Pubblico Impiego

Pubblico Impiego

Il Ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, in una intervista raccolta dal Quotidiano "La Repubblica" detta l'agenda sulla Riforma della Pubblica Amministrazione che sarà conclusa entro fine anno.

Kamsin «Un dirigente inadeguato potrà essere licenziato», dice Marianna Madia, ministro della Pubblica amministrazione. «Questa è una vera rivoluzione», aggiunge. Questo è uno dei capitoli principali della riforma della pubblica amministrazione che nei prossimi giorni comincerà ad essere votata dall'Aula del Senato. Entro l'estate dovrebbe essere legge e, insieme, saranno approvati quasi tutti i decreti attuativi. La sua non è certo la prima riforma della pubblica amministrazione che promette di trasformare il volto e il funzionamento della burocrazia italiana. L’elenco di ministri che ci hanno provato è lungo, Cassese, Bassanini, Brunetta, solo per indicarne alcuni. Quasi sempre il percorso riformatore si è fermato davanti alle resistenze dei dirigenti. Da loro, essenzialmente, dipende l’esito dei cambiamenti.

Perché questa volta dovrebbe essere diverso? "Intanto una premessa: noi non diremo mai che una riforma non si è realizzata perché qualcuno non l’ha attuata. No. Questo governo si assume la responsabilità politica dell’attuazione. Detto ciò, la nostra è una riforma anche della dirigenza pubblica. Avevamo davanti due strade alternative: o il modello anglosassone dello spoils system , oppure quello di una dirigenza autonoma e indipendente dalla politica, come disegnata dalla nostra Costituzione. Abbiamo scelto quest’ultima, pensando, però, che l’autonomia e l’indipendenza non coincidano con l’inamovibilità dei dirigenti, né con la progressione di carriera automatica al di fuori di qualsiasi meccanismo di mercato e di merito".

In concreto come cambierà la figura del dirigente pubblico? "Dovrà superare un concorso per l’abilitazione ed entrerà così nel ruolo unico dei dirigenti. Dirigenti della Repubblica italiana e non, come adesso, dirigenti della singola amministrazione o di una Regione. Dovrà esserci un rapporto osmotico tra i dirigenti dei diversi livelli dello Stato, si potrà passare dal centro alla periferia e viceversa. Prevediamo l’istituzione di una commissione super partes composta da tecnici che deciderà quali sono i dirigenti adatti per un determinato incarico anche sulla base del lavoro svolto in precedenza e sulla base della loro stessa capacità di valutare i propri collaboratori. La carriera dei dirigenti dipenderà da queste valutazioni: si potrà scendere o salire. Finirà la stagione dei dirigenti sempre allo stesso posto. L’incarico sarà affidato per tre anni e sarà rinnovabile una sola volta. Poi si ricomincerà".

Chi sarà confermato decadrà e tornerà nel ruolo unico in attesa di un nuovo incarico. Potrà anche andare a lavorare temporaneamente nel privato. Ma se dopo un congruo periodo che escluda qualsiasi ipotesi di fumus persecutionis un dirigente continuerà ad essere senza incarico perderà l’abilitazione fino a perdere il lavoro". E potrà essere licenziato

Restiamo sul terreno dei licenziamenti. Il governo ha deciso se estendere al pubblico impiego il Jobs act con il nuovo articolo 18? «Nel pubblico impiego resterà il reintegro in caso di licenziamento ingiustificato."Non è un favoritismo ma il lavoro pubblico è diverso: chi licenzia non è un imprenditore che decide con le proprie risorse. Lo stesso obiettivo si può raggiungere in altro modo. Già oggi c’è la messa in mobilità che può portare al licenziamento. Renderemo più semplici i procedimenti disciplinari, quelli per scarso rendimento. Ci saranno procedure specifiche per contrastare i casi di assenze di massa, come quelle dei vigili di Roma lo scorso Capodanno, o di assenze sospette (tutti i venerdì o i lunedì)".

