"È fondamentale non deragliare da un principio fondamentale: vanno legate le prestazioni pensionistiche alla durata del tempo di lavoro e alla aspettativa di vita. Detto questo non c’è nulla di male a esaminare possibili correttivi che riguardano individui che si trovano vicini alla pensione ma con una prospettiva occupazionale difficile. Ma va considerato naturalmente che questo ha un costo e l’equilibrio di finanza pubblica deve essere mantenuto". Oltre alle dichiarazioni al quotidiano Padoan dal proprio profilo twitter, ha poi spiegato che ''sono possibili correttivi per chi è vicino ai requisiti ma in difficoltà con il lavoro''.
In sostanza le modifiche possibili alla legge Fornero, che si stanno studiando, potrebbero riguardare solo chi è in difficoltà con il lavoro, perché magari ha perso il posto e, essendo vicino all'età pensionistica, non riesce a trovare altra occupazione. Ad esempio un anticipo di 2 o 3 anni sull'età pensionabile per chi, disoccupato da un certo periodo di tempo, ha esaurito la durata degli ammortizzatori sociali, Naspi e Dis-Coll in primis. Uno scivolo di accesso alla pensione che avrebbe carattere strutturale e che potrebbe, in questo modo, chiudere anche la partita sulla settima salvaguardia, provvedimento stoppato bruscamente la scorsa settimana proprio dal Dicastero di Via XX Settembre per questioni contabili.
Si vedrà entro metà ottobre quali saranno le decisioni definitive dell'esecutivo. In ogni caso una cosa pare certa: la prestazione anticipata sarà di importo piu' basso perchè l'effetto per le Casse dello stato deve essere neutro nel medio-lungo periodo, un punto cardine che Padoan non vuole abbandonare. Di certo poi qualsiasi intervento sarà all'interno della cornice di obiettivi e vincoli concordata e prevista nella nota di aggiornamento del Def.