"Ma lo faremo da settembre, non solo - aggiunge - per i pensionati d'oro ex manager di Stato, i grandi pensionati che da quattromila euro in su non hanno versato i contributi e prendono pensioni anche di ventimila euro al mese, ma anche per i sindacalisti. Perché ci sono non pochi privilegi anche per i sindacalisti sulle pensioni. Quindi sarà un provvedimento a 360 gradi che ridarà alle pensioni minime e toglierà alle pensioni d'oro".
La cornice dell'operazione
Allo stato attuale i dettagli del provvedimento sono noti solo nella loro cornice generale. Un prelievo sulle pensioni superiori a quattromila euro netti mensili non giustificati dai contributi versati con l'obiettivo di destinare i risparmi maturati (circa 500-600 milioni di euro) ad interventi di sostegno in favore delle categorie più deboli, come l'incremento delle pensioni minime. Da confermare però le modalità di intervento: se tramite un prelievo di solidarietà (ipotesi preferita dalla Lega e già sperimentata in passato con meccanismi simili) oppure tramite un ricalcolo dell'assegno con il sistema contributivo (ipotesi sostenuta dal M5S). Il Governo punta anche a mettere mano al meccanismo che consente ai dipendenti collocati in aspettativa per l'espletamento dell'attività sindacale di ottenere dal sindacato il versamento di una contribuzione aggiuntiva oltre alla contribuzione figurativa per il periodo di aspettativa (Art. 3, co. 5 del Dlgs 564/1996). Congegno che, soprattutto in passato, per via del sistema di calcolo della pensione retributiva ha consentito di agganciare un assegno pensionistico più elevato scaricando parte dei costi sulla collettività.
Cominardi: Basta ai privilegi
Anche Claudio Cominardi, Sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha salutato positivamente l'annuncio in una nota stampa diffusa ieri sul sito del Ministero del Lavoro. "La politica dei privilegi è al capolinea". "Tagliare le pensioni d'oro è un atto di giustizia, di equità, di civiltà, soprattutto per un Paese come l'Italia in cui come ci dice l'ISTAT la povertà e la disuguaglianza sono in aumento" afferma Cominardi. "È assai probabile che la vecchia politica reagirà con i denti contro questo provvedimento. Spero solo che gli oppositori evitino di fare pessime figure e per una volta diano ascolto ai comuni cittadini. Solo coloro che si guadagnano quotidianamente il pane con fatica, ma anche le migliaia di disoccupati e lavoratori poveri, hanno un'idea di quanto sia giusto intervenire con questa misura".
L'onorevole Cominardi, peraltro, è stato uno degli ispiratori della proposta di legge (la numero 1896) presentata dal MoVimento 5 Stelle quattro anni e mezzo fa, ovvero a pochi mesi dall'avvio della XVII Legislatura (13 dicembre 2013). Un intervento draconiano quello proposto nel 2013 dal M5S che avrebbe imposto un limite massimo all'erogazione delle pensioni di importo superiore a 5.000 euro netti per un periodo temporale di tre anni sia sulle pensioni in corso di erogazione sia su quelle che sarebbero state liquidate nel triennio.