Pensioni, Ecco gli impegni del Governo Gentiloni del 2017

M. Cendon Mercoledì, 14 Dicembre 2016
Attesi entro il 1° marzo 2017 ben sei decreti attuativi del pacchetto pensioni contenuti all'interno della legge di bilancio. Dall'APE volontario alle misure per i precoci. Poi la seconda fase del confronto con i sindacati. 
Le dimissioni di Renzi e la nomina dell'ex ministro degli Esteri Paolo Gentiloni alla guida del Governo è stata molto rapida. Forse anche troppo segno probabilmente che il Piano B, a seguito di una sconfitta del referendum costituzionale, era stato già stato già messo a punto da Palazzo Chigi quando i sondaggi davano per certa la vittoria del fronte del no. La nomina di Gentiloni, sostenuto dalla medesima maggioranza parlamentare del Governo Renzi, ci accompagnerà come avevo già commentato su PensioniOggi.it la scorsa settimana, quasi certamente per tutto il 2017 allontanandosi, pertanto, lo spettro di elezioni anticipate. Anche perchè il vitalizio dei parlamentari eletti in questa legislatura matura non prima del settembre 2017, cioè dopo quattro anni, sei mesi ed un giorno di mandato (una delle più riuscite riforme degli ultimi tempi!) a ridosso della futura legge di Bilancio quando sarà troppo tardi per sciogliere le Camere. Si arriverà così alla scadenza naturale della legislatura, agli inizi del prossimo anno, un termine sufficientemente ampio per consentire la discussione di molti provvedimenti.

Sulle pensioni il Governo Gentiloni riceve, infatti, una eredità onerosa: l'attuazione delle misure contenute nella legge di bilancio per il 2017 e l'apertura della seconda fase del confronto con i sindacati sui correttivi da apportare alla Legge Fornero.

Entro il 1° Marzo è atteso, infatti, il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali ed il Ministro dell'economia e delle finanze contenente l'attuazione dell'Ape Volontario, con l'indicazione di quanta parte dell'assegno potrà essere riscossa in anticipo e le modalità di finanziamento e di restituzione del prestito pensionistico, il ruolo delle banche, dell'Inps e delle assicurazioni, un punto molto delicato sul quale si gioca la reale appetibilità della misura; il documento conterrà anche i modelli per la presentazione dell'istanza di accesso al prestito nonchè le modalità di estinzione anticipata dello stesso; altri due Dpcm, da adottare sempre entro la medesima data, dovranno definire le platee dei lavoratori che avranno diritto all'APE sociale e alla quota 41 in qualità di lavoratori precoci con l'indicazione, in particolare, della documentazione che dovrà essere prodotta ai fini del conseguimento dei relativi benefici previdenziali. Sui lavori usuranti è atteso un altro decreto ministeriale contenente semplificazioni in ordine alla documentazione da presentare per il conseguimento dei benefici assieme ad un altro decreto per i fondi di solidarietà del settore bancario e del credito cooperativo. Un ultimo provvedimento del ministero del lavoro dovrà stabilire nuovi criteri di accesso al sostegno per l'inclusione attiva (SIA) nonchè le modalità di prosecuzione della sperimentazione dell'assegno di disoccupazione (ASDI) che attualmente termina il 31 dicembre 2016. 

La Fase due del Confronto sulle Pensioni
Nel frattempo l'esecutivo dovrà avviare la Fase 2 del confronto sulle pensioni contenuta nell'accordo quadro dello scorso 28 settembre con i sindacati. Sul tavolo c'è la riforma del sistema di calcolo contributivo, per renderlo più equo e flessibile e dare una risposta sopratutto ai giovani con redditi bassi e discontinui e lo sviluppo della previdenza integrativa. C'è in particolare la disponibilità nel valutare l’introduzione di una pensione contributiva di garanzia, legata agli anni di contributi e all’età di uscita, al fine di garantire l’adeguatezza delle pensioni medio - basse particolarmente colpiti dal sistema contributivo; interventi sulla previdenza complementare, volti a rilanciarne le adesioni, a favorire gli investimenti dei fondi pensione nell’economia reale e a parificare la tassazione sulle prestazioni di previdenza complementare dei dipendenti pubblici al livello di quella dei privati. Ci sarà inoltre una maggiore flessibilità in uscita all’interno del sistema contributivo, anche con una revisione del requisito del livello minimo di importo (2,8 volte l’assegno sociale) per l’accesso alla pensione anticipata per i contributivi puri.

Tra gli altri capitoli la valorizzazione del lavoro di cura a fini previdenziali, una revisione delle forme di adeguamento per alcune categorie di lavoratrici e lavoratori in modo da tenere conto delle diversità nelle speranze di vita nonchè una revisione della perequazione dei trattamenti pensionistici con il ritorno a sistemi più generosi come prevedeva la legge 388/2000.

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