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Il capitolo Tasi ufficialmente ancora non è stato deciso ma tutte le indicazioni arrivate dal governo tracciano un percorso chiaro: il Consiglio dei ministri approverà questa settimana un decreto legge, per far slittare subito il termine di pagamento della prima rata (fissato al 16 giugno) per i comuni che non hanno deliberato (i cd. comuni ritardatari).

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La norma sarà poi inserita nel decreto Irpef, attraverso un emendamento. Sulla necessità della proroga il viceministro all'Economia Enrico Morando non ha dubbi: «Il rinvio è necessario farlo per ovviare al disagio che la tassa sta creando ai cittadini. Il governo interverrà in questi giorni con un provvedimento ad hoc». Morando ha ricordato che in Parlamento «sono già stati presentati molti emendamenti al decreto Irpef che prevedono il rinvio della Tasi. Quindi è chiara la volontà del Parlamento di intervenire. Lo faremo dunque insieme».

Dl Irpef: continueremo a chiedere l'allargamento del bonus Irpef 
«Ho parlato con il capogruppo Maurizio Sacconi: sulla richiesta di allargare il bonus Irpef alle famiglie andremo avanti. Siamo pronti anche a votare con altri gruppi. Ma non credo ce ne sarà bisogno», ha detto l'altro relatore al decreto Irpef, Antonio D'Alì, sull'ipotesi che il governo alla fine non accetti la richiesta di Ncd in vista della conclusione dell'esame del decreto Irpef nelle commissioni del Senato.

Sblocca Italia, il premier presenta il provvedimento per semplificare il paese

Sempre nella giornata di ieri Renzi ha scritto una lettera ai sindaci e ai cittadini per chiedere un aiuto nella semplificazione del paese.  ’’Caro Sindaco, l’Italia riparte. I segnali di fiducia che arrivano dalla determinazione dei cittadini, da vari settori dell’economia e dai mercati internazionali, tuttavia, non bastano. Possiamo e dobbiamo fare di più. Aiutateci”.  ’’Nessuna riforma sarà credibile se non diamo per primi noi il segnale che la musica è cambiata davvero’’, scrive il premier. “Per questo giudico prioritario che il governo adotti tutte le misure necessarie a sbloccare i procedimenti e i cantieri che sono fermi da anni, per ritardi o inconcludenze di settori diversi della Pubblica amministrazione’’.

"Quante volte siamo stati costretti a rinunciare a un investimento magari di capitali stranieri, certo innamorati dell'Italia, ma preoccupati del complicato sistema amministrativo del nostro paese". Nel giorno della Festa della Repubblica, il premier ha scritto ai sindaci, "per chiedere uno sforzo comune. Individuate una caserma bloccata, un immobile abbandonato, un cantiere fermo, un procedimento amministrativo da accelerare". E invita i primi cittadini ad inviare le segnalazioni entro il 15 giugno: "Sarà nostra cura verificarne lo stato d'attuazione con gli uffici dedicati e - se del caso - procedere all'interno di un pacchetto di misure denominato 'Sblocca Italia'.

"La necessità e l'urgenza di provvedere subito alla ripartenza dei cantieri e alla definizione delle procedure è sotto gli occhi di tutti", ha detto  Renzi. "Come abbiamo fatto per la scuola - continua ancora il segretario del Pd - anche per questi interventi cercheremo di essere il più tempestivi possibili. Dimostrando una volta di più che il rapporto tra amministrazione centrale e autorità territoriali può davvero entrare in una fase nuova. Conto sull'aiuto dei sindaci, insomma. E invio un abbraccio doppio ai sindaci appena eletti. Vi attende un lavoro impegnativo ma carico di gioia e responsabilità: essere l'anima della propria comunità non è facile, ma è una strepitosa occasione. In bocca al lupo a tutti noi", ha concluso il primo ministro.

