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Il premier annuncia che a partire da maggio ci saranno 80 euro in più in busta paga per chi ha un reddito da 8 a 26 mila euro, taglio del 10% dell'Irap per le aziende.

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Il decreto per il taglio dell'Irpef e dell'Irap è stato approvato oggi pomeriggio dal Cdm ed è stato illustrato attraverso dieci tweet, hashtag #oraics, sulla pagina di Palazzo Chigi.

Un "principio di buon senso" e un "modo per fare la pace con gli italiani" sono le definizioni scelte per annunciare che agli stipendi dei manager pubblici verrà fissato uno stipendio massimo di 240mila euro, livello proposto anche per i presidenti delle partecipate quotate. Una regola che il premier ha definito "Norma Olivetti". "Dare un tetto di 20mila euro al mese non è drammatico", ha spiegato Renzi. A Camera e Senato, che scelgono autonomamente le remunerazioni del proprio organico, è andato l'invito ad allinearsi, pur nel rispetto delle singole competenze. Stretta ancora sulla auto blu: 5 al massimo per ogni ministero, spiega Renzi.

Spese degli enti pubblici online - Altra novità viene dal fatto che tutte le spese degli enti pubblici saranno online entro 60 giorni. Il presidente del Consiglio ha spiegato che si tratta di una previsione di legge già esistente, ma ora è stata inasprita con la disposizione che gli enti che non comunicheranno in tempo le spese verranno "puniti" con una decurtazione dei trasferimenti da parte dello Stato. Anche la distribuzione degli uffici pubblici, con i relativi risparmi di spazio, e la razionalizzazione delle municipalizzate (da ottomila a mille) sono stati indicati come obiettivi del programma.

Tagli alla Difesa - Si registra poi il piano di risparmi da 400 milioni di euro per la Difesa, 150 dei quali verranno dalla revisione del programma di acquisto dei discussi caccia F-35. Questi 400 milioni rientrano nei risparmi da complessivi 700 milioni che afferiscono alla voce "acquisto di beni e servizi" per la parte dello Stato; importi pari dovranno essere risparmiati anche dalle Regioni e dai Comuni (quindi 2,1 miliardi in totale). A ciò si aggiungono 900 milioni che Renzi ha collegato a "voci inattese come la 'sobrietà'".

Rendite finanziarie - Si conferma poi l'innalzamento al 26% della tassazione sulle plusvalenze che le banche hanno registrato con la rivalutazione delle quote di Bankitalia: in questo modo il governo incasserà 1,8 miliardi. La Rai dovrà contribuire con un assegno da 150 milioni alla spending, che la televisione di Stato potrà racimolare anche vendendo le torri di Rai Way, o attraverso la "razionalizzazione" delle sedi regionali. Un centinaio di milioni è previsto in arrivo dalla rimozione dell'obbligo di pubblicare sui quotidiani i bandi e le gare, mentre dal recupero dell'evasione il governo "ha deciso di inserire solo 300 milioni, i soldi che abbiamo già incassato nel primo trimestre dell'anno". Non compaiono poi i tagli sulla sanità.

Bonus Irpef non agli incapienti - Il presidente del Consiglio assicura che a partire ''dal mese di maggio'' avverrà l'erogazione degli 80 euro al mese per coloro che hanno una busta paga sotto i 26 mila euro annui. Vale a dire 10 milioni di cittadini in tutto.   Il testo del decreto «è in fase di coordinamento con i singoli ministri e sarà in Gazzetta credo all'inizio della prossima settimana. Questo ci consentirà di dare i mitici 80 euro sin dal mese di maggio». Il taglio Irpef riguarderà «10 milioni di italiani, da 8mila euro a 26mila di reddito annuo, con un piccolo decalage da 24 a 26mila euro per evitare che chi guadagna di meno superi chi guadagna un po' di più». Niente bonus per gli incapienti (sotto gli 8mila euro lordi annui). «La voce degli incapienti e partite Iva sarà inserita in provvedimenti nelle prossime settimane e mesi», ha annunciato il premier.

