cumulo casse professionali

Ciao a Tutti,
sono iscritto INARCASSA (30 anni, 7 anni ante 95) + INPS (12,5 anni ante 95).
Mi sembra molto grave che tutti cerchino di annullare di fatto il cumulo, in totale contrasto con la sua natura, e che il Governo ed il Ministero non facciano assolutamente nulla.
Perchè una persona che abbia condotto una carriera tutta INPS ha un trattamento, chi ha condotto una carriera tutta INARCASSA ha un trattamento (tutto retributivo oppure pro rata + contributivo) ed invece chi ha una carriera mista ne ha un altro (tutto contributivo)?
Quali sono le ragioni che giustificano questo atto discriminatorio?
Si tratta forse di una premialità legata alla stabilità della contribuzione? E se sì con quali basi?
Che differenza c'è tra me ed un collega che abbia lavorato 42 anni e 10 mesi nello stesso posto, pubblico o privato che sia?
Tra gli atteggiamenti INPS e INARCASSA , ancora più grave è in comportamento di quest'ultima che ad una persona che abbia lavorato dieci anni meno di me riconosce il pro rata mentre a me no.
La forte penalizzazione delle carriere discontinue è un problema attuale fortissimo che andrà a risolversi col tempo solamente man mano che verrà applicato da tutti il contributivo.
Ma equità vorrebbe che tutti i pensionandi fossero tratti allo stesso modo nei conteggi. Per ora i danneggiati sono coloro che hanno avuto spezzoni diversi che, come gli esodati sono stati "dimenticati" nei conteggi, probabilmente per negligenza oppure ragioni di bilancio.
Il problema non è salvaguardare i quattrini degli iscritti (che siamo noi al quale negano diritti riconosciuti ad altri) ma sono i conti sbagliati in precedenza da INPS e Casse per i quali probabilmente tutte queste situazioni non sono state considerate.
Fornisco la mia mail per Balestro ed altri che intendessero adire ad azione legale:
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Pensioni, Il cumulo dei contributi penalizza i professionisti ed Enasarco
Mercoledì, 21 Febbraio 2018 15:43
Scritto da  Valerio Damiani
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Lo sblocco della Convenzione quadro tra Inps e Casse Professionali non risolve le problematiche sulle modalità di calcolo dell'assegno pro quota in pagamento dalle rispettive gestioni.
L'approvazione della convenzione tra Inps ed Adepp in materia di cumulo dei periodi assicurativi tra Inps e Casse Professionali non scioglie le principali problematiche che da diverso tempo si annidano dietro la questione. La convenzione, come già anticipato da PensioniOggi, risolve una serie di aspetti pratici, come il metodo di formazione della provvista, chi deve essere l’ente istruttore della pratica e lo scambio di informazioni tra Inps e Casse Privatizzate. Ad erogare l’assegno della pensione in cumulo sarà sempre l’Inps, anche se il soggetto non ha periodi previdenziali presso l’istituto mentre la domanda dovrà essere presentata all’Ente/Cassa di ultima iscrizione, ovvero, a quello presso il quale l’assicurato è iscritto al momento del verificarsi dell’evento inabilitante o del decesso. In caso di ultima iscrizione a più forme assicurative è facoltà dell’assicurato scegliere l’Ente/Cassa cui presentare la domanda.
Il problema principale che la convenzione non risolve riguarda le regole di calcolo dell'assegno in regime di cumulo. Che continuano a registrare alcune deviazioni rispetto al dettato del testo normativo. L'articolo 1, co. 245 e 246 della legge 228/2012 prevede, infatti, che ai fini della determinazione del sistema retributivo o contributivo occorre prendere in considerazione l'anzianità complessivamente maturata dall'assicurato in tutte le gestioni previdenziali. La circolare Inps numero 140/2017 si è allontanata da questo principio di massima stabilendo che - ove il cumulo interessi periodi assicurativi nelle casse professionali - i contributi ante 1996 versati presso le Casse non possono essere utilizzati per raggiungere i 18 anni di contributi necessari per mantenere il sistema di calcolo retributivo sullo spezzone Inps sino al 2011. Così un avvocato con 15 anni di contributi Inps al 1995 che riscatta 3 anni in Cassa Forense prima del 1995 non può mutare il calcolo da contributivo a retributivo sulla quota Inps sino al 2011.
Se l'Inps ha stabilito l'irrilevanza dei contributi versati presso la Cassa ai fini della determinazione del criterio di calcolo della pensione anche la maggior parte delle Casse ha fatto altrettanto stabilendo l'irrilevanza dei contributi versati nell'Inps (o in altre Casse) per la fissazione delle regole di calcolo della propria quota. Cosìcchè la possibilità di ottenere il calcolo retributivo sul pro quota erogato dalla Cassa sorge solo il professionista abbia raggiunto i requisiti autonomi previsti nella singola cassa. In tutti gli altri casi il pro quota viene pagato con le regole contributive, un danno per il lavoratore, snaturando lo stesso istituto del cumulo che verrebbe così ricondotto ad una normale totalizzazione nazionale già da diversi anni disponibile nel nostro ordinamento. Ne' sono un esempio in tal senso i regolamenti della Cipag, Inarcassa e Dottori Commercialisti che hanno già passato il vaglio del Ministero del Lavoro e sono in attesa del decollo della convenzione. Salve da queste problematiche solo le Casse di più recente istituzione, nate con la legge 103/96, che conoscono solo il sistema contributivo. Per effetto di queste regole di calcolo particormente sfavorevoli potrà ben accadere che un professionista con una lunga carriera contributiva alle spalle ottenga la liquidazione di un trattamento pensionistico in gran parte calcolato con le regole contributive. Non molto lontano da quanto avrebbe conseguito con una normale totalizzazione. E ben più svantaggioso rispetto alle regole statuite dal co. 246 della disposizione legislativa dapprima richiamata.
Altra questione irrisolta è l'Enasarco. Sino ad oggi la contribuzione presente nella gestione previdenziale integrativa degli agenti e rappresentati di commercio non ha potuto formare oggetto di congiunzione con quella dell'Inps per diverse questioni giuridiche che non è questa la sede per ripercorrere. Si sperava che con il Cumulo la questione potesse essere affrontata e risolta in senso positivo ma sino ad oggi i vari incontri a livello istituzionale non hanno portato ad alcun risultato utile e concreto. In assenza di una decisione al riguardo c'è il forte rischio che anche il cumulo dei periodi assicurativi, al pari di quanto accaduto con la totalizzazione, non porti alcun giovamento per gli agenti e rappresentati di commercio. Il Comitato Cumulo e Casse Professionali sta portando avanti queste battaglie da diverso tempo nel tentativo di non snaturare l'istituto appena nato.
Leggi Tutto: www.pensionioggi.it/notizie/previdenza/p...856757#ixzz580r1Bmwg

