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- Roma, 1 giu. - In occasione delle celebrazioni per la Festa della Repubblica, il 2 giugno, alle 11.30, in contemporanea nelle stazioni di Bari Centrale, Firenze Santa Maria Novella, Napoli Centrale, Palermo Centrale, Reggio Calabria, Roma Termini, Torino Porta Nuova e Trieste si esibiranno le fanfare e le bande dell'Esercito Italiano. L'iniziativa, ideata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, su iniziativa del viceministro, Riccardo Nencini, e organizzata dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane in collaborazione con il ministero della Difesa, vuole commemorare la Festa della Repubblica proprio in quei luoghi, come i grandi scali ferroviari, che per importanza logistica hanno svolto un ruolo fondamentale nella gigantesca opera di ricostruzione, all'indomani della Seconda Guerra Mondiale. Il ministro Nencini presenziera' la manifestazione che si terra' a Firenze alle ore 11.30 alla Stazione di Santa Maria Novella. Nel corso dei concerti verranno eseguiti l'Inno nazionale e alcuni brani tratti dal repertorio bandistico tradizionale. I corpi bandistici militari italiani, tutti formati da musicisti diplomati in conservatorio, possono arrivare ad avere un organico di 100 elementi, costituito da strumenti a fiato e percussione. Al termine delle esibizioni sara' distribuita a tutti i presenti, a cura di Ferrovie dello Stato Italiane, una copia della Costituzione. Nel dettaglio: a Bari Centrale si esibira' la Banda della Brigata Pinerolo; a Firenze Santa Maria Novella, la Banda della Brigata Folgore; a Napoli Centrale, la Banda del Comando Artiglieria Contraerei; a Palermo Centrale, la Fanfara del 6° Reggimento Bersaglieri; a Reggio Calabria, la Banda della Brigata Aosta; a Roma Termini la Banda della Scuola Trasporti e Materiali; a Trieste, la Fanfara della Brigata Pozzuolo del Friuli; infine a Torino Porta Nuova, la Fanfara della Brigata Taurinense. .

- Roma, 1 giu. - "Buon 2 giugno a tutti gli italiani. Celebriamo quest'anno la Festa della Repubblica con animo piu' fiducioso. Perche' si e' fatta strada la necessita' di forti cambiamenti in campi fondamentali. Perche' l'Italia puo' parlare a voce alta in Europa e contribuire a cambiarne le istituzioni e le politiche. E infine perche' si sono moltiplicate nella nostra societa' e specialmente tra i giovani le manifestazioni di volonta' costruttiva e di spirito d'iniziativa. Sono questi i fatti che devono rendere tutti noi piu' fiduciosi; sapendo che la fiducia nel futuro e' la condizione essenziale per tornare a crescere e a progredire". E' l'incipit del videomessaggio, diffuso dall'Ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica, del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Festa nazionale della Repubblica.

"In questi pesanti anni di crisi - riprende - l'economia e la realta' sociale del nostro paese hanno conosciuto gravi passi indietro, come dice il livello insopportabile cui e' giunta la disoccupazione, soprattutto quella giovanile. Se questa deriva si e' fermata, se registriamo segni sia pur deboli di ripresa, il problema e' ora quello di passare rapidamente alle decisioni e alle azioni che possono migliorare le condizioni di quanti hanno sofferto di piu' per la crisi, e aprire la prospettiva di un nuovo sviluppo per l'Italia".

In uno dei passaggi del videomessaggio del presidente della Repubblica, Napolitano parla del cambiamento del paese. "La strada del cambiamento passa per molte altre innovazioni. Ma proprio perche' essa e' lunga e complessa, si richiede continuita', non instabilita'; tenacia, non ricorrente incertezza". "Questa necessita', che ho sempre richiamato, e' stata largamente compresa dagli italiani, e lo dico guardando obbiettivamente all'insieme delle posizioni politiche che si sono confrontate in occasione della recente consultazione elettorale", dice ancora Napolitano richiamando, in un altro passo del messaggio la consapevolezza "che la fiducia nel futuro e' la condizione essenziale per tornare a crescere e a progredire".

