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- Napoli, 8 giu. - "Abbiamo portato in Parlamento una legge delega che trasforma radicalmente tutti gli elementi del mercato del lavoro, degli ammortizzatori sociali, della strumentazione per le politiche attive del lavoro, questo vuol dire cambiare la faccia delle politiche del lavoro nel Paese". Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti replica cosi' da Napoli al presidente di Confindustria Squinzi, che ieri ha definito il dl lavoro un antipasto, auspicando una riforma piu' ampia. "Se Squinzi parla di antipasto, io dico che questo e' il piatto", aggiunge Poletti riferendosi ancora alla legge delega. "Siamo convinti di poterlo fare rapidamente - spiega - entro fine luglio il Senato conclude i lavori e quindi a inizio settembre possiamo andare alla Camera e avere l'approvazione della delega, mentre noi stiamo preparando gia' il materiale per i decreti attuativi". Intervistato durante "Repubblica delle idee", Poletti ha ribadito: "Non abbiamo in previsione di cambiare l'eta' pensionabile, ne' innalzandola ne' abbassandola, rimane quella che e'". Il rilancio del sud passa anche attraverso il buon utilizzo delle risorse europee, per questo il piano Garanzia giovani prevede un "monitoraggio sistematico da parte del ministero" e "ogni venerdi' saranno pubblicati i dati sull'andamento", cosi' "evitiamo di scoprire improvvisamente che una regione si e' fermata". .
- Napoli, 8 giu. - In un teatro di San Carlo che "i sondaggi lo davano vuoto, invece e' pieno", Roberto Benigni in dialogo con il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari, dall'attualita' della corruzione dilagante al commosso ricorso di Enrico Berlinguer e Massimo Troisi. Bene 'Repubblica delle idee' al Massimo napoletano, tempio europeo dell'opera lirica, ma "l'anno prossimo a Venezia - dice Roberto ad Eugenio - che c'e' piu' movimento, tutti che lavorano, gente che scappa per strada e gente che li rincorre. Stanno costruendo una nuova grande opera, un carcere. Continua la grande tradizione italiana con grandi opere, l'Expo' di Greganti/Frigerio e il Mose di Galan/Orsoni". "Credo qui ieri abbiano dato 'Pagliacci'", gli fa da spalla il giornalista. "Ah bene, pagliacci", incalza il comico toscano. Che ammonisce ironico: "Carige, la giunta regionale a Torino, l'Expo a Milano...tutta malavita organizzata al Nord. State attenti che scende al Sud". Benigni e' un uragano sul palco, e Scalfari teme lo voglia prendere in braccio, "come hai fatto con Berlinguer", ricorda; ma non riesce a sottrarsi a un 'selfie'. "Con Scalfari, sarebbe uno 'scalfi' - si inventa Benigni - dai facciamoci uno scalfi, e' il primo nella storia". "L'ho detto, qui finisce male", risponde un rassegnato Scalfari dai tempi comici insospettabili. In apertura, Scalfari in piedi esplicita: "Voglio ricordare la morte di Enrico Berlinguer, trenta anni fa, la notte tra l'11 e il 12 giugno 1984, perche' fa parte non solo della storia del partito comunista che non c'e' piu' ma della storia della democrazia d'Italia". "Ero amico di Berlinguer - racconta - l'ho intervistato 5 o 6 volte. Nel 1981 mi disse che i partiti dovevano uscire dalle istituzioni che avevano occupato indebitamente. Una cosa che noi non abbiamo ancora realizzato. E nel '77, che i comunisti italiani non volevano nessuna dittatura, neppure quella del proletariato, volevano soltanto la democrazia. Ecco, questo e' il Berlinguer che vorrei ricordare". Il teatro, pieno fino ai loggioni, si alza in piedi e applaude a lungo. Ci pensa Benigni a rimettere tutto sul registro dell'ironia, dicendosi atterrito da un incontro con il giornalista. "Gli ultimi tre che ha visto - dice - sono Napolitano, Renzi e il Papa. Con il Papa hanno parlato di Dio, poi il Papa e' rimasto da solo e ha parlato con Dio di Scalfari". Scambio di cortesia reciproco. "Tu conosci la Dante, conosci la Costituzione, sai a memoria l'Inno di Mameli - spiega il gionalista al comico - potresti andare al Quirinale". Un gioco tra i due che durera' per un'ora e mezza, durante la quale Scalfari propone Benigni anche come premier, poi come "rettore della migliore universita' d'Italia" ("qui finisce che mi mandi a insegnare in una scuola di Secondigliano", replica l'attore) e infine Papa e poeta. Benigni ne ha per il Pd ("al 41,8%? ma come, non lo ha preso neanche alle primarie!", commenta le Europee (dove hanno vinto anche "partiti della paura che cercano di distruggere tutto"), mostra amor patrio ("Italia paese del miracolo perpetuo, resistiamo") e si scaglia contro i corruttori ("non e' difficile ingannare il prossimo, ma e' una cosa stupida e volgare"). Alla fine, dopo aver spiegato e recitato il XXVII canto dell'Inferno in cui Dante incontra Ulisse, Benigni conclude: "Vorrei raggruppare tutti i momenti di gioia che abbiamo avuto oggi e dedicarli al mio amico, Massimo Troisi". E il teatro in piedi tributa l'ennesimo lungo applauso a tutti, i due sul palco e i due evocati. .
- Roma, 8 giu. - Crolla l'affluenza alle urne per il secondo turno delle elezioni amministrative. Alle 12, secondo i fati diffusi dal Viminale, era andato a votare il 15,54% degli aventi diritto contro il 21,55% del primo turno, quando pero' si votava anche per il rinnovo del Parlamento europeo .
- Napoli, 8 giu. - "Se una persona tradisce la fiducia dei cittadini non puo' essere piu' candidabile e non puo' essere nelle condizioni di tornare in campo anche dopo un lungo periodo". Cosi' il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine del suo intervento alla Repubblica delle idee, ribadisce che i fenomeni di corruzione stanno nella cultura del Paese e quindi "la responsabilita' delle persone non puo' essere abolita, perche' se uno ruba non e' colpa della legge, ma perche' ha deciso di rubare" .
- Roma, 8 giu. - Sono aperti dalle sette di questa mattina i seggi per il turno di ballottaggio delle amministrative 2014. Complessivamente circa 4 milioni e mezzo gli italiani chiamati alle urne per scegliere, in tutto, 148 sindaci. Ai 138 comuni delle regioni a statuto ordinario, vanno aggiunti un comune in Sardegna (Alghero, in provincia di Sassari), uno in Friuli Venezia Giulia (Porcia, provincia di Pordenone) e otto in Sicilia: Caltanissetta, San Cataldo (Caltanissetta), Acireale (Catania), Bagheria (Palermo), Monreale (Palermo), Termini Imerese (Palermo), Pachino (Siracusa) e Mazara del Vallo (Trapani). Diciassette i capoluoghi di provincia: Vercelli, Biella, Verbania, Bergamo, Cremona, Pavia, Padova, Modena, Livorno, Teramo, Perugia, Terni, Pescara, Bari, Foggia, Potenza e Caltanissetta. Sara' possibile votare fino alle 23. .
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