Tra le altre misure annunciate c'è la previsione che le municipalizzate saranno sfoltite da 8mila a mille. Confermato anche il taglio dell'Irap del 10% per le aziende e pagamenti più rapidi alle imprese: «Oggi abbiamo sbloccato 8 miliardi per il pagamento dei debiti della P.A», ha detto il premier. Renzi infine annuncia che l'imposta sulle quote rivalutate della Banca d'Italia sale dal 12 al 26%. Il gettito andrà a copertura degli sconti Irpef.

Il limite massimo alle retribuzioni a 240.000 euro dovrà valere anche per le società pubbliche, la magistratura e gli organismi costituzionali come Camera e Senato.

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Inizia a prendere forma l'articolo del decreto legge che sarà presentato oggi in Consiglio dei ministri per limitare i compensi dei dirigenti della pubblica amministrazione. Secondo l' ultima versione messa a punto dall'esecutivo ci sarebbe una vera e propria stangata che andrebbe a colpire anche le categorie sino ad oggi al riparo come magistratura e gli organi costituzionali, Camera e Senato in primis.

Il governo pare intenzionato infatti ad imporre una soglia massima fissata a 60.000 euro allo stipendio della generalità dei dipendenti pubblici, mentre per i dirigenti resterebbe confermato il limite massimo di 240.000 euro. Il riferimento è quello della retribuzione del Presidente della Repubblica che sarà il tetto massimo da applicare nella pubblica amministrazione ai dirigenti di prima fascia con funzione di capo dipartimento.

La maggior parte dei manager però potrebbe avere un importo più basso. Nella bozza del decreto legge infatti è previsto che l' importo del tetto venga ridotto rispettivamente del 30, del 60, del 75 per cento per gli altri dirigenti di prima fascia, per quelli di seconda fascia e per il restante personale. Le tre categorie si troverebbero quindi a non poter ricevere uno stipendio rispettivamente oltre 168 mila euro, 96 mila e 60mila euro (quest'ultimo sarebbe quindi il limite per il personale non dirigenziale).

Nel decreto dovrebbe anche esserci una clausola pensata per evitare che la stretta venga aggirata: il rispetto dei limiti dovrà essere considerato con riferimento a tutte le somme percepite dagli interessati a qualsiasi titolo, comprese quelle erogate da enti diversi o quelle ottenute come corrispettivo da incarichi occasionali.

La portata - Si salvano dal tetto dei 240mila euro solo i manager delle società quotate mentre i nuovi parametri dovrebbero essere rispettati dai manager degli enti pubblici, delle società partecipate in tutto o in parte dallo Stato o da altre Amministrazioni comprese quelle che emettono obbligazioni quotate come Poste e Ferrovie. La tagliola scatterà anche per i componenti dei Consigli di Amministrazione di queste società. 

Ma il governo va oltre. Fonti vicine a Palazzo Chigi indicano la volontà dell'esecutivo di voler estendere il nuovo perimetro a quelle istituzioni che sono state oggi escluse dai tagli. Si tratta in particolare degli organi costituzionali come Camera, Senato, Presidenza della Repubblica, Corte Costituzionale e magistratura che godono autonomia anche in termini di bilancio. Anche a questi organismi verrebbe pertanto chiesto l'adeguamento dei rispettivi ordinamenti interni per centrare il tetto massimo di 240mila euro degli incarichi apicali e verrebbe chiesta una riduzione delle spese complessive delle retribuzioni di almeno il 5 per cento rispetto al 2013.

La novità potrebbe entrare in vigore immediatamente e quindi colpire già gli stipendi del mese di maggio. 

Oggi il Cdm che dovrà dare il via libera al decreto sul taglio dell'irpef. In arrivo il bonus per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 28mila euro. Anche gli incapienti rientrano nel dl Irpef-spending. Tagli alla sanità per le coperture

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Dopo l'approvazione del documento di economia e finanza e della risoluzione per lo slittamento del pareggio di bilancio, il governo si concentra sul decreto Irpef con l'arrivo del bonus in busta paga per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 28mila euro.