"Il da farsi", per garantire una ripresa economica all'Italia e l'uscita dalla crisi sociale, "e' ormai delineato. Determinanti sono le riforme strutturali tra le quali gia' in cantiere quelle per le istituzioni e per la pubblica amministrazione, per il lavoro e per un'economia piu' competitiva". Continua il suo discorso Giorgio Napolitano. "Auspico un confronto civile in Parlamento, una ricerca di intese che e' dovuta per ogni modifica costituzionale. E' pero' tempo di soluzioni, non di nuove inconcludenze". "Auspico un confronto civile in Parlamento, una ricerca di intese che e' dovuta per ogni modifica costituzionale. E' pero' tempo di soluzioni, non di nuove inconcludenze. La strada del cambiamento passa per molte altre innovazioni. Ma proprio perche' essa e' lunga e complessa, si richiede - ammonisce - continuita', non instabilita'; tenacia, non ricorrente incertezza.

"Il cammino del nostro paese verso un futuro migliore passa egualmente, non dimentichiamolo, attraverso una lotta senza quartiere alla corruzione, alla criminalita', all'evasione fiscale. Ed e' un cammino che non puo' essere inquinato e deviato da violenze, intimidazioni, illegalismi di nessun genere. A tal fine - sottolinea il Presidente della Repubblica - tutte le forze vitali dello Stato e della societa' sono chiamate a cooperare. Ecco quel che dobbiamo insieme augurarci nel festeggiare l'anniversario della nascita della nostra Repubblica, della rinascita della nostra democrazia".

- Roma, 1 giu. - Il presidente del Consiglio in occasione del Festival dell'Economia di Trento sul palco insieme a Mentana affronta tra le altre anche la questione sui tagli rai. "Trovo incredibile questa riflessione e polemica che nasce dal sindacato interno". Matteo Renzi boccia la scelta dello sciopero Rai contro i tagli e liquida cosi' la protesta: "Lascia il tempo che trova. Mi spiace solo che se l'avessero annunciato durante le elezioni prendevo il 42,8 per cento". Di piu', Renzi bolla come "umiliante" uno sciopero Rai "quando qui tutte le famiglie, nel Paese reale tirano la cinghia". "Facciano e poi confrontiamo i numeri e quanto costano sedi regionali", avverte il presidente del Consiglio. "Io invito a discutere del servizio pubblico, ma se ragionano di costi ci troveranno prepapati", e' ancora il messaggio che arriva da Renzi verso viale Mazzini e dintorni. "Chi lavora nel servizio pubblico deve lavorare sui contenuti". Sono queste le dure critiche del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, verso la Rai, ricorda la vendita di Rai Way poi bloccata da un provvedimento dell'ex ministro Gasparri, e torna a sottolineare che e' una delle possibili scelte per i tagli chiesti da palazzo Chigi. "Occorre parlare di contenuti del servizio pubblico - ha aggiunto Renzi - e dico a chiunque voglia fare carriera nella Rai di non venire da me perche' non conto nulla quanto a carriera. Se si vuole parlare di costi, come fa il sindacato in una assurda polemica, allora siamo pronti a farlo, siamo preparati". "Tutti tagliano i costi - ha detto Renzi - non vedo perche' la Rai non debba farlo. L'operazione piu'' semplice e' quella di vendere Rai Way". Si dice "abbastanza colpito da come la polemica sui tagli alla Rai nasce da un finto problema". Matteo Renzi, chiarisce infatti che "nessuno di noi ha chiesto tagli a programmi e contenuti Rai, ma se il sistema Paese contribuisce a riorganizzare lo Stato allora diamo alla Rai due possibilita': riorganizzare le sedi regionali o vendere Raiway che non e' decisiva ai fini del suo funzionamento". "Se di mestiere fossi nel gruppo dirigente Rai - e' il messaggio che arriva dal presidente del Consiglio - rifletterei se il tuo azionista ti chiede questo e - puntualizza - non a sorpresa ma dopo lunghe conversazioni al riguardo". Non fa nomi, ma e' chiaro di cosa stia parlando Matteo Renzi quando prende le distanze dalla levata di scudi Rai contro i 150 milioni di tagli e osserva che, anziche' riflettere sulle proposte dell'azionista, cioe' di palazzo Chigi, "mi pare si stia scegliendo un'altra strada, con conduttori che fanno domande assumendo le parti dell'azienda". "Lo trovo molto singolare", annota il presidente del Consiglio che segnala di aver "visto gli effetti perversi dela politica sulla Rai, per questo ho detto che non ci avrei mai messo bocca". .
- Roma, 1 giu. - Non c'e'un vero e proprio commento, ma il senso dell'estratto del copresidente dell'European Green party, Reinhard Butikofer, e' molto chiaro: le ipotesi di alleanze tra M5S e Verdi al Parlamento europeo sono colpite e affondate. Direttamente via blog di Beppe Grillo. Sotto il titolo "Cosi' parlo' Butikofer', si legge infatti questa frase dell'eurodeputato tedesco: "Grillo vuole l'Europa come comunita'? Deve smetterla di prendere in giro le persone. Io non so cosa pensano i 'grillini' perche' il loro leader non permette agli altri di esprimere posizioni diverse. Se non sono d'accordo con Grillo, lo sfiducino e poi potremo parlare". Evidentemente, una implicita risposta a chi storce la bocca davanti al pedigree dell'euroscettico Farage e meglio vedrebbe un'alleanza con i Verdi per la pattuglia dei neoeletti parlamentari europei a 5 Stelle.

