Notizie
Acconto Tasi 2014, il pagamento resta fissato al 16 Giugno
E' arrivato in Gazzetta Ufficiale il decreto approvato dal Governo giovedì scorso contenente la proroga Tasi al 16 ottobre. Lo slittamento è dunque legge e determina diversi effetti per Comuni e Contribuenti.
{div class:article-banner-left}{/div}
Con la modifica approvata infatti la scadenza dell'acconto non sarà piu' unica ma sarà a geometria variabile, vale a dire che varia a seconda del comportamento dei Comuni. Infatti il termine del 16 giugno scatta solo per i circa 2.200 comuni che hanno inviato le delibere al ministero entro il 23 maggio, mentre per i Comuni che delibereranno entro il 10 settembre il pagamento dovrà essere effettuato entro il 16 ottobre.
Se la delibera non arriverà neppure entro questa data allora si pagherà in unica rata entro il 16 dicembre con aliquota base dell'1 per mille. Occorre però fare attenzione perché, tra i 2.200 comuni, alcuni si sono limitati ad azzerare la Tasi (per tutti gli immobili o solo per quelli diversi dall'abitazione principale), oppure hanno deliberato un differimento a dicembre, quindi in tali casi i contribuenti non dovranno versare nulla a giugno ma dovranno attendere l'adozione dei provvedimenti definitivi per il saldo di dicembre.
In ogni caso è consigliabile visionare attentamente le delibere comunali, che potrebbero contenere specifiche indicazioni. Nessun obbligo dichiarativo scatta nel 2014 per la Tasi, essendo il primo anno di applicazione del nuovo tributo, quindi se ne riparlerà a giugno 2015.
Riforme: Renzi, avanti a testa alta, contano piu' voti che i veti
Esodati, si riapre la partita per la sesta salvaguardia
Mentre spirano gli ultimi giorni per la presentazione delle domande di accesso alla quinta salvaguardia pensionistica di cui alla legge 147/2013 (c'è tempo sino al 16 Giugno) si avvicina la data in cui inizieranno i lavori parlamentari relativi al nuovo progetto di legge in favore dei lavoratori esodati. {div class:article-banner-left}{/div}
Il 23 Giugno infatti la proposta di legge unitaria della commissione Lavoro della camera che punta a dare una risposta a quei lavoratori rimasti senza reddito e senza pensione dopo la riforma Fornero arriverà in Aula a Montecitorio. Ma, cosi’ come qualche mese fa, la questione delle coperture appare tutt’altro che risolta. Mentre dunque il governo continua a assicurare di guardare alla questione come una priorita’, il presidente della commissione Lavoro della Camera e esponente del Pd Cesare Damiano chiede che al piu’ presto sia convocato un vertice Esecutivo-maggioranza per fare il punto sulla situazione. “Gli esodati sono una priorita’ – assicura Poletti – e stiamo cercando una soluzione ma questa deve essere sostenibile sotto il profilo dei conti pubblici”.
Damiano in realtà vorrebbe fare di piu' di quanto contenuto nel disegno di legge che la Camera inizierà ad esaminare a breve. Il disegno riguarda principalmente i lavoratori esodati (cioè coloro che erano senza lavoro al momento dell'entrata in vigore del Dl 201/2011, nel dicembre 2011) ma l'ex ministro del lavoro è stato firmatario anche di un'altra proposta in materia pensionistica che chiede l'introduzione di un correttivo alla Riforma Fornero strutturale, ossia uno strumento che consenta di anticipare l'età pensionabile sino a 62 anni, possibilmente senza alcuna decurtazione sulla rendita previdenziale. Idea che se passasse potrebbe tutelare in qualche misura anche coloro che hanno perso il posto di lavoro dopo il 2011 che attualmente restano inevitabilmente senza alcuna possibilità di ottenere un anticipo nell'accesso alla pensione. L'idea aveva trovato d'accordo anche l'ex ministro del lavoro Giovannini e il neo ministro Poletti che tuttavia non ha indicato sino ad oggi come intende procedere.