- Roma, 3 giu. - Lo sciopero indetto dai sindacati Rai per il prossimo 11 giugno e' "illegittimo". Secondo quanto apprende l'Agi, infatti, la Commissione di Garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali ha appena deliberato l'illegittimita' dell'agitazione nell'azienda pubblica. .
- Roma, 3 giu. - "Invitiamo qui nel museo ebraico e nella sinagoga di Roma il presidente Hollande", perche' "vogliamo ribadire con orgoglio una memoria condivisa con la Francia che provvisoriamente ha dato questo risultato elettorale, e perche' sappiamo che i corsi e i ricorsi della storia si possono rovesciare". Lo ha detto il presidente della comunita' ebraica della capitale, Riccardo Pacifici, rivolgendosi all'ambasciatore francese durante le cerimonia in ricordo della riapertura del Tempio Maggiore dopo la liberazione di Roma di 70 anni fa. "Il risultato elettorale dell'Europa ha dimostrato che oggi ci sono due paesi, l'Italia e la Germania, che hanno la responsabilita' di arginare le forze xenofobe, antisemite, fasciste e naziste", ha aggiunto Pacifici, e anche se "le nazioni non sono colpevoli dobbiamo lavorare per riportare saggezza". Il rappresentante degli ebrei romani ha ricordato che "negli anni 1809-1810 i soldati francesi portarono il loro contributo, quello dell'illuminismo, e sono venuti a liberare il ghetto dandoci un momento di liberta'", e per questo "vogliamo riportare a Roma il plastico che nel 1809 realizzarono i soldati francesi, unica testimonianza delle case del ghetto: vogliamo esporlo - ha concluso - contro le tentazioni negazioniste e per l'Europa dei popoli". .
Il Disegno di Legge è stato calendarizzato alla Camera dei Deputati per il mese di Giugno. Se approvato si tratterebbe del sesto intervento in materia di salvaguardati. 

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A due anni di distanza dalla Riforma delle Pensioni Fornero si torna per l'ennesima volta a discutere sulla concessione di ulteriori deroghe in materia di innalzamento dei requisiti dell'età pensionabile. Non sono stati sufficienti i cinque provvedimenti di salvaguardia approvati in questi anni (la cui attuazione è peraltro parecchio in ritardo), che hanno consentito a 162.130 persone di mantenere i previgenti requisiti di pensionamento, piu' favorevoli. 

Dopo molte peripezie la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, presieduta da Cesare Damiano, è riuscita a licenziare un Disegno di Legge unificato (AC 224 e abbinate) lo scorso 11 marzo e a calendarizzarne la sua discussione in Aula a Montecitorio per il prossimo 23 Giugno. Il provvedimento viaggia peraltro in parallelo con un altro disegno di legge il Ghizzoni/Marzana, riguardante però il personale della scuola, i cd. Quota 96. Cerchiamo quindi di approfondire in sintesi, i contenuti della proposta di legge che se sarà approvata potrà modificare alcuni punti critici delle attuali norme di pensionamento. 

Lavoratrici Donne - Il disegno di legge interviene per risolvere in via legislativa (stante lo stallo della vicenda che ha visto contrapposti Parlamento e Ministero del Lavoro), i vincoli introdotti dall'Istituto di Previdenza con la Circolare Inps 35/2012 per la fruizione del regime sperimentale donna. In particolare la proposta afferma che, fermo restando la scadenza naturale del regime al 31 dicembre 2015, si deroga alle disposizioni in materia di decorrenza del trattamento e di adeguamento dei relativi requisiti di accesso agli incrementi della speranza di vita. Con questa precisazione verrebbe pertanto disapplicato il meccanismo delle finestre e dell'incremento del requisito anagrafico dovuto all'aspettativa di vita che per molte lavoratrici ha comportato l'esclusione dal regime.

Lavoratori Salvaguardati - La proposta apporta poi alcune modifiche relativamente alle deroghe previste in favore dei lavoratori cosiddetti esodati, cioè di quei lavoratori il cui rapporto di lavoro sia a vario titolo cessato e che, sebbene prossimi al pensionamento ai sensi della previgente normativa, non sono tuttavia riusciti a causa della cessazione del rapporto di lavoro, a maturare il diritto a pensione a seguito dell'innalzamento dei relativi requisiti di accesso disposto dalla Riforma Pensionistica realizzata con il Dl 201/2011 (cosiddetta riforma Fornero).

Beneficiari delle modifiche sono in particolare: i lavoratori in mobilità, i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione, i lavoratori cessati dal servizio (con accordi o senza).

