano contratti a termine, nella precedente formulazione non rientravano nel limite del 20% delle assunzioni a tempo determinato rispetto al numero dei dipendenti. Ora invece potranno protrarre il rapporto di lavoro dei ricercatori anche oltre 36 mesi e non oltre il periodo in cui e' prevista l'attuazione del progetto di ricerca. Vengono esentati gli enti di ricerca pubblici e privati al rispetto dei tetti fissati per i contratti a termine, pari al 20% del numero dei dipendenti e a 36 mesi di durata complessiva. La scadenza dei contratti a tempo determinato viene legata invece alla durata del progetto stesso. - SANZIONI PER CHI SFORA TETTO 20%. Introdotte sanzioni amministrative per le aziende che violano il limite del 20% di contratti a termine sul complesso dei dipendenti. Il provvedimento prevede una sanzione pari al 2 % della retribuzione se il numero dei lavoratori assunti in violazione del limite percentuale non e' superiore a un solo lavoratore. La multa sale al 50% della retribuzione se il numero dei lavoratori assunti in violazione del limite percentuale e' superiore a uno. - PRECEDENZA ASSUNZIONE PRECARI. Il diritto di precedenza all'assunzione del lavoratore che ha svolto attivita' a tempo determinato per almeno sei mesi con la stessa mansione e per gli stagionali, deve essere espressamente richiamato dall'azienda nell'atto scritto che avvia il contratto di lavoro. Lo stesso decreto modificato dalla Camera estende il beneficio alle donne in maternita', stabilendo che coloro che restano incinta durante il periodo di un contratto a termine possono conteggiare anche la gravidanza nella durata del contratto. .
- Roma, 13 mag. - Prima una giornata sul filo della tensione politica tra Roma e Bruxelles sull'emergenza immigrati, ovvero sul fatto che l'Italia sia lasciata sola nel fronteggiare le tragedie nel Mediterraneo e gli sbarchi sulle coste. Poi, in serata, la telefonata chiarificatrice tra la commissaria Ue agli Affari Interni, Cecilia Malmstrom, e il ministro degli Interni intaliano Angelino Alfano al quale e' stata espressa ancora una volta "la riconoscenza della Commissione europea per l'eccellente lavoro che l'Italia sta facendo per assistere i migranti e salvare vite umane in mare". Le polemiche hanno preso quando il portavoce della Malmstrom ha parlato di una lettera - spedita "in marzo al governo italiano" ma rimasta "senza risposta" - in cui si chiedevano "indicazioni concrete" su quello che Bruxelles avrebbe potuto fare in piu' rispetto a quanto gia' messo in campo. La replica di Alfano a queste affermazioni e' stata "ci sono quattro indicazioni precise che noi abbiamo sempre dato in tutti i contesti", vale a dire assistenza umanitaria in Africa, Frontex che agisca al posto dell'Italia mettendo bandiera europea sulle navi, la sede di Frontex in Italia (oggi e' a Varsavia) e diritto d'asilo non limitato al Paese di primo ingresso. "Noi - ha rincarato Alfano - non consentiremo che nessuno, neanche a livello di rapporto tra Commissione Ue e singoli Stati, giochi a scaricabarile facendo si' poi che il conto lo paghi l'Italia. Se ci sara' da andare dalla Malmstrom, io ci andro' anche domattina: invece di scrivere letterine andro' a dirle chiaramente in faccia quali sono le nostre richieste". Alfano ha detto inoltre che "le dichiarazioni della commissione Ue sono al confine tra il provocatorio e il ridicolo", ribadendo che a suon di burocrazia "muore l'Europa nel cuore dei cittadini europei. E' un'Europa della burocrazia quella che di fronte ai morti chiede letterine. Abbiamo gia' detto chiaramente nei vertici europei, nei Consigli dei ministri europei, in tutte le sedi che chiediamo l'aiuto dell'Europa". E in altri interventi nel corso della giornata ha ribadito che "abbiamo sempre detto queste cose in tutti i consessi internazionali, abbiamo promosso a ottobre una task force mediterranea che ha dato alcuni esiti e questi esiti non sono portati avanti". Alfano ha parlato anche di 'scaricabarile' da parte della commissione: "Dice che e' in scadenza e non puo' fare tutto quello che vorrebbe, oppure ci dice che queste sono competenze dei singoli Stati, non siamo nati ieri e sapremo rappresentare con forza le ragioni dell'Italia". In serata poi ecco arrivare il chiarimento tra Bruxelles e Roma. In una conversazione telefonica, definita "costruttiva e aperta", Cecilia Malmstrom ha espresso "ancora una volta" al ministro degli Interni italiano la "riconoscenza" della Commissione europea su come sta affrontando l'emergenza umanitaria. "Ho reiterato al ministro la disponibilita' della Commissione europea ad aiutare e sostenere l'Italia nei suoi sforzi per la gestione della crescente pressione migratoria e di richiedenti asilo". In una nota diffusa a Bruxelles dopo la telefonata intercorsa tra i due e' rilevato che la Malmstrom ha detto al ministro che "la Commissione e' al corrente del punto di vista italiano e che non ha mosso alcuna critica alle autorita' italiane. Ho infine spiegato al ministro Alfano che la lettera inviata il 14 aprile aveva il solo scopo di chiedere in che modo possiamo fornire ulteriore assistenza, e di identificare e garantire al meglio risposte congiunte alle sfide immediate che ci attendono". .

