Il testo vero e proprio della manovra (così come quello del collegato fiscale) giungerà in Cdm non prima della prossima settimana e sarà quindi trasmesso in Parlamento verso la fine del mese di ottobre dove inizierà il suo iter per l'approvazione. Ciò significa che per i dettagli e la conferma ufficiale delle misure occorrerà attendere ancora qualche giorno.
Il capitolo pensioni
L'accordo politico tra M5S e Pd ha, comunque, almeno per ora messo al sicuro quota 100 dalle minacce di una revisione, resterà sino al 2021 nella forma attualmente nota: 62 anni e 38 anni di contributi senza finestre aggiuntive (che quindi restano di tre mesi per i lavoratori del settore privato e di sei mesi per il pubblico). Il comunicato stampa del Governo conferma, inoltre, il sussidio economico che accompagna alla pensione categorie di lavoratori da tutelare (cosiddetta APE Social) e la possibilità per le lavoratrici pubbliche e private di andare in pensione con il regime sperimentale anche per il 2020 (la cosiddetta ‘Opzione Donna’). In sostanza l'opzione donna apre le porte anche le coorti delle lavoratrici nate tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 1961 (1960 per le autonome), unitamente a 35 anni di contribuzione. L'ape sociale resta, invece, sino al 31 dicembre 2020 nella formula attualmente già nota (63 anni e 30 o 36 anni di contributi a seconda dei profili di tutela). Da notare che non sarà prorogato, invece, l'ape volontario e l'ape aziendale cioè il prestito pensionistico pagato dal settore bancario la cui scadenza è prevista per il 31 dicembre 2019.
Da sciogliere, invece, ancora il nodo rivalutazione degli assegni per il quale le risorse disponibili appaiono risibili. L'altro giorno il Governo ha aperto ad una mini-rivalutazione delle pensioni per la classe media ipotizzando di aumentare l'indice di adeguamento all’inflazione dall'attuale 97% al 100% per le pensioni comprese tra tre e quattro volte il minimo inps. Confermando l'attuale meccanismo più svantaggioso per gli assegni superiori. Si tratta di una misura chiaramente simbolica, priva di effetti reali per i pensionati, che non ha trovato il favore delle parti sociali.
Sul fronte del sociale il Governo ha, inoltre, stanziato le risorse necessarie per le politiche di sostegno alle persone diversamente abili dando attuazione della delega in materia. Allo stesso tempo, nuove risorse sono state previste in tre distinti fondi per la tutela del diritto al lavoro, per l’assistenza e per le esigenze di mobilità.