Nicola Colapinto

Nicola Colapinto

Nicola Colapinto, avvocato con specializzazione in diritto del lavoro, seguo le principali questioni giuslavoristiche e previdenziali per PensioniOggi.it. 

Il Comitato Lavoratori Esposti all'Amianto chiede al Governo l'azzeramento delle penalizzazioni per i lavoratori precoci e l'incremento dei benefici per i lavoratori vittime di amianto.

Kamsin "E' necessario garantire lo stop definitivo alle penalizzazioni per i lavoratori che maturano un diritto a pensione anticipata sino, almeno al 2017". E' quanto chiede una nota diffusa dal Comitato nazionale dei lavoratori esposti ad amianto che sottolinea come sia "inaccettabile che la Riforma previdenziale del 2011 non abbia assicurato una adeguata tutela ai lavoratori vittime di asbestosi".

La situazione attuale vede, del resto, i lavoratori del comparto esposti ad ingenti penalizzazioni sull'assegno pensionistico qualora non sono stati raggiunti i 62 anni di età. "I lavoratori invalidi e quelli esposti all'amianto - ricorda il Comunicato - sono quelli maggiormente colpiti dalla riduzione prevista dalla Riforma del 2011 in quanto costoro raggiungono, grazie alle maggiorazioni contributive figurative previste per tali periodi, il diritto al trattamento anticipato (42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne) in un'età compresa spesso tra i 55 e i 58 anni con il rischio di subire una penalizzazione che può superare anche il 12% dell'assegno".

"La mancata previsione che i periodi di maggiorazione figurativa in questione non siano utili ad eliminare il sistema di disincentivi è assolutamente discriminataria anche in considerazione del fatto che, di recente, la penalizzazione per i periodi di assistenza ai disabili è stata tolta", ricorda il comunicato.

Il documento diffuso chiede quindi all'attuale Governo, già nell'ambito del disegno di legge di stabilità, di superare talune criticità derivanti dall'applicazione della riforma pensionistica di cui all'articolo 24 del decreto-legge 22 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, intervenendo in particolare al fine di eliminare la riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici prevista dal medesimo articolo per i lavoratori che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017, prescindendo dal requisito della prestazione effettiva di lavoro".

Zedde

E' scaduto oggi il termine per la presentazione degli emendamenti al Jobs Act. Otre 600 le proposte emendative arrivate. Bellanova: Margini per cambiare ristretti.

Jobs Act sempre più a rischio fiducia. Sono stati fatti presentati oggi in commissione alla Montecitorio oltre 600 emendamenti al disegno di legge delega in materia di riforma del lavoro. Il chè rende più difficile una rapida approvazione del testo come voluta dal governo. Il premier, infatti, punta ad ottenere un via libera in tempi brevi al progetto di riforma del mercato del lavoro, in modo da poter renderla operativa già dal prossimo 1° gennaio. Del resto, fonti vicine a Palazzo Chigi confermano che due decreti legislativi sono ormai pronti e riguardano il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti (con la limitazione dell'articolo 18 in favore dei neo-assunti), e la riforma degli ammortizzatori sociali.

Kamsin Sulle barricate però la minoranza Dem che sollecita diverse modifiche al testo licenziato dal Senato. La minoranza chiede, infatti, di esplicitare il contenuto dell'ordine del giorno votato della direzione nazionale del Partito Democratico sull'individuazione dei casi più gravi, per i quali dovrà essere mantenuta la reintegra il posto di lavoro. Il governo vuole specificare tali casi solo con i decreti delegati.

Altri punti di attrito sono in materia di demansionamento, per i quali la minoranza chiede che sia attribuito un ruolo alla negoziazione con i sindacati, e ai controlli a distanza dove chiede che i controlli possano riguardare solo gli impianti e non i lavoratori.

La presentazione degli emendamenti è vista dal Governo come un tentativo di ostruzionismo e dunque, come ha indicato ieri il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, aumenta le probabilità del ricorso ad un voto di fiducia. Il Sottosegretario sottilinea, peraltro, come i tempi siano ristretti: ddl delega deve essere approvato prima della legge di stabilità, e, quindi la prossima settimana il testo dovrà andare in aula per la sua votazione".

Zedde

Oltre 600 emendamenti presentati alla Camera sul disegno di legge delega in materia di lavoro cosiddetto Jobs act. Rischi è quindi slittare l'approvazione in tempi brevi del ddl delega

Con la legge di stabilità tornano le promozioni e degli scatti automatici di stipendio legati all'anzianità di servizio promessi dal Governo soprattutto a militari e Forze di Polizia.

