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Aumenta a maggio la cassa integrazione straordinaria
Il mercato del lavoro italiano presenta ancora molte difficoltà. Lo dimostrano i dati diffusi ieri dall'Inps che certificano l’ aumento delle ore della cassa integrazione straordinaria:+31,4% rispetto a Maggio 2013. Meglio la cigo che cala nell'industra del 38% sull'anno precedente e quella in deroga (-10,6%).
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Si ricorda che la Cassa integrazione Guadagni Straordinaria (GIGS) è uno strumento finalizzato a fronteggiare gravi crisi delle aziende mediante supporti salariali; la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (GICO) prevede delle integrazioni salariali per riduzioni delle attività lavorative classificate temporanee; la Cassa Integrazione Guadagni in deroga (GIGD) estende le prestazioni a tutti i lavoratori subordinati, compresi apprendisti, lavoratori a domicilio e lavoratori con contratti di somministrazione.
Complessivamente a maggio sono state richieste 96,4 milioni di ore da parte delle imprese che fanno registrare una diminuzione del 3,9% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Da gennaio a maggio sono state richieste circa 488 milioni di ore di cassa integrazione e la cifra complessiva ricalca i dati del 2013, anche se con una lieve contrazione che interessa maggiormente il settore dell’ Industria rispetto a Commercio ed Edilizia che incrementano le loro richieste.
Pensione anticipata, dall'inps via libera al ricalcolo delle penalizzazioni
L'istituto di previdenza ha precisato, con il messaggio inps 5280/2014, le modalità per l'istanza di ricalcolo del trattamento pensionistico da parte dei titolari di pensione anticipata che hanno visto il proprio trattamento decurtato per effetto della penalizzazione di cui all'articolo 24, comma 10 del Dl 201/2011.
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La legge Fornero ha infatti previsto che, qualora l'accesso al pensionamento anticipato avvenga a un'età inferiore a 62 anni, si applica un taglio dell'1% per ogni anno d'anticipo rispetto ai 62, elevato al 2% per ogni ulteriore anno di anticipo rispetto ai 60 anni. Ai sensi dell'articolo 6, comma 2-quater del Dl 216/2011 convertito con legge 14/2012, in via temporanea, sino al 31 dicembre 2017 le penalità non troveranno applicazione qualora la contribuzione derivi da: prestazione effettiva di lavoro, astensione obbligatoria per maternità, assolvimento degli obblighi di leva, infortunio, malattia, Cig ordinaria.
I periodi utili ad escludere le penalizzazioni sono stati però successivamente estesi, nel corso del 2013, fino a ricomprendere i periodi di assenza per la donazione di sangue e di emocomponenti, quelli derivanti da congedi parentali di maternità e paternità, i congedi e permessi mensili concessi ai genitori di portatori d'handicap e i periodi di prolungamento del congedo parentale fruiti entro l'ottavo anno di vita del bambino. Ciò può determinare la necessità di un ricalcolo delle prestazioni anticipate "decurtate" già poste in pagamento prima delle intervenute novità legislative.
L'Inps precisa quindi che i titolari di pensione anticipata nel regime misto, liquidata con la riduzione dell’importo del trattamento pensionistico, possono presentare istanza per la rideterminazione dello stesso e la corresponsione dei relativi arretrati. In favore di tali soggetti deve essere riconosciuto il ricalcolo della pensione con effetto dal 1° novembre 2013 per le donazioni di sangue e i congedi maternità e paternità e dal 1° febbraio 2014 per i permessi relativi a portatori di handicap e prolungamento di congedo parentale nel caso di pensioni anticipate con decorrenza dal 1° giorno del mese successivo a quello della maturazione dei contributi.
Infine, con riferimento alle pensioni ai superstiti liquidate con penalizzazione, l'istituto indica che anche i titolari di pensione ai superstiti possono presentare domanda di riesame e si potrà operare la depenalizazione della pensione stessa qualora il decesso del titolare della pensione anticipata si sia verificato in vigenza delle disposizioni in esame.
Tasi 2014, le regole per il pagamento dell'acconto sulle prime case
Con l'avvicinarsi della scadenza del 16 giugno, nei comuni cd. puntuali, i contribuenti sono chiamati a prestare attenzione alle delibere approvate dai municipi al fine di evitare errori nel pagamento dell'acconto.
