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Comunali: Livorno, 92 sez. su 172 (m. int.)
Ballottaggi: affluenza sprofonda, 33, 77% alle 19, quasi -19 punti
Pensioni, Poletti: non ci saranno ritocchi sull'età pensionabile
Il governo Renzi "non ha in previsione di cambiare l'età pensionabile, né innalzandola né abbassandola, rimane quella che è". E' quanto ha annunciato il ministro del lavoro Giuliano Poletti intervenendo alla Repubblica delle Idee in corso a Napoli.
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Il ministro ha voluto puntualizzare che non ci saranno modifiche che aumenteranno l'età per il collocamento a riposo dopo le voci circolate nei giorni scorsi circa un possibile intervento, allo studio del Commissario alla Spending Review Carlo Cottarelli, che avrebbe allineato l'età per la pensione anticipata per le donne a quella prevista per i lavoratori uomini, innalzandola di un anno.
"Dobbiamo ora lavorare - ha aggiunto Poletti - per trovare delle vie di equità, partendo da quelle persone che sono fuori dal mercato del lavoro e con gli ammortizzatori non arrivano alla pensione". "Penso - ha spiegato il ministro - a chi ha 60 anni, gli mancano tre anni alla pensione, perde il lavoro e ha due anni di ammortizzatori: gliene manca uno solo alla pensione ma è impossibile rioccuparlo. A questi - ha concluso - dobbiamo trovare una risposta".
Disoccupazione: Quasi 7 milioni gli italiani a casa - Intanto restano pesanti i dati sul mercato del lavoro diffusi dall'Istat. Sono quasi 7 milioni le persone che vorrebbero lavorare e che invece sono a casa. Stando ai dati Istat sul primo trimestre ai 3,487 milioni di disoccupati si possono sommare 3,381 milioni di inattivi che desidererebbero lavorare, ma non cercano attivamente o non sono subito disponibili, per un totale di 6,87 milioni. Nove mesi fa erano "solo" 6 milioni.
Si tratta di un "esercito" sempre più esteso, cresciuto solo nell'ultimo anno, tra i primi tre mesi del 2013 e lo stesso periodo del 2014, di ben 440 mila unità (+6,9%), alimentato sia dai disoccupati, coloro che effettivamente sono a caccia di un impiego, sia da quegli inattivi che si sono chiamati fuori dal mercato del lavoro pur mantenendo intatto il desiderio di un impiego. Un fenomeno su cui pesa lo scoraggiamento.
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Pensioni, statali in prepensionamento con un anticipo di quattro anni
Possibilità da parte di amministrazioni ed enti di risolvere «unilateralmente» il rapporto di lavoro dei dirigenti, piu' prossimi alla pensione, tre o quattro anni al massimo, versando loro una prestazione di pari importo al trattamento pensionistico fino al giorno in cui avranno raggiunto i requisiti minimi per il collocamento a riposo. E' la misura allo studio da parte del Ministero della Funzione pubblica prevede che potrebbe trovare collocazione nel decreto legge sulla Pubblica Amministrazione atteso il prossimo 13 Giugno.
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Una misura che tradotta in pratica consentirebbe ad un dirigente di anticipare l'uscita dal lavoro già all'età di 62-63 anni in cambio di un assegno di accompagnamento alla pensione. Secondo la titolare della Funzione Pubblica, Marianna Madia, si tratta di estendere la normativa prevista dalla legge 92/2012 per le aziende del settore privato ai dirigenti statali con la finalità di ridurne il numero e favorire l'ingresso dei giovani.
Il documento dovrà essere vagliato "politicamente" ma potrebbe arrivare sul tavolo del Cdm il prossimo 13 Giugno e prevede che siano le amministrazioni pubbliche, sulla base di accordi con il dipartimento della Funzione pubblica, a chiudere il rapporto di lavoro del dirigente; l'amministrazione pubblica, attraverso l'Inps, verserà l'assegno di accompagnamento alla pensione dal momento della cessazione dal servizio fino alla maturazione dei requisiti per la pensione previsti dalla normativa Fornero.
Il tutto dovrebbe portare un risparmio medio di circa il 35% per le casse dello stato. La prestazione corrisposta sarebbe infatti di circa un terzo inferiore rispetto allo stipendio, poiché potrebbe raggiungere al massimo l'80% dell'ultima busta paga. La decisione se inserire la novità nei provvedimenti che attueranno la Riforma della Pubblica Amministrazione sarà assunta dai tecnici entro questa settimana: il 13 giugno infatti si terrà il consiglio dei ministri del prossimo 13 Giugno che dovrà mettere nero su bianco le decisioni dell'esecutivo sulla materia.
Ballottaggi, si torna alle urne Italiani al voto in 148 comuni
- Roma, 8 giu. - Sono complessivamente circa 4 milioni e mezzo gli italiani che oggi torneranno alle urne per il turno di ballottaggio delle amministrative: sono chiamati a scegliere, in tutto, 148 sindaci. Si vota dalle 7 alle 23, a seguito del primo turno del 25 maggio.
Ai 138 comuni delle regioni a statuto ordinario, vanno aggiunti infatti un comune in Sardegna (Alghero, in provincia di Sassari), uno in Friuli Venezia Giulia (Porcia, provincia di Pordenone) e otto in Sicilia: Caltanissetta, San Cataldo (Caltanissetta), Acireale (Catania), Bagheria (Palermo), Monreale (Palermo), Termini Imerese (Palermo), Pachino (Siracusa) e Mazara del Vallo (Trapani). Diciassette i capoluoghi di provincia: Vercelli, Biella, Verbania, Bergamo, Cremona, Pavia, Padova, Modena, Livorno, Teramo, Perugia, Terni, Pescara, Bari, Foggia, Potenza e Caltanissetta.
Nuovo appuntamento con le urne, dunque, per 4.249.450 italiani, 2.030.531 uomini e 2.218.919 donne. Lo scrutinio avra' inizio stasera stessa, al termine delle operazioni di voto e dopo il riscontro del numero dei votanti.
Il turno di ballottaggio si svolgera' anche in un Comune del Friuli Venezia Giulia (Porcia, provincia di Pordenone) e in 8 Comuni della Sicilia (nell'isola si votera' oggi dalle 8 alle 22 e domani, lunedi', dalle 7 alle 15): tutte le informazioni sul turno di ballottaggio nelle due regioni sono reperibili sui relativi siti internet.
Per il ballottaggio - ricorda il Viminale - si sceglie solo tra i due candidati sindaci che hanno ottenuto, al primo turno, il maggior numero di voti: l'elettore vota tracciando un segno sul rettangolo entro il quale e' scritto il nome del candidato prescelto. E dal momento che il turno di ballottaggio costituisce una prosecuzione delle operazioni del primo turno, possono votare "solo coloro che abbiano maturato il diritto di elettorato entro il giorno di domenica 25 maggio 2014, data in cui si e' svolta la votazione del primo turno".
Questi ultimi potranno naturalmente partecipare al turno di ballottaggio anche se non si siano recati a esprimere il voto in occasione del primo turno. Il ballottaggio varra' anche come prima verifica dei risultati elettorali di due settimane fa, sebbene un confronto sia statisticamente poco omogeneo visto che in quell'occasione si era votato anche per le europee.
Nei 16 capoluoghi di provincia, il candidato di centrosinistra parte in vantaggio in 12 casi (a Vercelli, Biella, Verbania, Bergamo, Padova, Modena, Livorno, Perugia, Terni, Pescara, Bari e Potenza), quello di centrodestra in quattro (Cremona, Pavia, Teramo e Foggia). .