Secondo alcune ipotesi circolate nei giorni scorsi, a seconda dei costi per il bilancio dello stato, la quota 100 potrebbe essere assistita da una penalità sulla misura della pensione in % tanto maggiore quanto è il divario rispetto all'età per la pensione di vecchiaia (67 anni). Un sistema di disincentivazione al pensionamento anticipato che, peraltro, era stato già approntato dalla Legge Fornero e poi eliminato dopo pochi anni. Per il momento si tratta però solo di ipotesi che dovranno essere confermate o smentite nelle prossime settimane. Da comprendere se per gli autonomi i requisiti per la quota saranno fissati su valori più elevati di un anno rispetto ai lavoratori dipendenti (in passato succedeva così); se sarà possibile il cumulo dei contributi tra gestioni diverse e se sarà mantenuto in qualche modo l'ape sociale.
All'interno del pacchetto non ci dovrebbe essere, invece, la riduzione dei requisiti per la pensione anticipata a 41 anni e mezzo di contributi per tutti a prescindere dall'età anagrafica. Uno scivolo troppo costoso che sarà affrontato il prossimo anno, risorse permettendo. Al posto di una riduzione dei requisiti per il pensionamento anticipato si studia piuttosto la possibilità di bloccare l'aumento dell'aspettativa di vita di 5 mesi per le pensioni anticipate previsto per il 2019. La misura consentirebbe nel 2019 di continuare ad andare in pensione indipendentemente dall'età avendo 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne) invece che 43 anni e 3 mesi (42 anni e 3 mesi le donne) come prevede la legislazione attualmente in vigore. Nessuna modifica per ora in vista per la pensione di vecchiaia che vedrebbe confermato lo scatto di 5 mesi dal 2019 con l'asticella che resterebbe confermata a 67 anni. Molto probabile anche una proroga del regime sperimentale donna, altro punto contenuto nel programma di governo firmato da Lega e CinqueStelle. Si lavora anche per portare le minime a 780 euro.