Interessante questo articolo .... ecco il link
www.pensionioggi.it/notizie/previdenza/p...ofessionisti-7856757

Balestro ha scritto: INARCASSA forse ci ha raggirati ...

i soldi nostri messi al sicuro!!! Magari era già una mossa per ottenere un lauto ricambio di favore in DANNO degli iscritti che accederanno al CUMULO ........ fatta la legge trovato l'inganno, per Inarcassa è certo che sarà così!

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Santoro e' indubbiamente bravo con i numeri...li manipola come un abile prestigiatore...sa usarli per sua convenienza...peccato che non racconti mai che Inarcassa abbia 800 milioni di crediti, dovuti a mancati versamenti...e che stanno quasi integralmente diventando inesigibili, in parole povere le omesse azioni di rivalsa fara' si che quei danari andranno persi...un'evidente esempio di "mala gestio"...di questo pero', chissa' perche', non ne parla mai.

INARCASSA forse ci ha raggirati ...

i soldi nostri messi al sicuro!!! Magari era già una mossa per ottenere un lauto ricambio di favore in DANNO degli iscritti che accederanno al CUMULO ........ fatta la legge trovato l'inganno, per Inarcassa è certo che sarà così!

Perdonatemi se insisto...è di vitale importanza che qualcuno di voi farmacisti riesca a riesumare il contratto sottoscritto all'epoca...perchè è inverosimile che un cambio regolamentare possa sovvertire la validità di un accordo preesistente...e dato che la maggioranza di voi ha riscattato gli anni di laurea prima del 1988, si tratta di un diritto acquisito e inalienabile!