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Nella Tasi la definizione di abitazione principale è, per espressa previsione di legge, quella valevole ai fini Imu. Deve pertanto trattarsi dell'abitazione posseduta dal contribuente nella quale egli risieda anagraficamente e dimori abitualmente, insieme ai suoi familiari; in presenza poi di due abitazioni in possesso ciascuna di uno dei due coniugi, con residenze separate, ubicate nello stesso comune, solo una delle due può essere considerata abitazione principale. L'altra sarà assimilata come altro immobile e dunque, in via generale, sarà soggetta sia a Imu che a Tasi, seppure con il vincolo dell'aliquota massima non superiore al 10,6 per mille (11,4 per mille in caso di Super Tasi).
L'aliquota base della Tasi per le abitazioni principali è per tutti gli immobili pari all'1 per mille e, nel 2014, non può superare il 2,5 per mille. Per quest'anno tuttavia i comuni possono elevare l'aliquota massima sino al 3,3 per mille a condizione che vengano finanziate misure di favore per i contribuenti, tali da rendere il carico della Tasi sull'abitazione principale non superiore all'Imu pagata nel 2012. In questa ipotesi, quindi, nei comuni che si sono avvalsi della facoltà di superare il tetto massimo di legge dell'aliquota devono essere state adottate apposite detrazioni sostanzialmente equivalenti a quelle vigenti ai fini Imu nel 2012.
Secondo l'ordine dei Commercialisti di Milano per comprendere se gli immobili assimilati all'abitazione principale ai fini Imu rientrino nella medesima nozione dettata nella Tasi è necessario vagliare attentamente la delibera comunale. In assenza di specificazioni nella delibera, si ritiene che le assimilazioni ope legis previste in materia di Imu possano essere estese anche nella Tasi. Pertanto sarebbe possibile equiparare all'abitazione principale: 1) gli immobili delle cooperative a proprietà indivisa; 2) gli alloggi sociali; 3) l'ex casa coniugale assegnata in sede di separazione o divorzio; 4) l'immobile non locato dei soggetti appartenenti alle forze armate e degli altri soggetti indicati nella norma.
Complesse poi le regole in caso di divorzio o separazione legale dei coniugi. Infatti se la casa assegnata al coniuge a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento o divorzio, è assimilata all'abitazione principale ai fini del pagamento della Tasi le regole si complicano non di poco.
Infatti dato che i soggetti passivi della Tasi sono i possessori e i detentori, che se non coincidono nella stessa persona sono tenuti singolarmente al pagamento del nuovo tributo nelle misure fissate dal Comune si dovrebbe arrivare alla conclusione che anche nel caso di specie trovi applicazione la regola generale di ripartizione del tributo tra possessore e detentore, cioè tra coniuge assegnatario e non assegnatario. Quindi in caso di comproprietà l'imposta, calcolata con l'aliquota prevista per l'abitazione principale, dovrà essere pagata da entrambi i coniugi in base alle rispettive quote di possesso (a cui computare anche l'eventuale detrazione riconosciuta dal Comune in caso di Super Tasi). Il Ministero delle Finanze invece, in risposta ad uno specifico quesito ha affermato che «il coniuge è titolare del diritto di abitazione e, indipendentemente dalla quota di possesso dell'immobile, è il solo che paga la Tasi con l'aliquota e la detrazione, eventualmente prevista, per l'abitazione principale". Dubbi questi che, secondo l'ordine dei Commercialisti di Milano, potrebbero trovare una soluzione solo nel regolamento comunale.
Riforma Pa: oggi la decisione del Cdm. In arrivo mobilita' ma niente esuberi
E' una riforma dell'amministrazione pubbica basata sviluppata su 44 punti, che si concretizzera' in un decreto legge e in un disegno di legge delega. Kamsin Oggi è il giorno chiave, con il consiglio dei ministri e la conferenza stampa a Palazzo Chigi.
I contenuti della riforma sono stati sottoposti ad una consultazione pubblica lo scorso 30 aprile e il governo ha ricevuto 39.343 e-mail, sufficienti per ritenere di avere un mandato a procedere, nonostante la contrarieta' dei sindacati. Nella riunione tenuta oggi a Palazzo Vidoni il ministro Marianna Madia ha assicurato che nei provvedimenti normativi non si parlera' ne' di esuberi ne' di prepensionamenti; e' prevista la mobilita' obbligatoria ma non nel raggio dei 100 km come era stato ipotizzato in un primo momento.