Kamsin La legge di stabilità attenua parzialmente la stretta sui contratti del pubblico impiego. Se da un lato il ddl conferma, come anticipato dalla pagine di questo giornale nei giorni scorsi, il blocco economico della contrattazione nel pubblico impiego per contenere le spese nel settore, dall'altro c'è la ripresa, almeno parziale, delle promozioni e degli scatti automatici legati all'anzianità di servizio nelle Pa.

Per tutti i dipendenti pubblici, quindi, pur rimanendo bloccato per un altro anno il rinnovo del contratto nella sua parte economica, dovrebbe riprendere, almeno, la dinamica legata alla carriera permettendo agli stipendi di salire nel caso in cui siano previsti scatti autonomatici o nel casi di promozioni di carriera.

Lo sblocco tuttavia non avverrà per tutti. Secondo quanto si legge nella relazione illustrativa, gli stipendi, l'indennità integrativa speciale e gli assegni fissi e continuativi del personale non contrattualizzato (cioè dei docenti e dei ricercatori universitari, del personale dirigente della Polizia di Stato e gradi di qualifiche corrispondenti, dei Corpi di polizia civili e militari, dei colonnelli e generali delle Forze armate, del personale dirigente della carriera prefettizia, nonché del personale della carriera diplomatica) continueranno a non essere adeguati nel 2015; inoltre, lo stesso anno non sarà utile ai fini della maturazione delle classi e degli scatti di stipendio, correlati all’anzianità di servizio. 

Tra le altre misure restrittive c'è, poi, la previsione che sarà rinviato il pagamento dell'indennità di vacanza contrattuale fino al 2018. Il ddl proroga, infatti, l’efficacia della norma introdotta con la legge 147/2013 secondo la quale l'indennità di vacanza contrattuale (ossia l’incremento provvisorio della retribuzione che interviene una volta scaduto il contratto collettivo nazionale, in assenza di un suo rinnovo e finché questo non sia rinnovato) da computare quale anticipazione dei benefici complessivi che saranno attribuiti all'atto del rinnovo contrattuale sia quella in godimento al 31 dicembre 2013.

Zedde

La Manifestazione non cambia la strategia del Governo che conferma il blocco dei salari nelle Pa per il 2015. Lo sblocco possibile dal 2016 solo se l'Italia uscirà della recessione.

Kamsin La protesta avviata dai dipendenti della pubblica amministrazione non farà cambiare strategia al Governo. E' quanto si apprende da fonti vicine a Palazzo Vidoni. Il che vuol dire che la scelta, formalizzata con la legge di Stabilità, di congelare anche nel 2015 i contratti di 3,3milioni di dipendenti pubblici non sarà modificata. Dunque il blocco degli stipendi, che va avanti dal 2010 (con un risparmio cumulato di circa 16 miliardi per le casse pubbliche), sarà prorogato anche nel 2015. Con buona pace delle aperture che il governo Renzi aveva fatto ad aprile quando non aveva escluso la possibilità di far ripartire la contrattazione.

La ripresa della contrattazione, o meglio degli effetti economici dei salari nella Pa, potrà aversi non prima del 2016 sempre che l'Italia mostrerà segni di uscita dalla stagnazione. Per ora, per il quinto anno consecutivo, i dipendenti pubblici vedranno le proprie retribuzioni restare ferme. Dati della ragioneria del Tesoro alla mano, un dipendente pubblico è titolare di una retribuzione lorda annua di 21.405 euro lordi. Calcolando che tra il 2009 e il 2014 il tasso d'inflazione è stato del 2%, l'adeguamento contrattuale avrebbe dovuto far salire il salario a quota 23.510 euro.

Gli effetti della legge di stabilità sui contratti pubblici
L’articolo 21 del ddl di stabilità conferma il blocco economico della contrattazione nel pubblico impiego per contenere le spese nel settore. Le procedure contrattuali e negoziali del personale dipendente dalle amministrazioni pubbliche sarà ammissibile per la sola parte normativa e non ci sarà la possibilità di recupero per la parte economica. Tra le altre misure restrittive c'è la previsione che sarà rinviato il pagamento dell'indennità di vacanza contrattuale fino al 2018.

