Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi il provvedimento avrà una copertura limitata a salvaguardare solo 28mila lavoratori rispetto ai 34 mila indicati dal disegno di legge Damiano predisposto dalla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati la scorsa estate. Una restrizione, ricorda la Rete, che produrrà gravi e nuove discriminazioni a danno di migliaia di loro. "Infatti si intende estendere incomprensibilmente, per le tre platee individuate, il periodo di salvaguardia per 36 mesi solo per alcune categorie, limitando a 24 mesi per altre e a soli 12 mesi, paradossalmente, per le categorie più deboli degli “esodati”: quelle di coloro che non hanno potuto versare i contributi volontari all’INPS, o di quei pochi che son stati licenziati e che svolgevano un lavoro con un contratto a tempo determinato (lett. “ f ” articolo 1, comma 194, della legge 147/2013 e punto “ e “ del comma 265 della Legge 208/2015)" ricordano dalle Rete. Che chiede invece di convergere sul disegno di legge Damiano (Ac 3893) all'esame della Commissione Lavoro della Camera da oltre 5 mesi, un provvedimento ad ampio respiro che consentirebbe di chiudere definitivamente la vicenda.
Le platee interessate da una nuova salvaguardia
In attesa che arrivino conferme sulla portata del provvedimento appare utile comunque ricordare chi dovrà prestare attenzione alla misura. Innanzitutto ci sono coloro che hanno perso l'appuntamento con la settima salvaguardia per non aver prodotto l'istanza di accesso entro la scadenza del 1° marzo 2016. Diversi lavoratori, infatti, pur avendo già sulla carta i requisiti per accedere alla tutela si sono accorti in ritardo, una volta spirato il termine per la produzione dell'istanza di accesso, di avere la possibilità di farne parte e, quindi, hanno perso il treno.
Particolare attenzione deve essere prestata, anche da coloro che non hanno potuto fruire del beneficio di cui articolo 24 comma 15 bis del decreto legge 201/2011 convertito con legge 214/2011 ossia della possibilità di pensionarsi a 64 anni, per il fatto di trovarsi disoccupati alla data del 28 dicembre 2011. Questi lavoratori, infatti, avendo perduto il lavoro prima del 31 dicembre 2011 e maturando il diritto alla pensione, secondo le regole previgenti al dl 201/2011 entro il 2012 hanno spesso le carte in regola per partecipare alla salvaguardia pensionistica.
A tenere d'occhio il nuovo disegno di legge sono anche quei lavoratori che avrebbero maturato il diritto alla pensione con le vecchie regole entro 36 mesi dalla scadenza dell'indennità di mobilità, gli autorizzati ai volontari e i cessati dal servizio con risoluzione unilaterale o per accordi anche incentivanti che maturano la decorrenza della prestazione pensionistica successivamente al 6 gennaio 2017.
Rizzetto: Governo chiuda definitivamente la questione
Intanto sulla vicenda il Vice Presidente della Commissione lavoro alla Camera dei Deputati, Walter Rizzetto, di Fratelli d’Italia – Terra Nostra, parteciperà alla manifestazione in tema di pensioni che si terrà nella giornata di domani, sabato 22 ottobre dalle ore 10.30 a Bologna, in via Indipendenza. Il presidio è organizzato da un folto gruppo di lavoratori che rivendicano il loro diritto alla pensione violato con la Riforma Fornero. «Questo governo - afferma Rizzetto - non riesce ad intervenire definitivamente per riparare al disastro compiuto da una riforma notoriamente ingiusta. Bisogna attuare una manovra definitiva che riconosca il pensionamento ai cosiddetti lavoratori precoci e a tutte quelle categorie di esodati ancora da salvaguardare, andando inoltre avanti con la proroga di Opzione Donna». Il deputato mette poi in evidenza la necessità di garantire una giustizia sociale aumentando gli assegni previdenziali minimi e tassando maggiormente le cosiddette pensioni d’oro, come ha richiesto con una mozione presentata alla Camera.
Documenti: Il progetto sull'Ottava Salvaguardia sostenuto dal Pd