Lei promette un’amministrazione pubblica flessibile, efficace, moderna. La realtà è diversa. Per esempio: quanti sono i dipendenti pubblici che hanno cambiato posto di lavoro dopo il suo decreto dell’estate scorsa? "Entro la fine di questo mese termineremo, con il ministero dell’Economia, un’operazione molto complicata: la definizione delle cosiddette tabelle di equiparazione. In sostanza l’equiparazione degli inquadramenti nei diversi settori. Da quel momento in poi sarà possibile la mobilità. E partirà la più grande operazione di mobilità di dipendenti pubblici della storia repubblicana: quella dei circa 20 mila lavoratori delle Province che non sono più necessari per l’espletamento delle attività rimaste nelle competenze provinciali dopo la riforma Delrio. Sarà il grande banco di prova dell’operazione mobilità. Per questo abbiamo bloccato per due anni le assunzioni pubbliche a parte per coloro già vincitori di concorso non ancora assunti. Dalle vecchie piante organiche si passerà ai fabbisogni: i lavoratori andranno dove c’è bisogno, non dove prevede una statica pianta organica".

E i co.co.co? Abolirete i collaboratori come prevede il Jobs Act per assumerli a tempo indeterminato? "I co.co.co li dovremo abolire per forza. Molti di loro oggi reggono interi servizi delicati nella pubblica amministrazione, ne siamo assolutamente consapevoli. Un percorso sano di assunzioni partirà dopo i prossimi due anni dedicati alla riallocazione dei dipendenti delle Province".

Dal 2008 sono bloccati i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego. I sindacati stimano una perdita media del potere d’acquisto superiore al 10 % nel periodo 2010-2014. Nella prossima legge di Stabilità ci saranno le risorse per i contratti? "Dipende da cosa succederà nell’economia. Il ministro Padoan ha detto che si sta aprendo una finestra importante per la crescita. La stabilizzazione del quadro economico è conseguenza anche dalle riforme che stiamo realizzando. Se ci saranno le risorse per i rinnovi contrattuali sarà una doppia buona notizia perché vorrà dire che la crisi è alle spalle e che si riapre una fase di contrattazione collettiva".

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Staffetta generazionale e ricambio generazionale sono i principali emendamenti presentati al disegno di legge madia sulla Riforma della Pubblica Amministrazione.

Kamsin La riforma Madia procede a passo di lumaca in Senato. Giovedì è stato approvato in Commissione un emendamento del relatore, Giorgio Pagliari (Pd), con cui si punta ad introdurre regole certe per i procedimenti per i quali basta la Scia o il silenzio-assenso, ma anche per quelli che necessitano ancora di un’autorizzazione espressa da parte della p.a.

Nella stessa seduta sono stati presentati ulteriori subemendamenti e riformulazioni di emendamenti già depositati, alcuni dei quali con buone possibilità di essere approvati, altri con scarse chance di passare il vaglio della prima commissione. Molti emendamenti riguardano diverse modifiche al sistema previdenziale pubblico che sono state già anticipate da pensionioggi.it nelle scorse settimane. Si pensi in particolare a quella dei senatori del gruppo per le autonomie (primo firmatario Hans Berger) che, per favorire il ricambio generazionale nella p.a., consente alle amministrazioni di ridurre (sempre con il consenso del lavoratore) l’orario di lavoro e la retribuzione del dipendente prossimo alla pensione. Inoltre, l’emendamento prevede che la p.a, per assumere personale più giovane, possa fare ricorso al contratto di apprendistato.

E a questo proposito un emendamento, presentato sempre dai cinque senatori autonomisti (oltre Berger, Karl Zeller, Francesco Palermo, Franco Panizza e Fausto Guilherme Longo) punta a promuovere l’utilizzo del contratto di apprendistato nella p.a. attribuendo agli enti la facoltà di fare assunzioni con questa tipologia contrattuale, entro il limite del 40% delle loro facoltà assunzionali a tempo indeterminato.

