Nell'ultima riunione con i leader di Cgil, Cisl e Uil, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, aveva promesso risorse rilevanti per gli aggiustamenti alla riforma Fornero. Secondo i sindacati, per finanziare i provvedimenti di cui si sta discutendo al tavolo di confronto, che riprenderà a settembre (il 6 sull'occupazione, il 7 sulle pensioni e il 12 incontro politico per definire il piano completo delle misure), servirebbero circa 2-2,5 miliardi.
Il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Tommaso Nannicini, ha confermato che l'Ape sarà il fulcro del "pacchetto pensioni" e sarà approvato con un provvedimento ad hoc prima della manovra di bilancio. Questo strumento debutterà nel 2017 e si stima che solo per il prossimo anno la platea potenziale sarà di 350mila lavoratori (nel primo si cumulano i primi tre anni), 130mila l'anno successivo e 180mila nel 2020. Da questi, ha sottolineato Nannicini, bisognerà poi togliere quelli che utilizzeranno le nuove flessibilità concesse all'interno del sistema, in particolare per le ricongiunzioni e i lavoratori precoci e usuranti che il Governo intende comunque sostenere. Nelle intenzioni del Governo, l'Ape sarà finanziato con un prestito erogato dalle banche e restituito in rate mensili per 20 anni.
Il taglio sulla pensione determinato dalla rata del prestito sarà in parte alleggerita da detrazioni per le persone più in difficoltà. Per i dipendenti del settore privato e pubblico sarebbe, quindi, possibile accedere alla pensione fino a 3 anni a 7 mesi prima rispetto al requisito anagrafico previsto per il trattamento di vecchiaia (pari a 66 anni e 7 mesi per gli uomini di entrambi i settori e per le donne del pubblico; di 65 anni e 7 mesi per le donne del privato; 66 anni ed un mese per le autonome). Pertanto l'uscita potrebbe avvenire anche all'età di 63 anni (per gli uomini e per le donne dipendenti del pubblico impiego); 62 anni per le donne dipendenti del settore privato e 62 anni e 6 mesi per le autonome. Unitamente al possesso di 20 anni di contributi. Un anticipo ulteriore di 7 mesi rispetto alle ipotesi sino ad ora circolate ma che dovrà comunque essere confermato negli incontri che si terranno nella prima metà di settembre con i sindacati. Da comprendere l'atteggiamento del Governo su altre due misure: opzione donna ed ottava salvaguardia le cui risorse già sono state messe a disposizione da precedenti provvedimenti legislativi.
Tra gli altri interventi ipotizzati ci sono inoltre il rafforzamento della defiscalizzazione sul salario di produttività con un'estensione della platea e un aumento del bonus, riconferma delle misure di decontribuzione per le nuove assunzioni, la prosecuzione del superammortamento degli investimenti effettuati dalle imprese.
Uil: Confronto Positivo a Settembre la decisione "Il lavoro svolto sino ad ora dai Sindacati e dal Governo al tavolo sulla previdenza è stato positivo. Resta il nodo delle risorse per tradurre i capitoli oggetto del confronto in provvedimenti concreti e fruibili. Noi riteniamo che, per rispondere efficacemente alle questioni affrontate, dall'ampliamento della platea degli usuranti alla gratuità delle ricongiunzioni, dai 41 anni di contributi come condizione sufficiente per l'accesso alla pensione sino all'anticipo pensionistico e all'adeguamento degli assegni pensionistici in essere, siano necessari 2,5 miliardi". Ad affermarlo in una nota è il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti.
Queste, rileva il sindacalista, "risorse possono essere facilmente reperite tra le pieghe di un bilancio che si può giovare degli eccezionali risparmi realizzati, in questi anni, proprio a seguito di reiterati interventi sulla previdenza. Siamo fiduciosi che, su questo terreno, il Governo possa dare una risposta positiva".