«È difficile alzare le pensioni minime, in questo momento abbiamo dato la precedenza al ceto medio e alle famiglie con reddito di 1500 euro al mese. Allo studio c'è allargare gli 80 euro a chi prende la pensione minima (501 euro al mese, ndr). Vedremo se saremo in grado di farlo».
Sul capitolo fiscale il Premier ha quindi ricordato gli impegni presi e rispettati dal suo Governo: «Abbiamo eliminato tante tasse: tutte le volte c'è la classifica della tassa più odiosa: dicevano Irap costo lavoro e l'abbiam tolto, poi Imu prima casa. Son tutte odiose le tasse secondo molti, ovviamente servono purché siano a un livello accettabile e decente». Poi sul canone rai: «Lo abbiamo abbassato a 100 euro. L'obiettivo è continuare ad abbassarlo. Sono convinto che si possa fare abbastanza agevolmente».
Ma il capitolo più delicato resta quello delle pensioni, unico ancora a non aver beneficiato di una revisione nonostante le promesse del Governo fatte lo scorso anno. L'intervento sulla flessibilità in uscita era atteso con l'ultima legge di stabilita' ma poi si è perso per strada sotto i timori di un indebolimento del consolidamento dei conti pubblici. Poche quindi le novità che alla fine hanno avuto il disco verde e che sono quindi in vigore da quest'anno 1° gennaio. E' stata modificata l'opzione donna con il ripristino della facoltà per le lavoratrici in possesso di 57 anni e 3 mesi e 35 di contributi entro il 31 dicembre 2015 di prepensionarsi accettando un assegno interamente determinato con il sistema contributivo, e quindi più leggero; una settima salvaguardia in favore di altri 26.300 soggetti che erano senza lavoro o che avevano siglato accordi incentivanti per l'uscita nel 2011 (cd. esodati); l'introduzione del part-time per i lavoratori vicini all'età pensionabile (misura ancora in realtà non decollata per il ritardo del decreto attuativo).
Damiano: "Bene Renzi. Ora far partire il confronto".
Il premier Renzi ha annunciato via Facebook una raffica di provvedimenti sul tema delle pensioni: ce ne rallegriamo perché da anni abbiamo fatto di questo argomento un elemento centrale della nostra battaglia politica e sociale. Il tema più importante che è stato affrontato è quello della flessibilità in uscita. Aspettiamo che Renzi voglia confrontarsi con la proposta dei parlamentari Pd della commissione Lavoro, depositata già nel 2013, che consente di anticipare la pensione per un massimo di 4 anni mantenendo i conti in pareggio. Su questo punto c’è molta aspettativa nel Paese”.
“Il secondo argomento – ha spiegato – riguarda il ricalcolo delle pensioni con il sistema contributivo. Apprezziamo il fatto che Renzi dica che ‘non possiamo ammazzare chi va in pensione con il retributivo’, ma non siamo d’accordo con lui sull’esigenza di trovare un punto di equilibrio, soprattutto perché quel ricalcolo, come ci ha spiegato l’Inps, semplicemente non si può fare e perché é ora di smetterla di sostenere che chi é andato in pensione con il sistema retributivo abbia rubato qualcosa”. “Il terzo punto riguarda la possibilità di alzare le pensioni minime: ci sono molte soluzioni, tra le quali la quattordicesima, e il Premier propone di dare gli 80 euro al mese. Trattandosi di circa tre milioni e mezzo di pensioni, la spesa ammonterebbe a circa tre miliardi e seicento milioni all’anno. L’importante è fare un intervento complessivamente razionale e non creare aspettative che possano andare deluse. Siamo pronti a lavorare con il Governo su questi argomenti al fine di individuare le migliori soluzioni”. "Uno dei primi appuntamenti per verificare la volontà di intervenire sulla materia sarà il Documento di Economia e Finanza che Renzi presenterà a metà Aprile: se non dovesse contenere un riferimento alla necessita’ di correggere il sistema previdenziale, sarebbe grave e anche contraddittorio con le affermazioni dello stesso Premier Renzi” conclude Damiano.