In materia c'è da segnalare anche l'emendamento proposto da Puglia e Crimi (M5S) che introduce la possibilità per i macchinisti ferroviari di accedere alla pensione con 58 anni e 38 di contributi. Altre richieste di modifica intendono inoltre consentire ai segretari comunali, figura che secondo le intenzioni del ddl Madia sarà abolita, di accedere alla pensione in deroga alla normativa Fornero a condizione di aver raggiunto un diritto entro il 31 dicembre 2015.

Tra le novità sulle quali si attende il parere del relatore c'è poi l'emendamento Di Biagio (alleanza per le autonomie) che chiede il riordino dell'inquadramento ed il transito della Polizia Locale nel comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico "con superamento dei limiti spazio-temporali della qualifica di polizia giudiziaria, rientro nella disciplina pubblicistica del contratto di lavoro, equiparazione dei profili previdenziali ed assistenziali a quelli previsti per le forze di polizia dello Stato, armonizzazione dei compiti, delle funzioni, delle qualifiche e delle strutture della polizia locale, quale forza di polizia ad ordinamento civile, che rispecchi le nuove esigenze funzionali e strumentali, con particolare riferimento ai patti per la sicurezza".

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L'esame della riforma è iniziato la scorsa estate e l'obiettivo è concluderlo prima della prossima. Uno dei punti cardine è l'introduzione di norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti. Da scogliere anche il nodo relativo ai segretari comunali sui quali sono piovute numerose richieste di modifica.

Kamsin Entra nel vivo la partita al Senato sulla riforma della pubblica amministrazione. Questa settimana arriverà il parere della commissione Bilancio agli emendamenti presentati dai gruppi politici e dal Relatore e subito dopo si andrà alla votazione. I punti caldi che saranno oggetto di discussione restano la stretta sulle partecipate in rosso, la sanatoria "salva-sindaci" e soprattutto il nuovo meccanismo semplificato di valutazione dei dipendenti pubblici con una ricaduta sui tempi relativi all'esercizio dell'azione disciplinare.

Sulla vicenda la Riforma punta all'introduzione di "norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti, finalizzate ad accelerare, rendere concreto e certo nei tempi l'esercizio dell'azione disciplinare, che come sanzione piu' grave prevede proprio il licenziamento, in base alle regole esistenti. L'allontanamento dal posto di lavoro sarà così piu' facile.

Il capitolo relativo al pubblico impiego è quello, comunque, piu' a rischio fibrillazione. Oltre al sistema di valutazione il disegno di legge già include tra le sue linee guida la creazione di un polo unico per la medicina fiscale: l'Inps, che oggi svolge questa funzione nel privato, si occuperà in futuro anche dei dipendenti pubblici, attualmente controllati dalle Asl.

Un'altra linea di azione tocca il ruolo dei dirigenti, che dovrebbero essere responsabilizzati nel proprio ruolo di vigilanza sui comportamenti scorretti dei propri dipendenti: i provvedimenti attuativi con i quali verrà riordinata la dirigenza pubblica offrono spazi anche per norme di questo tipo. Infine si sta ragionando su un altro aspetto, un possibile intervento contro gli scioperi bianchi, quei comportamenti che formalmente corretti e legali in realtà sono messi in atto come forma di protesta, con l'obiettivo di paralizzare un certo servizio pubblico (tipicamente attraverso il rispetto meticoloso delle procedure). L'idea, secondo quanto anticipato da alcuni fonti di stampa vicine a Palazzo Chigi, è circoscrivere anche dal punto di vista normativo la nozione di abuso di diritto, analogamente a ciò che è avvenuto in altri campi, ad esempio quello fiscale con l'elusione; il concetto non riguarderebbe solo i servizi pubblici essenziali ma l'intera pubblica amministrazione. 

