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- Roma, 08 giu. - Risultati provvisori degli scrutini di 92 sezioni su 172 LIVORNO: LISTA % CANDIDATO MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEG 53,68 FILIPPO NOGARIN PARTITO DEMOCRATICO 46,32 MARCO RUGGERI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA LISTA CIVICA - LIVORNO DE PARTITO SOCIALISTA ITALIA ITALIA DEI VALORI .
- Roma, 8 giu. - Sprofonda l'affluenza alle urne per il turno di ballottaggio alle amministrative: alle 19 ha votato il 33,77% degli aventi diritto. Quindici giorni fa, al primo turno amministrativo ma anche giorno di voto per le Europee, alla stessa ora aveva votato invece il 52,45%, quindi oggi quasi 19 punti in meno. Spiccano i 24 punti in meno in Basilicata, gli oltre 22 punti in meno in Molise e in Puglia, i 21 in Abruzzo, i quasi 21 punti in meno nel Lazio e in Campania, i quasi 20 in meno in Piemonte, i 19 punti in meno in Umbria e in Emilia-Romagna. I seggi sono aperti dalle sette di questa mattina. Complessivamente circa 4 milioni e mezzo gli italiani chiamati alle urne per scegliere, in tutto, 148 sindaci. Ai 138 comuni delle regioni a statuto ordinario, vanno aggiunti un comune in Sardegna (Alghero, in provincia di Sassari), uno in Friuli Venezia Giulia (Porcia, provincia di Pordenone) e otto in Sicilia: Caltanissetta, San Cataldo (Caltanissetta), Acireale (Catania), Bagheria (Palermo), Monreale (Palermo), Termini Imerese (Palermo), Pachino (Siracusa) e Mazara del Vallo (Trapani). Diciassette i capoluoghi di provincia: Vercelli, Biella, Verbania, Bergamo, Cremona, Pavia, Padova, Modena, Livorno, Teramo, Perugia, Terni, Pescara, Bari, Foggia, Potenza e Caltanissetta. Sara' possibile votare fino alle 23. .

Il governo Renzi "non ha in previsione di cambiare l'età pensionabile, né innalzandola né abbassandola, rimane quella che è". E' quanto ha annunciato il ministro del lavoro Giuliano Poletti intervenendo alla Repubblica delle Idee in corso a Napoli.

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Il ministro ha voluto puntualizzare che non ci saranno modifiche che aumenteranno l'età per il collocamento a riposo dopo le voci circolate nei giorni scorsi circa un possibile intervento, allo studio del Commissario alla Spending Review Carlo Cottarelli, che avrebbe allineato l'età per la pensione anticipata per le donne a quella prevista per i lavoratori uomini, innalzandola di un anno.

"Dobbiamo ora lavorare - ha aggiunto Poletti - per trovare delle vie di equità, partendo da quelle persone che sono fuori dal mercato del lavoro e con gli ammortizzatori non arrivano alla pensione". "Penso - ha spiegato il ministro - a chi ha 60 anni, gli mancano tre anni alla pensione, perde il lavoro e ha due anni di ammortizzatori: gliene manca uno solo alla pensione ma è impossibile rioccuparlo. A questi - ha concluso - dobbiamo trovare una risposta".

Disoccupazione: Quasi 7 milioni gli italiani a casa - Intanto restano pesanti i dati sul mercato del lavoro diffusi dall'Istat. Sono quasi 7 milioni le persone che vorrebbero lavorare e che invece sono a casa. Stando ai dati Istat sul primo trimestre ai 3,487 milioni di disoccupati si possono sommare 3,381 milioni di inattivi che desidererebbero lavorare, ma non cercano attivamente o non sono subito disponibili, per un totale di 6,87 milioni. Nove mesi fa erano "solo" 6 milioni.

Si tratta di un "esercito" sempre più esteso, cresciuto solo nell'ultimo anno, tra i primi tre mesi del 2013 e lo stesso periodo del 2014, di ben 440 mila unità (+6,9%), alimentato sia dai disoccupati, coloro che effettivamente sono a caccia di un impiego, sia da quegli inattivi che si sono chiamati fuori dal mercato del lavoro pur mantenendo intatto il desiderio di un impiego. Un fenomeno su cui pesa lo scoraggiamento.