Per quanto riguarda i lavoratori in mobilità la norma estende il sistema derogatorio a coloro le cui aziende abbiano stipulato accordi sindacali, in sede governativa o non, entro il 31.12.2011 che maturino il diritto alla pensione non più entro il periodo di fruizione dell'indennità di mobilità stessa, ma entro i 24 mesi successivi alla fine del periodo di fruizione dell'indennità di mobilità. Ciò a prescindere dalla data di conclusione della procedura stessa e della data di effettivo collocamento in mobilità ed anche se preceduto da un periodo di Cassa Integrazione Guadagni.

Novità potrebbero riguardare anche i lavoratori autorizzati ai volontari. In favore di questi viene prevista la possibilità di usufruire della disciplina previgente al Decreto-Legge n. 201/2011, a condizione che abbiano presentato domanda alla data del 31 gennaio 2012 e che perfezionino i requisiti per usufruire del trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2018. La norma ai fini della fruizione del regime derogatorio precisa che non rilevano né l'eventuale prestazione lavorativa successiva all'autorizzazione della prosecuzione volontaria, né l'eventuale mancato versamento di almeno un contributo volontario alla data del 6 dicembre 2011.

Completano il quadro i cd. lavoratori cessati dal servizio. In loro favore si precisa che possono beneficiare delle previgenti regole pensionistiche a condizione che questi maturino il diritto a pensione entro il 6 Dicembre 2014, (e non piu' la decorrenza entro il 6 gennaio 2015 come dispongono le attuali norme). Si ricomprendono nella categoria quei lavoratori "il cui rapporto di lavoro si risolva unilateralmente o in conseguenza di fallimento dell'impresa o in ragione di accordi individuali sottoscritti entro il 31 dicembre 2011 o in applicazione di accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati entro la medesima data del 31 dicembre 2011".

Una ulteriore deroga viene concessa in favore dei lavoratori il cui rapporto di lavoro a tempo determinato si è concluso tra il 2007 e il 2011, purché maturino la decorrenza pensionistica entro entro il 6 Gennaio 2015. La proposta intervenendo sull'articolo 1 - comma 194 della legge 147/2013, riconosce la deroga ai lavoratori a tempo determinato il cui rapporto di lavoro sia cessato nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2007 e il 31 gennaio 2011, anche se hanno svolto successivamente alla data di cessazione, qualsiasi attività non riconducibile a rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

Lavoratori Precoci - Di grande importanza, il disegno di legge cerca di limitare gli effetti della penalizzazione prevista dall'articolo 24 - comma 10 del Dl 201/2011. In particolare la norma agisce sul comma 2-quater dell'articolo 6 del decreto – legge n. 216/2011, ampliando la platea delle fattispecie escluse dalla riduzione percentuale del trattamento pensionistico in caso di pensionamento anticipato in favore dei soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017. In particolare la modifica elimina il vincolo secondo cui, per poter fruire del beneficio, la predetta anzianità contributiva debba  essere costituita esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro (inclusi i periodi di astensione obbligatoria per maternità - per l'assolvimento degli obblighi di leva - per infortunio - per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria), ricomprendendo dunque tutti i periodi di contribuzione a qualsiasi titolo accreditata.

Altre Deroghe - In ultimo il disegno di legge ribadisce inoltre validità della deroga prevista dell'articolo 1 - comma 8 della legge 243/04 in favore degli autorizzati ai volontari prima del 20 luglio 2007, attualmente messa in discussione dall'Inps; concede la non applicazione della riforma Fornero a chi aveva 15 anni di contribuzione al 31 dicembre 1992 o per chi prima di tale data era stato ammesso alla prosecuzione volontaria dei contributi (i cd. quindicenni di cui al Dlgs 503/1992); generalizza le disposizioni eccezionali di cui all'articolo 24, comma 15-bis del Dl 201/2011 (cd. pensione a 64 anni).

Il disegno di legge, però, almeno dal punto di vista finanziario, non avrà vita facile perché le stime dall'Inps indicano un costo aggiuntivo di 47 miliardi di euro tra il 2014 e il 2025; e la Ragioneria generale dello Stato ha peraltro già espresso parere negativo sulla copertura prevista per l'intervento, basata sull'aumento delle entrate legate a giochi pubblici online e lotterie istantanee.