- Roma, 13 mag. - Al G-20 del 2011 funzionari europei chiesero agli Stati Uniti di aderire a un "complotto" per far cadere l'allora premier Silvio Berlusconi. Lo rivela Timothy Geithner, ex ministro del Tesoro Usa, nel suo memoir intitolato 'Stress test', e del quale danno conto in anticipo La Stampa e il Daily Beast. "Non possiamo avere il suo sangue sulle nostre mani, io dissi" a Barack Obama, racconta Geithner, che nel volume si sofferma sulla disastrosa situazione finanziaria che spinse quei funzionari a progettare il piano. "Ad un certo punto, in quell'autunno, alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere; volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti dell'Fmi all'Italia, fino a quando non se ne fosse andato", spiega Geithner secondo quanto riporta l'articolo di Paolo Mastrolilli sul quotidiano torinese. I ricordi piu' drammatici dell'ex ministro del Tesoro cominciano con l'estate del 2010, quando "i mercati stavano scappando dall'Italia e la Spagna, settima e nona economia piu' grande al mondo". L'ex segretario scrive che aveva consigliato ai colleghi europei di essere prudenti: "Se volevano tenere gli stivali sul collo della Grecia, dovevano anche assicurare i mercati che non avrebbero permesso il default dei paesi e dell'intero sistema bancario". Ma all'epoca Germania e Francia "rimproveravano ancora al nostro West selvaggio la crisi del 2008", e non accettavano i consigli americani di mobilitare piu' risorse per prevenire il crollo europeo. Nell'estate del 2011 la situazione -racconta ancora l'ex ministro- era peggiorata, pero' "la cancelliera Merkel insisteva sul fatto che il libretto degli assegni della Germania era chiuso", anche perche' "non le piaceva come i paesi che ricevevano assistenza europea - Spagna, Italia e Grecia - stavano facendo marcia indietro sulle riforme promesse". A settembre -riporta La Stampa- Geithner fu invitato all'Ecofin in Polonia, e suggeri' l'adozione di un piano come il Talf americano, cioe' un muro di protezione finanziato dal governo e soprattutto dalla banca centrale, per impedire insieme il default dei paesi e delle banche. Fu quasi insultato. Gli americani, pero', ricevevano spesso richieste per "fare pressioni sulla Merkel affinche' fosse meno tirchia, o sugli italiani e spagnoli affinche' fossero piu' responsabili". Cosi' -rivela- arrivo' anche la proposta del piano per far cadere Berlusconi: "Parlammo al presidente Obama di questo invito sorprendente, ma per quanto sarebbe stato utile avere una leadership migliore in Europa, non potevamo coinvolgerci in un complotto come quello".

BERLUSCONI: NON SONO SORPRESO. CON ME OBAMA SI COMPORTO' BENE

"Non sono sorpreso. Ho sempre dichiarato che nel 2011 nei confronti del mio governo, ma anche nei confronti del mio Paese, c'e' stato tutto un movimento che era partito dal nostro interno ma poi si e' esteso anche all'esterno per tentare di sostituire il mio governo, eletto dai cittadini, con un altro governo". Cosi' Silvio Berlusconi commenta le parole dell'ex ministro Usa Geithner "Non mi soprende che l'uomo del presidente Usa abbia confermato le manovre nei miei confronti", spiega Berlusconi al Corriere.it. "Gia' nel giugno del 2011, quando ancora non era scoppiato l'imbroglio degli spread, il Presidente della Repubblica Napolitano riceveva Monti e Passera, come e' stato scritto, per scegliere i tecnici di un nuovo governo tecnico e addirittura per stilare il documento programmatico. E poi abbiamo saputo anche che ci sono state quattro successive tappe di scrittura, con l'ultima addirittura di 196 pagine", aggiunge l'ex premier. "Io avevo la contezza che stesse accadendo qualcosa e avevo anche ad un certo punto ritenuto che ci fosse una precisa regia. Al G-20 di Cannes, addirittura - ricorda Berlusconi - amici e colleghi di altri paesi mi dissero: 'Ma hai deciso di dare le dimissioni? Perche' sappiamo che tra una settimana ci sara' il governo Monti...'. E l'ha rivelato per esempio Zapatero in un suo libro che riguardava quel periodo", conclude il leader azzurro. "Io devo dire che Obama si comporto' bene durante tutto il G20 - dice berlusconi - Noi fummo chiamati dalla Merkel e Sarkozy a due riunioni in due giorni consecutivi e in queste riunioni si tento' di farmi accettare un intervento dal Fondo Monetario Internazionale. Io garantii che i nostri conti erano in ordine e non avevamo nessun bisogno di aiuti dall'esterno e rifiutai di accedere a questa offerta, che avrebbe significato colonizzare l'Italia come e' stata colonizzata la Grecia, con la Troika".

