All'ordine del giorno c'è anche l'apertura della seconda fase del confronto con i sindacati sui correttivi da apportare alla Legge Fornero soprattutto riguardo ai lavoratori che sono nel sistema contributivo puro (i giovani). Sul tavolo c'è la riforma del sistema di calcolo contributivo, per renderlo più equo e flessibile e dare una risposta sopratutto ai giovani con redditi bassi e discontinui e lo sviluppo della previdenza integrativa. C'è in particolare la disponibilità nel valutare l’introduzione di una pensione contributiva di garanzia, legata agli anni di contributi e all’età di uscita, al fine di garantire l’adeguatezza delle pensioni medio - basse particolarmente colpiti dal sistema contributivo; interventi sulla previdenza complementare, volti a rilanciarne le adesioni, a favorire gli investimenti dei fondi pensione nell’economia reale e a parificare la tassazione sulle prestazioni di previdenza complementare dei dipendenti pubblici al livello di quella dei privati. Ci sarà inoltre una maggiore flessibilità in uscita all’interno del sistema contributivo, anche con una revisione del requisito del livello minimo di importo (2,8 volte l’assegno sociale) per l’accesso alla pensione anticipata per i contributivi puri. Tra gli altri capitoli la valorizzazione del lavoro di cura a fini previdenziali, una revisione delle forme di adeguamento per alcune categorie di lavoratrici e lavoratori in modo da tenere conto delle diversità nelle speranze di vita nonchè una revisione della perequazione dei trattamenti pensionistici con il ritorno a sistemi più generosi come prevedeva la legge 388/2000.
I Decreti attesi entro il 2 marzo: Da APE ai Precoci.
Tornando alle misure della legge di bilancio il prossimo 21 Febbraio l'esecutivo dovrebbe presentarsi al confronto con i sindacati con ben alcuni decreti "pronti" al varo. Il primo, quello più spinoso sul quale servirà probabilmente un altro round di approfondimento con le associazioni di categoria del sistema bancario ed assicurativo, riguarda l'Ape Volontario, con l'indicazione di quanta parte dell'assegno potrà essere riscossa in anticipo e le modalità di finanziamento e di restituzione del prestito pensionistico, il ruolo delle banche, dell'Inps e delle assicurazioni, un punto molto delicato sul quale si gioca la reale appetibilità della misura. Il Governo ha parlato di una penalità pari a circa il 5% sulla pensione netta per ogni anno di anticipo del pensionamento ma il decreto dovrà mettere nero su bianco il meccanismo per ora solo abbozzato nella legge di bilancio. Il documento conterrà anche i modelli per la presentazione dell'istanza di accesso al prestito nonchè le modalità di estinzione anticipata dell'ape volontario e il funzionamento dell'APE aziendale.
Un altro Dpcm dovrà determinare le modalità di attuazione delle disposizioni sull’Ape sociale che – attribuito a domanda – sarà riconosciuto nel limite di un plafond pari a 300 milioni di euro per il 2017. Qualora dal monitoraggio delle domande presentate e accolte dovessero emergere degli scostamenti, anche in via prospettica, la decorrenza dell’indennità sarà differita, con criteri di priorità in ragione della maturazione dei requisiti previsti dal Dpcm, nonché in base alla data di presentazione della domanda. A differenza dell’Ape volontario, le banche e le assicurazioni non saranno coinvolte nel procedimento di concessione dell’indennità. Il decreto attuativo dovrà stabilire le procedure per l’accertamento delle condizioni per l’accesso al beneficio e la relativa documentazione da presentare a tali fini, le modalità attuative del monitoraggio, le comunicazioni che l’ente previdenziale dovrà fornire all’interessato in esito alla presentazione della domanda, nonché all’individuazione dei criteri di priorità non definiti dalla legge. Secondo le stime del governo, la platea di lavoratori interessati all’Ape sociale dovrebbe essere di circa 35mila unità nel 2017 e 20mila unità nel 2018.
Un terzo Dpcm riguarderà il lavoro precoce. Analogamente all'APE sociale il provvedimento dovrà fissare le procedure per l’accertamento delle condizioni per l’accesso al beneficio del pensionamento con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica e la relativa documentazione da presentare a tali fini, le modalità attuative del monitoraggio, le comunicazioni che l’ente previdenziale dovrà fornire all’interessato in esito alla presentazione della domanda, nonché all’individuazione dei criteri di priorità non definiti dalla legge. Di significativa importanza i citati provvedimenti dovranno specificare i lavoratori addetti alle cd. mansioni gravose, una categoria molto delicata che potrà godere del pensionamento a 41 anni di contributi (se sussistono almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del 19° anno di età) e dell'APE sociale dai 63 anni (se ci sono almeno 36 anni di contributi) ma a condizione che le attività in questione siano state svolte in modo continuativo da almeno sei anni prima del pensionamento agevolato (con APE agevolato o con la quota 41).
Mansioni Usuranti e Cumulo
Non servono invece decreti attuativi per rendere operativo il cumulo gratuito dei periodi assicurativi, le agevolazioni per i lavori usuranti e l'opzione donna. Su queste misure si attendono solo le istruzioni da parte dell'Inps che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni. C'è da dire, però, che sui lavori usuranti si attende un decreto del Ministero del Lavoro contenente semplificazioni in ordine alla documentazione da presentare per il conseguimento dei relativi benefici.