La pensione di garanzia per i giovani
Secondo Renzi occorre partire dai giovani che si trovano nel sistema contributivo garantendo una pensione futura di “garanzia” di almeno 750 euro mensili al raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia anche se hanno 20 anni di contributi. L'importo della pensione di garanzia, secondo il PD, dovrebbe ulteriormente salire di 15 euro al mese per ogni anno di contribuzione superiore al 20° sino ad un massimo di mille euro al mese. Non è chiaro però come il Partito Democratico intenda raggiungere l'obiettivo. A fine anno l'esecutivo aveva proposto di ampliare la quota di cumulabilità tra le pensioni e l'assegno sociale per i lavoratori nel contributivo.
Gli anticipi per i lavoratori in difficoltà
C'è poi spazio alla stabilizzazione degli strumenti flessibili introdotti dalla legge di bilancio per il 2016: l'Ape sociale e l'ape volontaria. L’Ape dovrà diventare strutturale sia nelle versioni “volontaria” e “aziendale” sia in quella “sociale”, che dovrà essere estesa al lavoro autonomo, ai disoccupati provenienti da lavori a tempo determinato e a nuove categorie di lavoro gravoso. E dovrà essere accompagnata da una nuova “opzione donna” (pensionamento anticipato con il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno) per le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi. Per il PD l'anticipo della pensione dovrà essere garantito anche dalle forme di previdenza complementare. Occorre che la previdenza integrativa garantisca non solo la possibilità di una rendita da aggiungere alla pensione pubblica, ma anche, come prevede Rita, un’opportunità di reddito prima della pensione. Per questa ragione tra le proposte figura un ulteriore ampliamento della Rita, la rendita integrativa temporanea anticipata, già oggetto di un ampio restyling da quest'anno.
Ad ogni modo la proposta del PD si scosta in misura considerevole da quella del centrodestra (della lega in particolare) e del M5S che puntano ad abrogare la legge Fornero e a tornare alle vecchie pensioni di anzianità (quota 100 e quota 41 per tutti i lavoratori). Il principio, si legge nel programma del PD è semplice: chi, dopo 63 anni, vuole flessibilità per condizioni di bisogno riceverà un reddito ponte gratuito, chi la vuole per preferenze individuali dovrà sobbarcarsi parte dei costi. Non ci sono, invece, idee precise per una nuova salvaguardia pensionistica (che il PD punta ad assorbire interamente con l'Ape sociale) e per una estensione del pensionamento con 41 anni di contributi per tutti i lavoratori (a prescindere dall'aver svolto 12 mesi di lavoro effettivo nella minore età), punti invece che sono stati più volte proposti dalla Sinistra Dem, in primis l'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano.
Non si scardina la Legge Fornero
Il piano del Pd, nella fase iniziale, ha un costo (non ancora stimato ufficialmente) di circa 1,5-1,7 miliardi l’anno sulla falsariga di quello della legge di bilancio per il 2017 (poi cresce nel medio periodo) e ha l’obiettivo di superare le rigidità nella fase di pensionamento introdotte dalle ultime riforme (Maroni, Sacconi, Fornero) senza scardinarle e compromettere il quadro di stabilità finanziaria ottenuto ma aumentando l’equità del sistema. Il Partito Democratico propone, infine, di dare piena attuazione all’intesa con i sindacati del 2016 su “indicizzazione” e adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita tenendo conto anche delle specifiche condizioni lavorative legate al diverso grado di usura. Le modalità di tale raccordo devono, infatti, tenere conto, come ha evidenziato l’Ocse nel suo rapporto del 2016, sia del mutare delle effettive condizioni socio-economiche sia delle specifiche condizioni personali e lavorative, legate soprattutto al diverso grado di usura. Si punta poi a ridurre drasticamente tutte le forme di privilegio ingiustificate nei trattamenti finanziati dallo Stato. Il programma del Pd prevede poi diverse proposte per le famiglie con figli e un reddito inferiore ai 100 mila euro: un unico sostegno universale, in grado di raggiungere anche gli incapienti, pari a 240 euro di detrazione Irpef mensile per i figli a carico fino a 18 anni e 80 euro per i figli fino a 26 anni.