Restano poi da sciogliere il nodo controverso dei segretari comunali. Il testo presentato dal Governo cancella sostanzialmente questa figura scatenando le proteste degli interessati; il governo non intende fare marcia indietro ma è probabile che si valuti qualche forma di gradualità. Per gestire gli esuberi dei segretari, inoltre, numerosi gruppi parlamentari chiedono la possibilità di ricorrere al pensionamento anticipato sfruttando la normativa ante-fornero.

Tra le novità presentate, l'ultimo ingresso, in ordine cronologico, nel pacchetto di emendamenti del relatore Giorgio Pagliari (Pd), è la delega sulla potatura dei decreti attuativi datati. Rubricato sotto l'articolo 15-bis si prevede che il Governo "fra le disposizioni di legge che prevedono l'adozione di provvedimenti attuativi, quelle per le quali non sussistono più le condizioni per l'adozione dei provvedimenti medesimi" possa "disporne l'abrogazione espressa e specifica".

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La risposta del sottosegretario alle Politiche Sociali, Franca Biondelli, chiarisce che il personale amministrativo è soggetto ai requisiti pensionistici piu' elevati vigenti nell'AGO.

Kamsin Il personale tecnico-amministrativo dei vigili del fuoco e di tutti i comparti della forze armate e di polizia ad ordinamento civile non fruisce di un anticipo dell'età pensionabile. E' quanto ha chiarito il Sottosegretario al welfare Franca Biondelli, ieri, in risposta ad una interrogazione da parte di Marilena Fabbri (Pd) circa la possibilità per tale personale di essere annoverato all'interno del comparto comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico e, quindi, di accedere alla pensione con età inferiori rispetto ai requisiti vigenti nell'AGO.

Secondo il sottosegretario dal punto di vista previdenziale, "tale personale risulta assoggettato al regime pensionistico previsto per gli appartenenti al pubblico impiego ancor prima dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011, cosiddetto «Salva Italia», diversamente dal personale del ruolo operativo del Corpo, il quale è assoggettato ad un regime previdenziale specifico e di maggior favore". 

Il sottosegretario ha inoltre ricordato come il comparto difesa e sicurezza non sia stato toccato dalla Riforma Fornero del 2011: l'articolo 24, comma 18 del Dl 201/2011 indicava l'adozione di un regolamento di armonizzazione che ricomprendesse anche il comparto difesa-sicurezza e del comparto vigili del fuoco e soccorso pubblico nonchè alcune categorie di lavoratori iscritti presso l'Inps, l'ex-Enpals e l'ex-Inpdap. Tuttavia, sulla base dei pareri formulati dalle competenti commissioni parlamentari, si è proceduto allo stralcio della parte relativa al comparto difesa-sicurezza e del comparto vigili del fuoco e soccorso pubblico, cosicché il Dpr 157/2013 ha riguardato esclusivamente le categorie di personale iscritto presso l'Inps, l'ex Inpdap e l'ex Enpals.

Nel prendere atto della risposta fornita dalla rappresentante del Governo, l'onorevole Fabbri ha chiesto, inoltre, all'esecutivo di fornire assicurazioni circa i propri intendimenti in ordine alla disciplina pensionistica futura da applicare ai lavoratori dei comparti difesa e sicurezza e vigili del fuoco e soccorso pubblico, non interessati dalle disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 157 del 2013. Il regolamento citato infatti, ricorda la Fabbri, "costituisce una prima applicazione del processo di armonizzazione previsto dall'articolo 24, comma 18 del Dl 201/2011 e ciò lascia intendere la possibilità di un intervento ulteriore che ricomprenda anche il settore difesa e sicurezza".

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Una norma del decreto legge milleproroghe dispone il prolungamento a tutto il 2015 del termine del turn over per assumere a tempo indeterminato a compensazione delle uscite avvenute prima del 2013.

Kamsin Via libera alla proroga sino al 31 dicembre 2015 dei termini per le assunzioni di personale a tempo indeterminato nelle amministrazioni pubbliche. E' quanto prevede l'articolo 1, commi 1-5 del decreto legge milleproroghe 2015 (Dl 192/2014) convertito definitivamente in legge la scorsa settimana dal Senato.

