«Visto che chi vuole restare al lavoro fino a 70 anni ha diritto a una rivalutazione del trattamento, perchè non consentire a chi vuole uscire prima, anche per motivi familiari o personali, di poterlo fare, ovviamente accettando una riduzione dell'assegno? Naturalmente si tratta di calcolare la penalizzazione in modo equilibrato», afferma Baretta.
La flessibilità, inoltre, produrrebbe una serie di risparmi che dovranno essere messi in conto. Come il superamento definitivo dell'affaire esodati, le risorse per la cassa integrazione e quelle per garantire un sostegno al reddito per chi ha perso il lavoro ed è troppo lontano dal requisito fornero. «Questo problema è esploso nel giro di due anni e mezzo e per affrontarlo sono state utilizzate risorse per oltre 11 miliardi. Con la flessibilità il problema sarebbe stato di dimensioni molto più contenute" precisa il Sottosegretario.
Baretta sottolinea anche come la questione dei costi della flessibilità in uscita sia del tutto superabile «Anzitutto i calcoli finora fatti sulla base delle diverse proposte, ultimo della serie quello collegato alla proposta del presidente dell'Inps, Tito Boeri, scontano un'uscita contemporanea nel primo anno di tutti i soggetti potenzialmente interessati. Ma questo è praticamente impossibile».
Nei giorni scorsi Baretta aveva difeso l'impianto della proposta numero 857 sulle pensioni flessibili di cui è lui stesso co-firmatario assieme all'onorevole Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, e ad una buona parte di deputati Pd. «L'opzione al contributivo non prevede quella gradualità che cerchiamo di riconoscere nella nostra proposta, un progetto che ha anche l'indubbio vantaggio di essere piu' chiaro per tutti: se esci a 62 anni prendi una riduzione dell'8% sull'assegno previdenziale; se esci a 63 anni la penalità sarà minore e man mano si ridurrà sino ad azzerarsi completamente all'età di 66 anni. Quando si parla di flessibilità al prezzo di una penalità è questa l'ipotesi da cui si deve partire». La strada però che intende imboccare il Governo sembra quella di un "taglio" dell'assegno più consistente del 2% annuo, anche se i dettagli della proposta non sono ancora stati resi noti. GamsinIn merito alla legge di Stabilità, sulla composizione della manovra il sottosegretario ribadisce che «le priorità» restano «la completa sterilizzazione delle clausole di salvaguardia e la cancellazione della Tasi sulla prima casa insieme all'Imu agricola e alla tassa sugli 'imbullonati', che sono state annunciate dal premier». Per Baretta le misure sulle pensioni e sugli imbullonati sono di fatto «un incentivo per le imprese così come la decontribuzione. Tutti interventi strategici su cui, sulla base delle risorse disponibili, alla fine bisognerà decidere».