La pensione di garanzia
Per quanto riguarda la pensione contributiva di garanzia la richiesta dei sindacati è di fissare l'asticella minima a 780 euro mensili (il valore della pensione di cittadinanza) da far crescere in proporzione al numero di anni lavorati e da rivalutare annualmente. Un modo – per la Cisl – "di riconoscere adeguatezza ad un sistema pensionistico per i giovani che valorizzi e riconosca anche i periodi di discontinuità lavorativa, la disoccupazione involontaria, gli sforzi attivi di formazione e riqualificazione, le fasi di bassa retribuzione, l'impegno per il lavoro di cura rivolto alle famiglie e verso le persone non autosufficienti in considerazione dell'esigenza di riconoscere ai fini previdenziali e anche il lavoro di cura". Tra le proposte vi è anche quella di una forma di contribuzione figurativa per i periodi di disoccupazione involontaria non coperti dalla Naspi o altro ammortizzazione sociale, validati dai servizi per l'impiego; il sostegno all'accesso alla previdenza complementare attraverso un'ulteriore defiscalizzazione e l'introduzione del principio di silenzio-assenso all'adesione dei Fondi".
Le altre misure
Oltre all'istituzione di una pensione contributiva di garanzia, per la Uil è necessario adottare misure già nel corso della carriera lavorativa, con il riconoscimento di una contribuzione figurativa piena per i periodi di disoccupazione o per i periodi di formazione svolti fuori dal periodo lavorativo. "Tre interventi non in alternativa, ma da applicare con un mix, capace di tutelare i lavoratori più deboli e con carriere discontinue", ha spiegato la Uil. Inoltre, per il sindacato, bisogna sia superare le attuali soglie reddituali per l'accesso alla pensione anticipata e di vecchiaia sia modificare gli attuali coefficienti di trasformazione e occorre prevedere maggiorazioni contributive per le lavoratrici madri e per periodi di assistenza a familiari con disabilità. Nel corso del confronto sono stati sottolineati anche gli sforzi compiuti nel DL 4/2019 per aiutare le carriere dei giovani. In particolare l'introduzione del riscatto agevolato della laurea per i periodi temporali ricadenti nel sistema contributivo (una misura che aiuta soprattutto i giovani a guadagnare il requisito minimo per il pensionamento); e la cd. pace contributiva che consente ai lavoratori privi di anzianità contributiva al 31.12.1995 di riscattare ai fini pensionistici i periodi non coperti da contribuzione tra un lavoro e l'altro. Per la parte sindacale queste misure vanno nella direzione giusta e possono essere ulteriormente estese.