Ieri, vertice di 4 ore tra il premier Matteo Renzi, Pier Carlo Padoan, Graziano Delrio, Maria Elena Boschi e Luca Lotti, in vista del Consiglio dei Ministri in programma oggi alle 15.30. Molte, secondo quanto si apprende, le modifiche rispetto ai contenuti delle bozze circolate, novità che saranno presentate nella conferenza stampa in programma alle 16.30. E come ormai quasi d'abitudine, è arrivata attraverso twitter, con uno scambio di cinguettii tra il premier e il responsabile comunicazione del Pd Francesco Nicodemo, l'annuncio della conferenza stampa.


Il bonus
Una delle bozze sul decreto Irpef, che sarà esaminato dal Consiglio dei Ministri e che potrebbe subire variazioni, prevede che nel 2014, il bonus, da maggio a dicembre, sarà di 620 euro. L'anno prossimo invece si dovrebbe salire a 950 euro, che spalmati sui dodici mesi saranno a pari a un bonus di 79 euro mensili. I 620 euro sono lo sconto massimo di cui beneficeranno i redditi intorno ai 17 mila euro, somma che scenderà gradualmente fino ai reddtii a 24500 euro. 

Gli incapienti
Anche gli incapienti rientrano nel dl Irpef-spending e nelle coperture da 6,7 miliardi indicate dal governo, senza necessità di ricorrere a risorse aggiuntive. Non trattandosi più di detrazioni Irpef, anche chi rientra nella no tax area può godere dello stesso trattamento di chi invece paga l'imposta.  Per quanto riguarda gli incapienti, il bonus potrà arrivare fino a 619 euro nel 2014 e sarà riconosciuto, in via automatica, dai sostituti d'imposta e attribuito sugli emolumenti corrisposti in ciascun periodo di paga rapportandolo al periodo stesso. Il bonus di 619 euro ripartito su 8 mesi mancanti prevede al massimo 77 euro al mese.

Il bonus scatta dal primo periodo di paga utile
Scatterà da subito il pagamento del bonus previsto dal decreto Irpef. E' quanto prevede la bozza che chiede ai datori di lavoro di erogarlo, dopo l'entrata in vigore del provvedimento, "a partire dal primo periodo di paga utile". E' quanto prevede la bozza del dl. Il credito dovrà essere rapportato al periodo di paga. Sarà indicato nel Cud.

Tagli alla Sanità ed entrate dalla lotta all'evasione
A copertura degli sconti Irpef, sono in arrivo tagli alla sanità per 2,376 miliardi nel biennio 2014-2015 . Il servizio sanitario nazionale, secondo quanto si legge in una bozza del dl Irpef, "è ridotto di 868 milioni di euro per l'anno 2014 e di 1.508 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015". Alla copertura del decreto Irpef concorrono le maggiori entrate strutturali ed effettivamente incassate nel 2013 derivanti dalla lotta all'evasione fiscale e stimate in 300 milioni di euro annui dal 2014. Il dl Irpef-spending review inoltre elimina dal primo gennaio di quest'anno l'esenzione Imu per i fabbricati rurali ad uso strumentale. 

Risparmi a Palazzo Chigi e tagli alla Difesa
Nel decreto per il calo dell'Irpef e per la Spending Review si prevedono anche tagli per 200 milioni quest'anno e per 900 milioni a partire dal 2015 per la "rideterminazione di programmi di investimento per la difesa nazionale".  Inoltre la presidenza del Consiglio concorre al raggiungimento degli obiettivi programmati di finanza pubblica con un risparmio complessivo di 20 milioni nel 2014 e 24 milioni dal 2015. 

Scure su auto blu, spesa tagliata del 70% rispetto a tre anni fa
La spesa per l'acquisto, la manutenzione, il noleggio di auto della p.a., nonché per l'acquisto di buoni taxi, (comprese Autorità indipendenti e Consob) non potrà superare da quest'anno il 30% della spesa sostenuta nel 2011. Inoltre, le società a totale partecipazione pubblica diretta o indiretta dello Stato dovranno tagliare i costi "nella misura non inferiore al 2% nel 2014 e al 3,5% nel 2015", si legge nella bozza del decreto. La disposizione non si applica alle società per le quali "alla data di entrata in vigore del decreto risultano già avviate procedure volte ad una apertura ai privati del capitale" (quindi al momento Enav e Poste). 