- Napoli, 8 giu. - "Abbiamo portato in Parlamento una legge delega che trasforma radicalmente tutti gli elementi del mercato del lavoro, degli ammortizzatori sociali, della strumentazione per le politiche attive del lavoro, questo vuol dire cambiare la faccia delle politiche del lavoro nel Paese". Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti replica cosi' da Napoli al presidente di Confindustria Squinzi, che ieri ha definito il dl lavoro un antipasto, auspicando una riforma piu' ampia. "Se Squinzi parla di antipasto, io dico che questo e' il piatto", aggiunge Poletti riferendosi ancora alla legge delega. "Siamo convinti di poterlo fare rapidamente - spiega - entro fine luglio il Senato conclude i lavori e quindi a inizio settembre possiamo andare alla Camera e avere l'approvazione della delega, mentre noi stiamo preparando gia' il materiale per i decreti attuativi". Intervistato durante "Repubblica delle idee", Poletti ha ribadito: "Non abbiamo in previsione di cambiare l'eta' pensionabile, ne' innalzandola ne' abbassandola, rimane quella che e'". Il rilancio del sud passa anche attraverso il buon utilizzo delle risorse europee, per questo il piano Garanzia giovani prevede un "monitoraggio sistematico da parte del ministero" e "ogni venerdi' saranno pubblicati i dati sull'andamento", cosi' "evitiamo di scoprire improvvisamente che una regione si e' fermata". .
- Napoli, 8 giu. - In un teatro di San Carlo che "i sondaggi lo davano vuoto, invece e' pieno", Roberto Benigni in dialogo con il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari, dall'attualita' della corruzione dilagante al commosso ricorso di Enrico Berlinguer e Massimo Troisi. Bene 'Repubblica delle idee' al Massimo napoletano, tempio europeo dell'opera lirica, ma "l'anno prossimo a Venezia - dice Roberto ad Eugenio - che c'e' piu' movimento, tutti che lavorano, gente che scappa per strada e gente che li rincorre. Stanno costruendo una nuova grande opera, un carcere. Continua la grande tradizione italiana con grandi opere, l'Expo' di Greganti/Frigerio e il Mose di Galan/Orsoni". "Credo qui ieri abbiano dato 'Pagliacci'", gli fa da spalla il giornalista. "Ah bene, pagliacci", incalza il comico toscano. Che ammonisce ironico: "Carige, la giunta regionale a Torino, l'Expo a Milano...tutta malavita organizzata al Nord. State attenti che scende al Sud". Benigni e' un uragano sul palco, e Scalfari teme lo voglia prendere in braccio, "come hai fatto con Berlinguer", ricorda; ma non riesce a sottrarsi a un 'selfie'. "Con Scalfari, sarebbe uno 'scalfi' - si inventa Benigni - dai facciamoci uno scalfi, e' il primo nella storia". "L'ho detto, qui finisce male", risponde un rassegnato Scalfari dai tempi comici insospettabili. In apertura, Scalfari in piedi esplicita: "Voglio ricordare la morte di Enrico Berlinguer, trenta anni fa, la notte tra l'11 e il 12 giugno 1984, perche' fa parte non solo della storia del partito comunista che non c'e' piu' ma della storia della democrazia d'Italia". "Ero amico di Berlinguer - racconta - l'ho intervistato 5 o 6 volte. Nel 1981 mi disse che i partiti dovevano uscire dalle istituzioni che avevano occupato indebitamente. Una cosa che noi non abbiamo ancora realizzato. E nel '77, che i comunisti italiani non volevano nessuna dittatura, neppure quella del proletariato, volevano soltanto la democrazia. Ecco, questo e' il Berlinguer che vorrei ricordare". Il teatro, pieno fino ai loggioni, si alza in piedi e applaude a lungo. Ci pensa Benigni a rimettere tutto sul registro dell'ironia, dicendosi atterrito da un incontro con il giornalista. "Gli ultimi tre che ha visto - dice - sono Napolitano, Renzi e il Papa. Con il Papa hanno parlato di Dio, poi il Papa e' rimasto da solo e ha parlato con Dio di Scalfari". Scambio di cortesia reciproco. "Tu conosci la Dante, conosci la Costituzione, sai a memoria l'Inno di Mameli - spiega il gionalista al comico - potresti andare al Quirinale". Un gioco tra i due che durera' per un'ora e mezza, durante la quale Scalfari propone Benigni anche come premier, poi come "rettore della migliore universita' d'Italia" ("qui finisce che mi mandi a insegnare in una scuola di Secondigliano", replica l'attore) e infine Papa e poeta. Benigni ne ha per il Pd ("al 41,8%? ma come, non lo ha preso neanche alle primarie!", commenta le Europee (dove hanno vinto anche "partiti della paura che cercano di distruggere tutto"), mostra amor patrio ("Italia paese del miracolo perpetuo, resistiamo") e si scaglia contro i corruttori ("non e' difficile ingannare il prossimo, ma e' una cosa stupida e volgare"). Alla fine, dopo aver spiegato e recitato il XXVII canto dell'Inferno in cui Dante incontra Ulisse, Benigni conclude: "Vorrei raggruppare tutti i momenti di gioia che abbiamo avuto oggi e dedicarli al mio amico, Massimo Troisi". E il teatro in piedi tributa l'ennesimo lungo applauso a tutti, i due sul palco e i due evocati. .
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