L'Età Pensionabile
L'età pensionabile indica il requisito anagrafico che consente ad un soggetto di ottenere un trattamento a carico di un ente previdenziale, pubblico o privato. Nonostante la Riforma Fornero del 2011 l'età per il collocamento a riposo risulta ancora estremamente variabile in quanto legata a doppio filo con il tipo di lavoro svolto dall'assicurato.
Per alcuni lavori l'ordinamento riconosce, infatti, la possibilità di accedere prima alla pensione (anche mediante la concessione di alcuni "abbuoni" contributivi ovvero specifiche maggiorazioni convenzionali dei contributi), mentre per altri l'età risulta piu' elevata. Una ulteriore differenza si ha anche a seconda se il lavoratore si trova nel sistema contributivo o in quello retributivo (o per meglio dire "misto") dato che il primo, erogando una prestazione legata ai contributi versati, consente prestazioni piu' flessibili rispetto a chi è nel secondo sistema. Il passaggio dal sistema misto al contributivo, previsto in passato dalla Legge Dini per ottenere l'applicazione dei requisiti più favorevoli dei cd. contributivi, è divenuto peraltro ormai quasi impossibile.
Le Regole vigenti nel 2022
Nella previdenza obbligatoria pubblica (cioè quella gestita dall'Inps) i requisiti per il collocamento a riposo, dopo il 2011, sono determinati prevalentemente da due prestazioni pensionistiche: la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata. Nella pensione di vecchiaia l'ordinamento chiede al lavoratore di raggiungere un determinato requisito anagrafico accompagnato, di regola, dal perfezionamento di almeno 20 anni di contributi. Nella pensione anticipata, invece, i contributi versati hanno un peso prevalente rispetto al requisito anagrafico e pertanto risulta possibile accedere alla prestazione indipendentemente dall'età anagrafica al perfezionamento di un determinato requisito contributivo.
In linea generale nel 2022, per il pensionamento di vecchiaia occorrono almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi (sia per gli uomini che per le donne del settore pubblico e del settore privato). Per la pensione anticipata occorrono, invece, 41 anni e 10 mesi di contributi (42 anni e 10 mesi per gli uomini) a prescindere dall'età anagrafica. In sostituzione della "Quota 100", scaduta il 31 dicembre 2021, la legge n. 234/2021 ha introdotto una terza prestazione pensionistica, la cd. quota 102, composta dal raggiungimento di un mix di età anagrafica e contributiva (64 anni e 38 anni di contributi) valida per il solo 2022.
L'ordinamento si discosta da questi valori, come indicato, solo per tutelare particolari specificità connesse alla tipologia di lavoro svolto o alla condizione del lavoratore. Così ad esempio ci sono alcuni canali agevolati per i lavori usuranti, per gli invalidi dall'80% in su, per il comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico (es. forze di polizia, esercito, marina militare, aeronautica militare, guardia di finanza, vigili del fuoco), per il personale viaggiante addetto a pubblici servizi di trasporto, per alcune categorie di lavoratori dello spettacolo e degli sportivi professionisti nonché per il settore marittimo e per il personale navigante delle imprese aeree. Queste deroghe pur essendo numerose interessano una platea ristretta di soggetti.
E' in vigore anche nel 2022 l'opzione donna, cioè la possibilità per le lavoratrici con 58 anni (59 le autonome) unitamente a 35 anni di contributi (entrambi i requisiti devono essere perfezionati entro il 31.12.2021) di ritirarsi a condizione di accettare un assegno interamente calcolo con il sistema contributivo (quindi con una penalità sull'importo della pensione).
Gli altri canali
La legislatura precedente ha introdotto alcuni elementi di flessibilità nell'età pensionabile ma anche reso più complesso e farraginoso l'iter amministrativo da parte degli enti previdenziali. In particolare dal 1° maggio 2017 è stata introdotta la possibilità di ritirarsi a 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica per i lavoratori precoci, cioè coloro che hanno svolto almeno 12 mesi di lavoro prima del 19° anno di età e che versano in profili meritevoli di una particolare tutela (qui i dettagli); l'APE sociale, anch'esso destinato solo alle categorie di lavoratori più deboli, che consente di ricevere un'indennità commisurata alla pensione maturata al momento della domanda entro un massimo di 1.500€ lordi mensili dal 63° anno sino al raggiungimento della pensione di vecchiaia (qui i dettagli); la RITA (rendita integrativa temporanea anticipata) che consiste in un anticipo della corresponsione della pensione complementare. Queste misure sono vigenti anche nel 2022.
Data l'eterogeneità delle prestazioni e la complessità della materia la tabella seguente elaborata dalla Redazione di PensioniOggi.it riassume i principali requisiti anagrafici e contributivi per maturare un diritto a pensione a carico dei fondi gestiti dalla previdenza pubblica per l'anno 2022.