E' proprio su questa incertezza "governativa" che Damiano punta il dito: “Se la soluzione strutturale – aggiunge – non e’ percorribile perche’ troppo costosa, rimane la strada della sesta salvaguardia dedicata esclusivamente ai cosiddetti esodati che dovrà essere rapidamente approvata” ha concluso Damiano.
Secondo quanto riferito dalla Lega qualche tempo fa la Ragioneria dello Stato avrebbe quantificato in 2,7 miliardi per il solo 2014 l’onere delle misure messe a punto dai deputati. Un costo che si raddoppierebbe l’anno successivo per arrivare a un picco di 8,2 miliardi nel 2018. Fatto sta che, evidenzia la vicepresidente della commissione Lavoro della Camera e esponente di Fi Renata Polverini, “le parole non bastano piu’, ma servono azioni efficaci e praticabili”.
Unico 2014, il governo proroga la scadenza per i versamenti
Il Governo sta predisponendo un Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che sarà firmato entro venerdì da Matteo Renzi e dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, attraverso il quale si prevede lo slittamento per i versamenti di Unico 2014 per coloro che sono interessati dagli studi di settore.
{div class:article-banner-left}{/div}
La proroga sposterà i termini di versamento dal 16 giugno al 7 luglio senza maggiorazioni; mentre dall'8 luglio al 20 agosto sarà possibile pagare le imposte ma con una maggiorazione dello 0,4 per cento. E' quanto si apprende da fonti vicine a Palazzo Chigi.
Il calendario degli adempimenti di Unico sarà quindi modificato per venire incontro ai contribuenti ed ai professionisti che avevano denunciato l'impossibilità di rispettare la scadenza del 16 Giugno. Ma solo sul fronte del versamento delle imposte legate agli operatori che presentano gli studi di settore: cioè le piccole imprese, i professionisti, artigiani e autonomi. Il termine per la presentazione dei modelli resta quello di prima: presentazione entro il 30 giugno per chi si avvale del formato cartaceo e fino al 30 settembre per chi presenta la versione telematica.
"Siamo soddisfatti – spiega Rete Imprese Italia – perché si tratta di un provvedimento molto atteso, un segnale, almeno uno, che va nella direzione giusta". Anche se, fanno notare dal mondo delle professioni tecniche, questo meccanismo della proroga che arriva ogni anno, ma sempre puntualmente all'ultimo minuto, non fa di certo bene all'equilibrio generale del sistema normativo e tributario.
Pensioni, i sindacati aprono due tavoli per superare la Riforma Fornero
Gli elementi di eccessiva rigidità e le problematiche introdotte dalla Riforma Fornero rappresentano la base di discussione che i sindacati Cgil,Cisl e Uil vogliono esaminare con la partecipazione dei delegati territoriali in due appuntamenti già fissati per il 20 luglio e nei primi giorni di settembre.
{div class:article-banner-left}{/div}
La Camusso pur apparendo critica sulla Riforma intende costruire una proposta credibile per offrire una risposta alle future pensioni dei giovani. Insieme, i vari sindacati sottolineano la necessità di ” elementi correttivi del sistema contributivo introducendo un tasso di capitalizzazione minimo contro le svalutazioni e la revisione dei coefficienti “ e criticano la gestione separata dell’ Inps.
Sarebbero altresì necessari ripensamenti sulla età pensionabile ripristinando i meccanismi di flessibilità a partire dai 62 anni, come prevede la proposta Damiano (decurtazione assegno pensionistico dell’ 8% a scalare) o mediante il mix di età e contributi.
Strali acuminati verso la governance degli enti assicurativi e previdenziali e sblocco della rivalutazione. Necessità di integrare la diffusione della previdenza complementare.
I temi che riguardano il fisco prendono le mosse dalla estensione del Bonus degli 80 euro ai pensionati ed agli incapienti e renderlo strutturale. Inoltre i sindacati pongono interesse alla “riduzione strutturale dell’ evasione fiscale” invitando il Governo ad intervenire con strumenti di maggiore tracciabilità nelle transazioni, con controlli, integrazioni di banche dati e reintroduzione del reato di “falso in bilancio”.
Altro...
