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Corruzione: Crimi (M5S), governo ha bloccato lavori ddl al Senato
- Roma, 5 giu. - i tempi per una nuova legge anticorruzione si allungano, il ddl e' stato oggi bloccato al Senato. "Legge anticorruzione: ringraziamo tutti il governo per averne bloccato i lavori". Cosi' su Facebook il senatore 5 stelle, Vito Crimi, che accusa: "Oggi in commissione Giustizia si sarebbero dovuti votare gli emendamenti al ddl anticorruzione, che e' gia' calendarizzato in aula per martedi' prossimo. Tutti a parole pronti a dare una stretta alle norme, tutti a parole a varare questa legge, pure il presidente Grasso oggi ha tuonato per avere presto una seria legge anticorruzione... Cosa e' successo pochi minuti fa? Ai sensi dell'articolo 51 Co.2 del regolamento del Senato, i lavori sul disegno di legge anticorruzione sono differiti a data da stabilirsi (leggasi "arenati") perche' il governo annuncia un proprio disegno di legge sulla materia". "Il Parlamento - prosegue Crimi - era pronto a varare un testo, ma il governo decide ancora una volta di arrogarsi la potesta' legislativa, cosi' facendo ha bloccato i lavori di un ddl fondamentale. Questo a ridosso dello scandalo Expo, Mose e di chissa' quanti altri casi che verranno fuori. Ma si sa, meglio farla piu' tardi possibile la legge, perche' tanta fretta? Con calma, permettiamo ancora a questi predoni di depredare il paese". .
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Pensioni, Madia: dobbiamo bilanciare la Riforma Fornero
Nell'intervista rilasciata ieri al settimanale "Oggi" il Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia indica la volontà del governo a lavorare per rendere la Riforma Fornero del 2011 piu' flessibile ed in linea con le esigenze del paese.
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“Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, sta chiedendo con forza l’introduzione di meccanismi di flessibilità in uscita, anche nel privato. Con le percentuali di disoccupazione giovanile come le nostre non si può non farlo. Nel pubblico, in base alla Costituzione, si entra per concorso. E non ce ne sono da troppo tempo. Dobbiamo creare spazi per nuovi ingressi nella Pubblica Amministrazione”. Sulla possibilita’ di una revisione della Legge Fornero, la Ministro osserva: “Non parlerei di revisione. Dobbiamo bilanciarla con altri strumenti: l’esonero dal servizio col 65% dello stipendio, il part-time incentivato, la fine del trattenimento in servizio, l’opzione donna per le lavoratrici ma anche piccoli prepensionamenti”.
Nei giorni scorsi il Ministro Poletti aveva chiarito che il governo non sta pensando ad un aumento dell'età pensionabile ribadendo piuttosto che le preoccupazioni dell'esecutivo sono nel trovare una soluzione alla questione esodati. "Noi abbiamo all'ordine del giorno un tema che è quello degli esodati. Stiamo lavorando per trovare una soluzione strutturale: questo è il punto di emergenza che abbiamo, e questo affrontiamo" ha detto Poletti.
Intanto l'ex ministro del lavoro Cesare Damiano (Pd) rilancia la sua ricetta: "Per risolvere il problema in modo strutturale esistono due strade: introdurre un criterio di flessibilità, a partire dai 62 anni, per l’uscita dal lavoro verso la pensione, oppure il ritorno alle quote ante Fornero. Solo queste misure radicali possono risolvere il problema: al contrario avremmo solo dei palliativi inutili e controproducenti".
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Pensioni, il governo rilancia l'opzione donna
Cominciano ad essere piu' chiare le proposte che Matteo Renzi presenterà il prossimo 13 Giugno nel Cdm per rilanciare la riforma della Pubblica amministrazione.
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Tra i principali punti all'ordine del giorno c'è la reintroduzione dell'istituto dell'esonero dal servizio, una norma che consentirà alla Pa di lasciare "a casa" i propri dipendenti che continueranno ad incassare il 65 per cento del loro stipendio, oltre ovviamente a tutti i contributi. Riduzione che scenderebbe a circa l'80-85% qualora il lavoratore sia ricollocato in strutture delle Pa limitrofe al suo luogo di residenza attraverso piani di mobilità obbligatoria. Un istituto profondamente rivisitato e graduato in base alle esigenze della Pa e che riguarderà tuttavia solo i lavoratori piu' prossimi alla pensione, cioè a coloro a cui mancano massimo 5 anni al ritiro. I contributi sarebbero versati per intero in modo da non arrecare penalizzazioni sul futuro assegno previdenziale.
Insomma una misura piu' soft rispetto a quella sperimentata nel passato quando l'esonero ha avuto scarso successo nella Pa probabilmente perchè la riduzione dell'assegno era molto maggiore, nell'ordine del 50% della retribuzione lorda.
Per aiutare l'uscita dal pubblico impiego Renzi pensa anche ad altre misure. Oltre all'abolizione del trattenimento in servizio, istituto che consente la proroga per due anni del lavoro nella Pa una volta maturati i requisiti previdenziali il ministro Madia, lavora anche misure per favorire il prepensionamento. In prima linea c'è la proroga dell'opzione donna, la possibilità per le lavoratrici statali di lasciare con i requisiti previdenziali piu' favorevoli rispetto alle norme attuali, ma accettando un calcolo della pensione completamente contributivo e dunque più penalizzante. In tal senso peraltro la proposta di legge Damiano sugli esodati, in discussione alla Camera dal prossimo 23 Giugno, già prevede una parziale estensione del regime.
Per tutti gli statali, poi, sono allo studio piccoli scivoli verso la pensione, con un anticipo di sei mesi, al massimo un anno, dell'uscita dal lavoro.