Che ora, in virtù dell'assorbimento della misura all'interno della legge di stabilità approvata lo scorso 15 Ottobre da Palazzo Chigi rischiano di finire su un binario morto. La migrazione del provvedimento in altra sede costringerà infatti probabilmente la Commissione a cambiare l'ordine dei lavori e a ripresentare le misure escluse dal perimetro governativo sotto forma di emendamenti al testo della finanziaria.
Ricordiamo infatti che solo parte delle misure sostenute dalla Lavoro in favore degli esodati sono state promosse dal Governo nella legge di stabilità (come del resto già la Gnecchi aveva sospettato nel corso della riunione della settimana scorsa). A saltare sono state tutte le misure esterne alla salvaguardia vera e propria come la questione dei 2.500 quota 96 della scuola, l'estensione della pensione a 64 anni al pubblico impiego, le agevolazioni previdenziali per i macchinisti ferroviari, e con una certa sorpresa, anche la cancellazione della penalizzazione nei confronti dei lavoratori usciti prima del 2015. Tematiche che dovranno ora essere riproposte, sotto forma di emendamenti, al testo della legge di stabilità nelle prossime settimane. Anche sulla salvaguardia previdenziale il testo governativo prevede alcune restrizioni non previste dalla Commissione Lavoro: si pensi, ad esempio, alla limitazione del beneficio della salvaguardia ai soli lavoratori che nel 2011 fruivano del congedo per figli con disabilità gravi. Che probabilmente il confronto parlamentare punterà a rimuovere.
Si spera invece in una soluzione amministrativa, consistente nell'attivazione dei cd. vasi comunicanti, alla questione dei circa 5mila lavoratori in possesso delle certificazioni della DTL rimasti intrappolati nella quarta e sesta salvaguardia. Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso della conferenza stampa venerdì ha lasciato intravedere la possibile soluzione della vicenda.