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- Roma, 4 ago. - "I relatori ritengono che il testo della commissione sia il testo che debba esser votato dall'Aula in considerazione del dibattito che si e' svolto". Lo ha detto la presidente della commissione Affari Costituzionali e relatrice del ddl sulle Riforme Anna Finocchiaro, che ha aggiunto: "a me pare che la soluzione adottata e' quella che meglio garantisce in un bilanciamento, in cui nessuna soluzione estrema vince, una ragionevole equilibrata composisione, salvaguardando il principio di pari trattamento di deputati e senatori". Poi ha concluso: "il superamento del bicameralismo nulla toglie al prestigio del Senato. "Partivamo da un testo" che conservava solo ai deputati l'insidacabilita' e l'autorizzazione a procedere", ha spiegato Finocchiaro. "Il primo ordine di valutazione e' stato quello di avere uno stesso regime per deputati e senatori, il secondo ordine di considerazione attiene al fatto che cio' di cui stiamo discutendo non e' l'immunita'" che esisteva prima della riforma 1993, quando i parlamentari "non potevano essere sottratti alla stessa possibilita' di essere sottoposti processo senza l'autorizzazione a procedere". Autorizzazione che ora riguarda l'arresto, le intercettazioni, il sequestro, ha anche detto. "E' chiaro che stiamo discutendo di una materia particolarmente delicata, i relatori si sono mossi fra le molte proposte" emerse, ha proseguito ed ha osservato: "l'operazione dei relatori di tornare al regime vigente non sconfina verso l'introduzione dell'autorizzazione a procedere prima 93, ristabilisce parita' e risponde a una serie di suggerimenti sul fronte del metodo". "Nulla vieta" che in fase di modifica regolamentare il Parlamento possa tornare sulla questione, ha sottolineato. .
- Roma, 4 ago. - Con l'approvazione da parte dell'Aula di palazzo Madama all'articolo 9 del testo del ddl riforme costituzionali, i futuri nuovi senatori non percepiranno piu' alcuna indennita'. L'articolo 9 del ddl, infatti, modifica l'articolo 69 della Costituzione, che nella nuova formulazione prevede che l'indennita' "stabilita dalla legge" spetti ai componenti della sola Camera dei deputati. .
- Roma, 4 ago. - Bene l'esclusione dell'azione diretta "che avrebbe presentato profili di incostituzionalita' e ci avrebbe messo fuori dall'Europa", ma "attenzione" all'eliminazione del 'filtro' sulla reponsabilita' civile dei magistrati "poiche' vi e' il rischio molto elevato di cause strumentali messe in atto solo per reazione a una decisione sgradita del giudice". Questo il commento del presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, sulle linee di riforma in materia di reposnabilita' civile delle toghe pubblicate on line oggi dal Governo. "L'assenza di qualsiasi meccanismo che possa disincentivare o sanzionare l'avvio di cause meramente strumentali - osserva il leader del sindacato delle toghe - rischia di far proliferare azioni palesemente infondate, aggiungendosi anche alla mole di lavoro degli uffici". Quanto alla rivalsa, "anche oggi e' prevista, ora diventa obbligatoria - sottolinea Sabelli - e la riforma prevede una somma decisamente molto elevata, fino alla meta' dello stipendio". Sul "collegamento tra responsabilita' civile e disciplinare", poi, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati afferma di voler attendere i testi piu' dettagliati, ma auspica che "venga evitato ogni tipo di automatismi". Sabelli, infine, non affronta il punto, previsto dalla riforma, con cui si va verso l'ampliamento dei casi di violazione: "si parla di estensione dei casi ma non sono ancora disponibili i testi - osserva - per questo serve cautela, poiche' la materia e' delicata e complessa. Bisognera' capire cosa vuol dire adeguarsi al modello europeo: la Corte europea ha anche fissato dei paletti sulla responsabilita' civile dei magistrati. Vedremo quali casi introdurra' il Governo: se si parlera' di violazioni in relazione dell'interpretazione della legge, si potra' porre il problema del limite all'indipendenza della giurisdizione".
- Roma, 4 ago. - I nuovi senatori godranno dell'immunita' parlamentare e, quindi, non avranno un trattamento diverso rispetto ai colleghi deputati. Con il voto dell'Aula del Senato, che ha bocciato gli emendamenti aggiuntivi all'articolo 8 del ddl, che miravano a modificare l'articolo 68 della Costituzione, il testo delle riforme resta quello licenziato dalla commissione che prevede che i senatori godano delle stesse guarentige dei deputati. I due 'contraenti' del patto del Nazareno sulle riforme, Pd e Forza Italia, si sono detti a favore della permanenza delle guarentigie anche per i nuovi futuri senatori. In sostanza, Pd e Forza Italia sostengono che i futuri senatori dovranno godere dell'immunita' e, quindi, non devono avere un trattamento diverso rispetto ai colleghi deputati, anche se non saranno piu' eletti in maniera diretta. Nel dibattito che si e' svolto al Senato sugli articoli aggiuntivi all'8 del ddl riforme, quelli appunti relativi all'immunita', il senatore azzurro Donato Bruno ha spiegato chiaramente che "Forza Italia votera' a favore del provvedimento cosi' come uscito dalla commissione", quindi con l'immunita'. Anche il capogruppo Pd, Luigi Zanda, ha chiarito: "anch'io sarei per il testo uscito dalla commissione". A favore anche Pier Ferdinando Casini (Udc), l'Ncd con Gaetano Quagliariello. Si sono detti contrari, invece, Loredana De Petris (Sel), i 'dissidenti' del Pd Felice Casson e Vannino Chiti, il socialista Enrico Buemi. La relatrice Anna Finocchiaro ha rivendicato l'equilibrio della norma cosi' come uscita dalla commissione. Governo e relatori si sono quindi rimessi all'Aula sugli emendamenti aggiuntivi all'articolo 8 del ddl.