Raid aereo di Israele sulla Striscia di Gaza, 1 morto
Inchiesta Gdf: Alfano, piena fiducia in Fiamme gialle
Responsabilita' civile togheGoverno battuto alla Camera
- Roma, 11 giu. - Governo e maggioranza battuti, in un voto a scrutinio segreto, nell'esame sulla legge europea 2013-bis alla Camera. E su un tema ad altissimo rischio: la giustizia. E' infatti passato un emendamento della Lega, a prima firma Gianluca Pini, che riscrive l'articolo 26 sulla responsabilita' civile dei magistrati. "Un fatto grave", reagisce subito il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, sottolineando che "in un momento che vede la magistratura fortemente impegnata sul fronte del contrasto alla corruzione nelle istituzioni pubbliche, questa norma costituisce un grave indebolimento della giurisdizione".
"Tecnicamente parlando, e' quella che si puo' definire una tempesta in un bicchier d'acqua", smorza i toni Matteo Renzi, da Pechino. Mentre Giorgio Napolitano fa sentire la sua voce e ricorda che "la tutela dell'indipendenza assicurata al giudice dagli ordinamenti non rappresenta un mero privilegio, ma trova la sua ragione e il suo giusto bilanciamento nel rispetto da parte dei magistrati dei principi deontologici e delle caratterizzazioni compartimentali descritti, gli uni e le altre, nella Carta adottata dall'Assemblea Generale della Rete in Londra, nel giugno 2010".
Una giornata ad alta tensione, dunque, con il presidente del Consiglio, avrebbe detto ai suoi collaboratori in missione in Cina, che parla di una "realta' parallela" quando scorre i titoli delle reazioni in Italia all'infortunio in Aula. Il voto a scrutinio segreto e' "l'occasione per trappoloni" e il presidente del Consiglio si e' detto colpito della reazione dei media al voto, definendo "una cosa che puo' capitare cento volte in una le Eppure, per un Roberto Giachetti che conferma "ho votato si' all'emendamento sulla responsabilita' civile dei magistrati" e posta anche un link di un video in cui spiega i motivi del suo voto, nel Pd c'e' Donatella Ferranti che parla di "un vero e proprio atto intimidatorio nei confronti della magistratura".
La presidente della commissione Giustizia della Camera, bolla come "autentico e miope colpo di mano" l'emendamento leghista e denuncia "un attacco gravissimo ai principi di autonomia e indipendenza della magistratura". A fine giornata interviene il Guardasigilli per avvertire che quello sulla responsabilita' civile delle toghe, cosi' come approvato alla Camera, "e' un pasticcio che non aiuta ad affrontare seriamente il tema". "Va corretto anche perche' investe una legge importante che riguarda i nostri rapporti con l'Unione europea", anticipa Andrea Orlando.
La partita ora si sposta al Senato. "Il Pd, che ha gia' presentato proposte di legge per affrontare in modo organico il tema della responsabilita' civile dei magistrati, e' contrario all'emendamento leghista alla Legge Comunitaria, che grazie ad un colpo di mano del centrodestra con la complicita' del M5S, e' passato alla Camera", puntualizza il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda. "Quell'emendamento, improvvisato e frettoloso, colpisce l'autonomia della magistratura. Non si affronta in questo modo un tema importante che riguarda la responsabilita' di un potere dello Stato. Per questo al Senato il Pd lavorera', quando la legge comunitaria arrivera' a Palazzo Madama, per cambiare quella norma", assicura.
"Era meglio se non accadeva, vorrei essere chiaro" ha spiegato Renzi ai suoi collaboratori in missione in Cina. Renzi definisce "posizioni comprensibili" quelle di chi, come Giachetti, ha votato "storicamente" su questa posizione. "Volete riparlarne? Riparliamone" conclude Renzi. "Credo che su questo tema, la posizione del PD l'abbia espressa molto bene Ettore Rosato, dopo di che e' legittimo discuterne, parlarne. E' doveroso affrontarla". Il Presidente del Consiglio, in conclusione, ridimensiona l'episodio, escludendo la possibilita' che si tratti di "un casus belli". "C'e' una norma e va cambiata al Senato" afferma il Presidente del Consiglio conversando con i suoi collaboratori a Pechino, sull'emendamento della Lega approvato oggi dall'aula della Camera riguardante la responsabilita' dei magistrati.