Il taglio dell'Irap
Quanto al taglio dell'Irap, la bozza prevede che l'aliquota principale passerà in maniera strutturale a partire dal 2015 dal 3,9% al 3,5% mentre per quest'anno è prevista un'aliquota intermedia del 3,75%. A copertura si prevede l'incremento dal 20 al 26% della tassazione sulle rendite finanziarie dal primo luglio 2014, esclusi i Bot e i titoli di Stato. 
 Nel calcolo degli acconti previsionali per il 2014, i contribuenti dovranno però utilizzare aliquote intermedie tra quelle attuali e quelle ridotte.
Il taglio al cuneo fiscale per i datori di lavoro si traduce, secondo quanto risulta dalle prime bozze della manovra, in una riduzione pari allo 0,4% della aliquota Irap che grava sul reddito prodotto da imprese e da professionisti. Rispetto all'attuale misura dell'imposta regionale (3,9%), lo sconto si colloca dunque sul 10%, percentuale che si può utilizzare per stimare quanto, in valore assoluto, sarà il risparmio a regime.

Il congelamento delle pensioni arriva anche in Francia. Il nuovo premier  Manuel Valls ha infatti indicato i dettagli di un piano di contenimento della spesa pubblica pari a 50 miliardi di euro. Tra le misure c'è il congelamento di un anno delle pensioni i cui trattamenti non saranno più adeguati all'andamento dell'inflazione per conseguire un risparmio di circa 1 miliardo di euro.

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Fino al 2015 verranno anche congelate diverse prestazioni sociali come quelle a sostegno della cassa indennità di invalidità. Il taglio colpirà anche l'adeguamento all'andamento dell'inflazione delle retribuzioni dei dipendenti statali.

Il primo ministro francese ha dichiarato che si è ispirato proprio al modello italiano per conseguire il risanamento della spesa pubblica.

Il ministro Poletti annuncia la volontà del Governo di introdurre un assegno a carico dello Stato per coprire il periodo mancante al pensionamento di lavoratori esodati e licenziati.

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Sul capitolo delle pensioni già la prossima settimana inizierà un confronto tra il Ministero del Lavoro, Economia, INPS e il Parlamento. Secondo quanto annunciato dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti è necessario un confronto per una flessibilizzazione del pensionamento per chi perde il posto di lavoro.

L'idea del ministro è relativamente semplice: il lavoratore riceverà un assegno dallo stato fino a quando non ha maturato i requisiti per il pensionamento; nel frattempo l'azienda continuerà a versare i contributi; una volta ottenuta la pensione poi il lavoratore restituirà nel tempo parte di quanto ha ricevuto con una decurtazione sull' assegno pensionistico nell'ordine di circa il 5-10%.

L'idea già formulata dall'ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini consentirebbe agli esodati e ai licenziati di età avanzata di collocarsi a riposo con un anticipo di circa 3 4 anni rispetto alle attuali regole di pensionamento. Potrebbe essere questa una modalità secondo Poletti per dare finalmente una risposta a tutti gli esodati, capitolo sul quale il governo ha intenzione di elaborare e di presentare al Parlamento una risposta a carattere strutturale e non più legata a provvedimenti una tantum. 

Per aumentare il livello di occupazione ministro pensa anche ad una diminuzione del costo dei contratti a tempo indeterminato rispetto a quelli precari. "Oggi, ha detto il ministro, un contratto a termine costa l' 1,4 per cento in più di uno a tempo indeterminato. Se non arriviamo al 10% non è significativo; se arriviamo al 12% è ancora meglio". Poletti annuncia anche una drastica riduzione delle tipologie di contratto e il tempo indeterminato con tutele crescenti.

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