INSORGE FORZA ITALIA, "COMMISSIONE D'INCHIESTA"

"Chiediamo con ogni forza, solennita' e urgenza l'istituzione di una Commissione di indagine parlamentare, dotata dei piu' ampi poteri che la Costituzione le assegna!" dice il capogruppo FI alla Camera, Renato Brunetta. Si e' trattato dunque di "un colpo di stato", di un "golpe", dicono oggi gli esponenti FI quasi in coro: "Chiediamo con forza un'indagine parlamentare seria, profonda e meticolosa per fare piena luce sull'intera vicenda", dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia-Pdl, Paolo Romani. Anche la portavoce FI alla Camera, Mara Carfagna, sottolinea che deve essere il Parlamento a "fare piena luce su quegli eventi anche attraverso l'istituzione di commissioi di inchiesta ad hoc". Si tratto', per Romani, di "un vero e proprio accerchiamento politico, istituzionale, "economico e finanziario che con un colpo di mano sovverti' indebitamente la volonta' popolare".

FINI, NESSUN GOLPE MA RENZI CHIEDA CHIAREZZA A USA

Premette che "nel 2011 Berlusconi si dimise perche' l'Italia rischiava il fallimento, con conseguenze devastanti per tutta l'Unione Europea" e che "il nostro governo era giudicato, anche in sede internazionale, incapace di salvarci dalla bancarotta ed era diffuso l'auspicio di un nuovo esecutivo". Gianfranco Fini, all'epoca presidente della Camera, allora assicura che "non ci fu nessun colpo di Stato, ma cio' non toglie che le rivelazioni dell'ex ministro del Tesoro statunitense Geithner non siano oggettivamente gravi ed inquietanti". "Il rilevante ruolo istituzionale che questi ricopriva all'epoca e le vicende descritte nel suo libro - prosegue l'allora leader Fli - impongono al nostro governo di chiedere sollecitamente al vertice dell'amministrazione Usa di fare chiarezza. Ne hanno diritto tutti gli italiani, coloro che all'epoca sostenevano Berlusconi, al pari di quanti gli si opponevano a viso aperto". "Spero che il presidente Renzi - dice ancora Fini - sia consapevole che, al di la' delle polemiche della politica domestica, non ci possono essere divisioni nell'appurare la verita' su fatti che, per quanto presunti, riguardano la nostra sovranita' e dignita' nazionale".

IL PD: GEITHNER? DICHIARAZIONI GENERICHE E FUMOSE

"Nella loro assoluta genericita' e fumosita', le dichiarazioni di Timothy Geithner vanno prese con le molle. E' francamente sorprendente che un ex Segretario del Tesoro statunitense usi tanta vaghezza e imprecisione parlando di complotti e disegni politici messi su da non meglio identificati funzionari europei per favorire una crisi politica in Italia". Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda che poi continua: "Se la questione e' la fine del governo Berlusconi, mi sembra ci sia ben poco da indagare. Berlusconi e' caduto per ragioni politiche ben note: il fallimento dell'azione del suo governo in tutti i settori - dall'economia allo sviluppo sociale, dalla politica industriale all'efficienza dei grandi servizi pubblici - e la profonda crisi di credibilita' personale sia in Italia che nel mondo". "Quanto poi alla sua decadenza da senatore, tutti sanno che e' stata determinata da una condanna definitiva per frode fiscale giunta dopo un processo durato piu' di dieci anni e da una legge, la legge Severino, che lo stesso Berlusconi ha voluto, votato e fatto votare. Comunque - conclude Zanda - se Geithner ha prove, elementi e nomi da fare, li faccia perche' il dovere della chiarezza appartiene anche a chi e' stato Segretario del Tesoro Usa".

- Roma, 13 mag. - L'Aula della Camera ha confermato la fiducia al governo sul dl lavoro. Il provvedimento e' stato approvato con 333 si', 159 no. .
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