Il provvedimento sposta al 31 dicembre 2015 il termine per procedere alle assunzioni di personale a tempo indeterminato, relative alle cessazioni che si sono verificate tra il 2008 ed entro il 31 dicembre 2013 nei limiti  dei 'budget assunzionali' previsti dalle disposizioni legislative vigenti in tali anni. Secondo le intenzioni dell'esecutivo si tratta dell'ultima proroga per le cessazioni avvenute nel 2008; mentre si tratta di nuova proroga per quelle avvenute tra il 2009 ed il 2012  ai sensi dell'articolo 3, comma 102, della legge n. 244 del 2007 e all'articolo 66, commi 9-bis, 13, 13-bis e 14, del decreto-legge n. 112 del /2008; mentre si tratta della prima proroga per quanto riguarda il termine per procedere alle assunzioni di personale a tempo indeterminato, riferite al 'budget assunzionale' del 2014, per le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie, gli enti pubblici non economici e gli enti di ricerca ai sensi del recente Decreto Madia (Dl 90/2014).

Com'è noto il provvedimento appena citato (al comma 1 dell'articolo 3) ha confermato al 20 per cento per il 2014 il limite di spesa relativa al personale cessato nell’anno precedente in relazione al quale le richiamate pubbliche amministrazioni possano assumere personale a tempo indeterminato. Tale percentuale è aumentata al 40 per cento per il 2015, al 60 per cento per il 2016, all’80 per cento per il 2017, al 100 per cento a decorrere dal 2018. La disposizione elimina, inoltre, dal 2014 il vincolo alle assunzioni relativo alle percentuali di unità lavorative cessate nell’anno precedente (cd. limite capitario), mantenendo il solo criterio basato sui risparmi di spesa legati alla cessazioni di personale (peraltro con riferimento al solo personale di ruolo) avvenute nell’anno precedente. La nuova disciplina non si applica ai Corpi di polizia, al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e al comparto Scuola, per i quali viene espressamente fatta salva la (vigente) normativa di settore.

Infine vengono prorogate al 31 dicembre 2015 anche le autorizzazioni alle assunzioni per gli anni 2013 e 2014 adottate, per il comparto sicurezza-difesa e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in deroga alle percentuali del turn over indicate dalla legislazione vigente.

Una norma di chiusura precisa inoltre che le risorse per talune delle assunzioni prorogate per le quali non sia stata presentata, entro la data di entrata in vigore del decreto-legge in esame, apposita richiesta alle amministrazioni competenti - siano utilizzate (previa ricognizione da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento della funzione pubblica) per la realizzazione di percorsi di mobilità del personale delle Province, a seguito della Riforma Delrio.

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Niente piu' Co.co.co e co.co.pro nel pubblico dal 2017 e tutele ai precari storici. La promessa del Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia.

Kamsin L'abolizione dei contratti di collaborazione introdotta nel settore privato con il Jobs act, sarà estesa anche al pubblico. Il riferimento è all'articolo 47 della bozza di decreto legislativo sui contratti "quelli dei co.co.co che sono solo nel pubblico". Ma bisognerà ancora attendere due anni, fino al 2017. Ad annunciarlo è stato ieri il ministro della Funzione Marianna Madia, a margine di un convegno sulle società pubbliche e i servizi locali organizzato dall'associazione Prodemos. A partire dal 2017, ha sottolineato il ministro, «si faranno i concorsi e si ricomincerà da un approccio sano di entrata». Quanto al precariato storico, il ministro della Funzione pubblica ha voluto sottolineare come ci siano «realtà nella pubblica amministrazione che si reggono sui co.co.co». Madia ha spiegato che «è ragionevole prevedere delle tutele, delle riserve», per questi lavoratori, anche se, ha aggiunto, «dobbiamo ancora vedere come». Una cosa è certa ha spiegato ancora Madia: il canale per accedere alla Pubblica amministrazione con contratti a tempo indeterminato «resta quello del concorso».

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