L'emendamento recita testualmente che "al fine di fornire misure rafforzate per affrontare gli impatti occupazionali derivanti dalla transizione dal vecchio al nuovo assetto del tessuto produttivo senza che ciò comporti nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e aggravi sull'attuale sistema previdenziale, limitatamente al periodo 2018-2020 i requisiti minimi di cui all'articolo 4, comma 2, della legge 28 giugno 2012, n. 92, possono essere elevati da 4 a 7 anni".
La questione
Come noto, l'assegno di esodo, meglio conosciuto come isopensione, è stato introdotto nel 2012 e può essere utilizzato solo da aziende che occupano mediamente più di 15 dipendenti coinvolte in un piano di ristrutturazione aziendale in esito ad un accordo raggiunto tra azienda, Inps e sindacati dei lavoratori. Il meccanismo consente, ai lavoratori individuati nel suddetto accordo, di scegliere per un anticipo dell'età pensionabile sino ad un massimo di 4 anni rispetto alla normativa Fornero a patto che l'azienda esodante corrisponda, con oneri interamente a suo carico, un assegno di importo equivalente alla pensione (l'assegno prende il nome di isopensione) per l'intero periodo di esodo, sino al perfezionamento dei requisiti per il pensionamento. E provveda anche al versamento della contribuzione figurativa correlata all'assegno di esodo.
Si tratta di una misura che coinvolge esclusivamente le aziende del settore privato di una certa dimensione economica ed aziendale in grado cioè di farsi carico dei pesanti oneri della procedura ed è, pertanto, completamente neutra per le casse statali. Per questa ragione l'esecutivo non si è opposto all'approvazione della misura durante l'esame della manovra. L'assegno di esodo viene, infatti, solo materialmente pagato dall'Inps al lavoratore dietro versamento della provvista all'Inps da parte dall'azienda che deve, peraltro, anche garantirla con una fideiussione bancaria.
I destinatari della misura
Lo scivolo, come si diceva, è pari a quattro anni rispetto all'età per la pensione di vecchiaia (66 anni e 7 mesi dal 2018 sia per gli uomini che per le donne) o per la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi, 41 anni e 10 mesi per le donne) come fissata dalla legge Fornero. Ma a seguito della modifica approvata con la manovra il periodo di anticipo può essere portato sino a sette anni, ovviamente con il consenso dell'azienda esodante. Teoricamente quindi nel prossimo triennio la novella si rivolgerà ai lavoratori e alle lavoratrici che hanno non meno di 60-61 anni che, pertanto, otterrebbero la pensione di vecchiaia nei successivi sette anni dal collocamento in isopensione; o ancora coloro che hanno 37/38 anni di contributi e che, pertanto, andrebbero in pensione anticipata al termine del medesimo periodo temporale. L'esatta individuazione delle platee dipende però dalla speranza di vita che, come noto, lascia gli interpreti un certo margine di incertezza dato che gli adeguamenti che interverranno dopo il 2020 non sono ancora noti in via ufficiale.
Parliamo, in definitiva, di una misura fotocopia a quella prevista per i bancari che con la scorsa manovra hanno ottenuto l'incremento temporaneo dell'assegno straordinario di sostegno al reddito pagato dal fondo settoriale da cinque a sette anni. L'estensione tutto sommato può essere salutata con favore perchè attenua gli effetti del prossimo scatto della speranza di vita che allontanerà per molti il traguardo dell'uscita lasciando alle parti la valutazione circa la convenienza dell'operazione.
La novità si aggiungerà, inoltre, all'ape aziendale, come ulteriore strumento a disposizione delle aziende, per incentivare l'uscita dei lavoratori "anziani" che dovrebbe decollare dal prossimo anno. A differenza dell'Ape aziendale, che potrà essere utilizzato solo dai lavoratori che si trovino a non più di 3 anni e sette mesi dalla pensione di vecchiaia, l'esodo fornero, come detto, ha un perimetro di applicazione più esteso perchè consente l'anticipo anche rispetto alla maturazione del requisito contributivo per la pensione anticipata. Però ha costi complessivamente più elevati, dunque, molto probabilmente solo le aziende di ampie dimensioni potranno concretamente approfittare della misura.