Il Governo, pur condividendo l'impianto di base dei sindacati, non ha formulato una proposta concreta in attesa di sciogliere il nodo delle risorse a disposizione. Che dovranno tener conto anche di altri capitoli di spesa oltre alla flessibilità in uscita tra cui, in particolare, la pensione di garanzia per i giovani, la rivalutazione delle pensioni e l'eventuale incremento della quattordicesima per gli assegni bassi. La scadenza per una bozza programmatica sulla flessibilità in uscita è fissata grosso modo tra due mesi: a metà aprile infatti il governo dovrà quanto meno abbozzare, nel Documento di economia finanza, le linee di politica economica per il 2021, da concretizzare poi con la legge di Bilancio.
In attesa della proposta dell'esecutivo i sindacati mettono comunque le mani avanti anticipando di non essere disposti a scambiare la flessibilità in uscita con il ricalcolo contributivo dell'assegno. “Siamo assolutamente contrari all’ipotesi di ricalcolo interamente contributivo, che, come dimostrano le nostre simulazioni, rischia di pesare eccessivamente sulle future pensioni, con un taglio fino al 30% dell’assegno lordo. Un metodo che determinerebbe addirittura un vantaggio per lo Stato perché imporrebbe al lavoratore un onere aggiuntivo maggiore del beneficio eventualmente concesso” ha detto Roberto Ghiselli, rappresentate sindacale della Cgil al termine dell'incontro. Nel tentativo di trovare una via mediana l'esecutivo potrebbe verificare anche la fattibilità della vecchia proposta di Pier Paolo Baretta e Cesare Damiano di un’uscita flessibile da 62-63 anni con un 2 per cento di riduzione del 2 per cento per ogni anno di anticipo (Pdl 857 del 2013).
Un risultato del tavolo è invece l'annuncio che a breve verrà istituita la Commissione paritetica sui lavori gravosi. La Commissione dovrebbe essere operativa entro metà Marzo e concludere i lavori entro il 31 dicembre 2020. Obiettivo del lavoro: costituire la base per una diversificazione dell'età pensionabile in funzione della gravosità delle mansioni (un compito praticamente quasi impossibile che risponde più ad una logica politica che di reale esigenza).