Il ddl proroga, infatti, l’efficacia della norma introdotta con la legge 147/2013 secondo la quale l'indennità di vacanza contrattuale (ossia l’incremento provvisorio della retribuzione che interviene una volta scaduto il contratto collettivo nazionale, in assenza di un suo rinnovo e finché questo non sia rinnovato) da  computare quale anticipazione dei benefici complessivi che saranno attribuiti all'atto del rinnovo contrattuale sia quella in godimento al 31 dicembre 2013. 

Viene poi stabilito che - nei confronti del personale non contrattualizzato in regime di diritto pubblico (professori e ricercatori universitari, dirigenti dei corpi di polizia e delle forze armate, con esclusione del personale di magistratura per effetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 223/2013) - anche per l’anno 2015 non si applicheranno i meccanismi di adeguamento retributivo di cui all’articolo 24 della legge n. 448 del 1998 e che lo stesso anno non è utile ai fini della maturazione delle classi e scatti di stipendio, correlati all’anzianità di servizio, che caratterizzano il trattamento economico del citato personale.

Riprendono, invece, efficacia le disposizioni concernenti il blocco degli effetti economici delle progressioni di carriera per il personale contrattualizzato e non contrattualizzato, che erano state anch’esse prorogate, per l’anno 2014, dal D.P.R. n. 122 del 2013.

Zedde

La Relazione al disegno di legge di stabilità elaborata in commissione Lavoro della Camera dei Deputati chiede l'azzeramento delle penalizzazioni per i lavoratori precoci e l'incremento dei benefici per i lavoratori vittime di amianto.

Kamsin "Nelle more della definizione di un intervento che individui soluzioni di carattere strutturale per il definitivo superamento della questione degli «esodati», e assicuri un'adeguata risposta all'esigenza di rendere più flessibile l'uscita dalla vita lavorativa, in linea con quanto indicato nella Nota integrativa al disegno di legge di bilancio per l'anno 2015 e per il triennio 2015-2017 riferita allo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si provveda già nell'ambito del disegno di legge di stabilità a superare talune criticità derivanti dall'applicazione della riforma pensionistica di cui all'articolo 24 del decreto-legge 22 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, intervenendo in particolare al fine di eliminare la riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici prevista dal medesimo articolo per i lavoratori che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017, prescindendo dal requisito della prestazione effettiva di lavoro".

E' quanto si legge nella proposta di relazione al disegno di legge di stabilità approvata ieri in Commissione Lavoro in sede Referente a Montecitorio. Nella relazione si torna dunque a chiedere lo stop alle penalizzazioni per tutti i lavoratori sino al 2017, un progetto già presentato con il Dl 90/2014 ma poi caduto sotto le pressioni della Ragioneria Generale dello Stato.

Nella Relazione si chiede al Governo, inoltre, con riferimento al processo di razionalizzazione dei pagamenti dei trattamenti pensionistici di cui all'articolo 26, comma 3, del disegno di legge di stabilità, si anticipi dal giorno 10 al primo giorno di ciascun mese il termine per il pagamento dei trattamenti pensionistici, degli assegni, delle pensioni, delle indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili e delle rendite vitalizie dell'INAIL, nei confronti di beneficiari di più trattamenti. 

Tra le altre richieste la necessità che sia preservato il ruolo svolto degli istituti di patronato e assistenza sociale nella tutela dei diritti in materia di prestazioni previdenziali e assistenziali, sopprimendo la riduzione delle risorse loro spettanti operata dall'articolo 26, comma 10, del disegno di legge di stabilità;  la soppressione della riduzione degli stanziamenti destinati ai benefici previdenziali per i lavoratori impegnati in attività usuranti disposta dall'articolo 45, comma 6, del disegno di legge di stabilità, garantendo la costanza dei finanziamenti previsti a legislazione vigente per tali finalità; nonchè il consolidamento ed il rafforzamento dell'impegno finanziario in favore delle politiche di tutela delle vittime dell'amianto, dei lavoratori affetti da patologie asbesto correlate, nonché di misure volte a sostenere la fuoriuscita dall'amianto.

Salta invece il riferimento ai Quota 96 della scuola, sui quali, tuttavia, la relatrice al provvedimento, l'Onorevole Gnecchi (Pd), ha ricordato "come la problematica relativa all'accesso al pensionamento dei lavoratori della scuola rientranti nella cosiddetta «quota 96» è all'attenzione anche dei deputati della VII Commissione, che intenderebbero presentare uno specifico emendamento in materia tenendo conto anche delle recenti misure introdotte dal decreto-legge n. 90 del 2014".

Zedde

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