Il meccanismo degli adeguamenti alla speranza di vita - si legge nella relazione illustrativa al ddl -, trovava il suo fondamento nel duplice obiettivo di mettere a punto delle misure stabili di contenimento della spesa previdenziale e, al contempo, di aumentare il requisito anagrafico, per standardizzarlo alla media europea, in maniera graduale e in proporzione all'incremento della speranza di vita accertato dall'Istituto nazionale di statistica. Oggi, però, detto meccanismo non ha più ragione d'essere sia perché, di fatto, l'innalzamento dell'età anagrafica operato dalla riforma Fornero ha già inglobato gli ipotetici aumenti illo tempore congetturati sia perché abbiamo di gran lunga oltrepassato la media europea.
Basti guardare ai principali Paesi europei come la Germania, dove l'età pensionabile è fissata a 67 anni «solo» nel 2029, o il Regno Unito, dove l'età richiesta per accedere alla pensione è pari a 65 anni, per uomini e donne, a decorrere dal 2018, o ancora l'Austria, che pone in quiescenza a 65 anni gli uomini e ancora a 60 anni le donne, con un aumento progressivo per parificarne l'età pensionabile entro il periodo 2024-2033. Legge Fornero e media europea, un combinato che evidenzia quanto anacronistico possa oramai essere il periodico adeguamento alla speranza di vita.
Il calo della speranza di vita nel 2015
La Lega Nord rimarca il fatto, inoltre, che nel 2015 l'aspettativa di vita degli italiani ha subito un calo che non può non essere preso in considerazione. Nel XVII rapporto sulle tendenze di medio lungo periodo del sistema pensionistico e sanitario infatti, era stato accertato un calo dell'aspettativa di vita, imputato soprattutto alla riduzione della prevenzione sanitaria a causa del perdurante stato di crisi economica. Il rapporto attestava che nel 2015 l'aspettativa di vita per uomini e donne era rispettivamente di 80,1 anni e di 84,7 anni, inferiore rispetto al 2014, che registrava una speranza di vita pari a 80,3 anni per gli uomini e a 85 anni per le donne. Già in quell'occasione i tecnici della Ragioneria generale dello Stato avevano ipotizzato un adeguamento nullo. Secondo la Lega Nord tale effetto non può essere trascurato anche se nell'anno 2016 si fosse realizzato un recupero della diminuzione della speranza di vita rilevata nel 2015. Da tali considerazioni la Lega Nord chiede che l'adeguamento alla speranza di vita sia congelato, per tutti i lavoratori, sino al 2022.
"Riteniamo - scrivono i deputati leghisti nel documento -, inoltre, che la riforma Fornero debba essere a sua volta riformata, se non addirittura abrogata tout court. Otto provvedimenti di salvaguardia e istituti come l'anticipo finanziario a garanzia pensionistica (APE) volontario e l'APE social sono la conferma dei danni prodotti dalla riforma Fornero. Per queste ragioni, nelle more di una revisione complessiva della normativa previdenziale che incida sulla spesa assistenziale e introduca elementi reali di uscita flessibile dal lavoro per accedere alla pensione, pur sempre garantendo la sostenibilità finanziaria, prevediamo anche, al comma 2 dell'articolo 1 della presente proposta di legge, una sospensione dell'ulteriore aumento dell'età pensionabile fino a tutto il 2022, considerato che ancora la riforma Fornero ha disposto, dopo il 2019, un adeguamento all'aspettativa di vita con cadenza biennale".
Documenti: Il testo del DDL 4600 del 26 Luglio 2017