- Trento, 1 giu. - Il presidente del consiglio Matteo Renzi arriva al Festival dell'Economia di Trento accolto da una folla di giornalisti, cittadini e studenti. Tutto esaurito all'Auditorium di Santa Chiara dove Renzi sara' sul palco con Enrico Mentana. In prima fila in platea anche l'ad di Fiat Sergio Marchionne. Renzi arriva sul palco in camicia e jeans accolto da un'ovazione. "Non c'e' una ricetta magica, una riforma che risolva tutto. O c'e' uno sguardo d'insieme o e' tempo perso". Cos� comincia il presidente del Consiglio e non si mostra particolarmente preoccupato per lo "stato di salute" del nostro paese e ribalta i termini dell'esame. "Non ho particolari timori. La Commissione europea fara' le valutazioni che ritiene di fare. Conta - aggiunge infatti - cosa i governi immaginano sulla prossima Commissione europea". "Oggi c'e' un allineamento astrale irripetibile: le ricette dell'Europa fino ad oggi non sono state efficaci. Impostare tutto solo su parametri di rigore, correttezza rispetto ai vincoli di Maastricht... Dobbiamo cambiare le regole, poi dobbiamo cambiare le istituzioni". In vista della presidenza italiana nella commissione europea il presidente del Consiglio parla ancora dell'Europa. "Non si puo' parlare di democrazia interna in Europa, solo individuando il nome di Juncker". "Nessuno ha diritto di veto, ma non c'e' una maggioranza definita per l'uno o per l'altro candidato. Non voglio parlare di poltrone, ma di cosa fara' nei prossimi anni la Commissione", avverte Renzi. "Vorrei entrare nel merito - ha aggiunto - occorre chiedere cosa fara' la Commissione europea. Bisogna avere il coraggio di dire che la politica riprenda la sua parte, bisogna avere il coraggio di intervenire e non lasciare tutto nelle mani della tecnocrazia". Matteo Renzi non mostra preoccupazione neppure sul fronte della legge elettorale."Non sono preoccupato. Il risultato delle elezioni - prosegue il presidente del Consiglio - e' stato un incentivo a fare subito la riforme elettorale e dimostra che si deve andare verso due gruppi, mi piacerebbero due partiti, e il centrosinistra si sta artrezzando cosi'". Allora, con un orizzonte di "una settimana", Renzi assicura che "su questa legge qui si chiude", al massimo "possono cambiare piccoli dettagli". " La soglia del 37,5 per cento - aggiunge - non e' comprensibile. Sembra la temperatura della febbre... vedremo... Ma l'importante - sottolinea - e' arrivare a un ballottaggio dove si capisca chi vince e chi perde". "Fino ad oggi abbiamo avuto una classe politica campionessa mondiale di alibi. Ma chi governa se non fa quel che ha detto, deve prendersi la responsabilita'. Noi abbiamo vinto e abbiamo la responsabilita' di cambiare le cose." E prosegue il presidente del Consiglio dal festival dell'economia di trento: "Sbagliato dire che l'Italia debba avanzare pretese in Europa perche' il nostro partito ha preso oltre il 40 per cento alle elezioni. E' un atteggiamento sbagliato", dice Matteo Renzi. "L'Italia deve presentare un pacchetto di proposte serie, penso all'energia, all'atteggiamento dell'Europa verso i Paesi del Nord Africa. Non mi interessa parlare di nomi, indicare il presidente. La madre di tutte le battaglie - ribadisce - e' quella sulla crisi del lavoro". "Dobbiamo parlare con riforme sulle politiche industriali, riformare il mercato del lavoro. Con questo 40 per cento - dice ancora Renzi - dobbiamo prendere questa occasione di ripresa, se no non serve". .

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