Per accedere all'Ape agevolata sarà necessario avere almeno 36 anni di contributi complessivi se si rientra nelle categorie dei lavori gravosi (gli ultimi sei dei quali effettuati nell'attività gravosa) e 30 anni se si è disoccupati, disabili o parenti di primo grado conviventi di disabili per lavoro di cura. Dunque un requisito ben superiore rispetto ai 20 anni di contributi di cui si vociferava alla vigilia che rischia di tagliare fuori ulteriori platee di lavoratori, da qui la contrarietà della Cgil. Ma chi accede a questo strumento vedrà ripagata interamente la rata di restituzione del prestito. Per queste categorie il costo dell’anticipo pensionistico, attraverso un reddito ponte, sarà a carico dello stato. Ai sindacati non piace però il livello di reddito indicato dall'esecutivo, 1.350 euro lordi, giudicato troppo basso e penalizzante. La parte sindacale puntava, infatti, ad un livello soglia pari almeno 1.500-1.600 euro lordi al mese. Confermato il requisito anagrafico per accedere alla misura: 63 anni.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, ha confermato ai sindacati che il governo stanzierà 1,5 miliardi nel 2017 e 1,6 nel 2018 per complessivi sei miliardi nel triennio. Il governo inserirà dunque nella platea dell’Ape agevolata, oltre ai disoccupati, i disabili e i parenti dei disabili, anche alcune categorie di attività faticose come le maestre, gli operai edili e alcune categorie di infermieri; saranno inclusi anche i macchinisti e gli autisti di mezzi pesanti.
APE Volontaria
Per quanto riguarda l'APE volontaria, quella cioè non assistita dall'intervento statale, resta confermato che la rata di restituzione del prestito in caso di anticipo pensionistico sarà pari a circa 4,5-4,6% per ogni anno di anticipo sulla pensione. Potranno accedervi, anche qui, i lavoratori che hanno compiuto i 63 anni di età a non più di 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia. Nei loro confronti, da quanto si apprende, non sarà richiesto il possesso del requisito contributivo minimo (30 o 36 anni di contributi) al momento dell'accesso all'APE. Ma servirà una conferma in quanto ancora non sono stati diffusi i testi definitivi. Il governo stanzierà delle risorse per questa misura, dato che il 4,5% annuo non copre il costo degli interessi dell'assicurazione e di una parte del capitale del prestito pensionistico, che sarà restituito in 20 anni una volta che il lavoratore sarà andato in pensione.
Verso l'Ok alle misure per i precoci
Sembra sciolto anche il nodo dei lavoratori precoci: chi ha lavorato almeno 12 mesi (anche non continuativi) prima dei 19 anni e ha 41 anni di contributi, se disoccupato e se ha svolto lavori faticosi, è disoccupato o risulta disabile potrà andare in pensione. E' stato inserito anche il lavoro di cura tra quelli che potranno godere dell'agevolazione. Eliminata anche la penalizzazione per chi va in pensione a 62 anni. «Sui precoci, se i testi finali corrisponderanno a quanto detto al tavolo - ha dichiarato la Cgil - esprimiamo un giudizio positivo per il recupero del lavoro di cura come requisito della platea, pur nel limite generale dell'intervento». Per ulteriori informazioni sull'agevolazione in arrivo si veda l'apposito approfondimento.
Le prime misure sulle pensioni saranno approvate domani dal Consiglio dei Ministri e finiranno nella legge di stabilita'. A quel punto la parola passerà al Parlamento che avrà tempo sino alla fine dell'anno per apportare modifiche e miglioramenti.