- Bruxelles, 3 giu. - La Commissione europea ha ribadito la necessita' che l'Italia decida gia' nel 2014 "sforzi aggiuntivi" per riuscire a raggiungere l'obiettivo a medio termine di un pareggio strutturale del bilancio pubblico, ma al tempo stesso ha aperto la porta a una possibile deroga per il raggiungimento di tale obiettivo nel caso le condizioni congiunturali lo richiedessero. Da Roma, il ministero guidato da Pier Carlo Padoan si dice "fiducioso" che gli obiettivi di bilancio saranno raggiunti senza ulteriori interventi e comunque, aggiunge, le stime di Bruxelles "non tengono conto di alcune voci relative alle minori spese pianificate ma non ancora specificate nel dettaglio e a maggiori introiti, come quelli attesi dalle privatizzazioni".

Tornando alle "Raccomandazioni specifiche per paese", passaggio decisivo del cosiddetto "semestre europeo" stabilito dalla nuova governance Ue, l'esecutivo di Bruxelles ribadisce la necessita' di andare avanti con "l'ambizioso programma di riforme strutturali", in particolare quelle che avranno "un impatto positivo sulla crescita economica potenziale riducendo eventualmente il rapporto debito pubblico/Pil nei prossimi anni", ma stima "leggermente ottimistico" lo scenario macroeconomico "sul quale si fondano le proiezioni di bilancio" e riscontra una differenza di 0,6% del Pil fra l'aggiustamento strutturale prospettato per quest'anno (0,1%) e quello richiesto (0,7%). Per questo, la Commissione ritiene "che siano necessari sforzi aggiuntivi, in particolare nel 2014, per garantire la conformita' ai requisiti del patto di stabilita' e crescita".

Il vicepresidente Olli Rehn, appena rientrato dal congedo elettorale, ha ribadito l'apprezzamento per le riforme avviate, definendole "considerevoli" e auspicando uno "slancio piu' intenso per creare le condizioni per una ripresa forte e duratura nella crescita e nella creazione di posti di lavoro". L'Italia, ha ricordato, fa parte, con Slovenia e Croazia dei paesi per i quali si e' individuato uno squilibrio macroeconomico eccessivo e quindi "l'attuazione delle riforme avviate sara' monitorata" da Bruxelles. Alla richiesta, contenuta nel documento di programmazione economica del governo, di ottenere tempi piu' lunghi per il raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio, la Commissione non ha detto no: fino a ieri sera, nella bozza del documento era invece contenuta una frase che bocciava tale richiesta, a causa del "rischio del mancato rispetto degli obiettivi di riduzione del debito come risulta dalle ultime previsioni".

La frase e' stata cancellata, per iniziativa del vicepresidente Antonio Tajani che ha fatto presente ai colleghi i risultati del voto in Italia. "Ora - ha detto Tajani commentando il risultato - sta al governo cogliere il messaggio della Commissione". Rehn ha poi precisato che "rinviare il raggiungimento dell'obiettivo a medio termine del pareggio strutturale non metterebbe l'Italia in una buona condizione rispetto agli impegni che ha sottoscritto e che sono sanciti nella sua stessa Costituzione" e che la "riconsiderazione automatica della richiesta sarebbe possibile" se la situazione dell'economia italiana dovesse peggiorare. "La ripresa e' ancora molto fragile - ha detto - se l'Italia dovesse tornare in recessione tutte le regole dovrebbero essere riviste da cima a fondo".

Per questo, e ricordando che proprio il debito pubblico e' "la principale causa di vulnerabilita' dell'economia italiana, il principale ostacolo alla ripresa e alla creazione di posti di lavoro", Rehn ha ribadito che l'Italia deve "mantenere la coerenza della disciplina di bilancio" facendo "congrui sforzi strutturali" per risolvere questo problema ed e' quindi importante che "mantenga un livello di consolidamento del bilancio continuo ma che sia anche favorevole alla crescita". In particolare, Rehn ha citato la "razionalizzazione della spesa pubblica e della politica fiscale", sottolineando che deve essere mantenuta "la pratica della disciplina sui conti pubblici, rafforzando le misure adottate o pianificate come le privatizzazioni.

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