- Roma, 4 ago. - Addio ai senatori a vita e all'indennita' per i componenti del Senato. L'Aula del Senato ha approvato in tempi 'record' l'articolo 3 del ddl riforme che prevede che il Presidente della Repubblica potra' nominare 5 senatori scegliendo tra "i cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Tali senatori durano in carica sette anni e non possono essere nuovamente nominati".

Resta immunita' anche per i senatori, ok Aula

Inoltre, si stabilisce la durata della Camera dei deputati che restera' in carica per 5 anni. Con l'approvazione da parte dell'Aula di palazzo Madama all'articolo 9 del testo del ddl riforme costituzionali, i futuri nuovi senatori non percepiranno piu' alcuna indennita'. L'articolo 9 del ddl, infatti, modifica l'articolo 69 della Costituzione, che nella nuova formulazione prevede che l'indennita' "stabilita dalla legge" spetti ai componenti della sola Camera dei deputati.

Approvato anche l'articolo 8 del ddl costituzionale, che modifica l'articolo 67 della Costituzione e prevede che "i membri del Parlamento esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato".

Finocchiaro, su immunita' c'e' soluzione equilibrata

Resta aperto il nodo immunita' anche se, dice Anna Finocchiaro, "I relatori ritengono che il testo della commissione sia il testo che debba esser votato dall'Aula in considerazione del dibattito che si e' svolto". La presidente della commissione Affari Costituzionali ha aggiunto: "a me pare che la soluzione adottata e' quella che meglio garantisce in un bilanciamento, in cui nessuna soluzione estrema vince, una ragionevole equilibrata composizione, salvaguardando il principio di pari trattamento di deputati e senatori". Poi ha concluso: "il superamento del bicameralismo nulla toglie al prestigio del Senato. "Partivamo da un testo" che conservava solo ai deputati l'insidacabilita' e l'autorizzazione a procedere", ha spiegato.

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