Al contrario di quanto chiedono i lavoratori della P.a., nessun riferimento al rinnovo del contratto, il 45esimo punto aggiunto dai sindacati. E' prevista una riduzione delle spese ma non tagli lineari. Della cosiddetta "staffetta generazionale" nell'incontro di oggi non si e' parlato, ma l'inserimento dei giovani e' il primo dei 44 punti del governo che recita "abrogazione dell'istituto del trattenimento in servizio", che produrrebbe oltre 10mila posti in piu' per i giovani, a costo zero. La mobilita' volontaria e obbligatoria e' il secondo punto, ma domani si vedra' come sara' normata: il ministro Madia ha dichiarato di non aver mai immaginato di stravolgere la vita delle famiglie dei dipendenti pubblici. Il terzo punto del documento prevede l'introduzione dell'esonero dal servizio, il quarto l'agevolazione del part time, il quinto limiti ai compensi cumulabili, il sesto la possibilita' di affidare mansioni assimilabili quale alternativa per il lavoratore in esubero, il settimo maggiore flessibilita' delle regole sul turnover. Tutti argomenti su cui i sindacati aspettano di saperne di piu'.
Quel che e' certo, invece - hanno riferito Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Usb - e' la riduzione dl 50% del monte ore dei permessi sindacali. Confermata anche le modifiche per i dirigenti pubblici: Madia ha parlato di un "mercato con meccanismi di competizione" ed i punti 9 e 10 prevedono l'introduzione del ruolo unico della dirigenza e l'abolizione delle fasce, mentre il 12esimo la valutaizone dei risultati e la retribuzione di risultato erogata anche in funzione dell'andamento dell'economia. Ipotizzata anche la revoca dei dirigenti se i risultati non sono raggiunti.
Il documento del ministero prevede poi una riorganizzazione "strategica" che consenta riduzione degli sprechi: il ministro ha assicurato che non ci saranno tagli lineari ma una riorganizzaizne che portera' risparmi. Tra le proposte, la gestione associata dei servizi di supporto all'abolizione del concerto tra ministeri, passando per la riorganizzazione del sistema delle autorita' indipendenti, la soppressione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione, la centrale unica per gli acquisti per tutte le forze di polizia, le leggi auto-applicative, il controllo della ragioneria generale solo sui profili di spesa. Ed ancora il censimento degli enti pubblici, la creazione di una sola scuola nazionale dell'amministrazione, l'accorpamento delle sovrintendenza.
Piu' critiche ha sollevato l'idea di accorpare Aci, Pra e Motorizzazione civile, la riduzione delle prefetture e delle aziende municipalizzate, la razionalizzaizone delle autorita' portuali. Maggiori pareri positivi ha raccolto la proposta di eliminare l'obbligo di iscrizione alle camere di commercio.
Zedde
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Riforma Pa, ecco le novità in arrivo sulle pensioni
La bozza di decreto legge sulla riforma della Pubblica amministrazione è ormai quasi pronta. Il testo definitivo sarà noto solo domani quando il Consiglio dei Ministri varerà due provvedimenti, un decreto legge per l'appunto, e un disegno di legge delega. {div class:article-banner-left}{/div} Pensioni Oggi è in grado di anticipare il testo della bozza della Riforma della Pa. Sono confermate gran parte delle anticipazioni diffuse nei giorni scorsi. In particolare viene sancita l’impossibilità di restare in servizio dopo il compimento dell'età pensionabile. La misura, che colpirà soprattutto le alte magistrature contabili e le università, è attuata tramite l'abrogazione del trattenimento in servizio, istituto che attualmente consente ai dipendenti pubblici di restare sul posto di lavoro per altri due anni dopo il perfezionamento dei limiti ordinamentali per la permanenza in servizio. La bozza indica tuttavia che i provvedimenti di trattenimento in servizio concessi sono fatti salvi sino al prossimo 31 Ottobre.
Ma ci sarebbero anche altre novità in materia previdenziale. Anche se il governo ha fatto marcia indietro sull'ipotesi di introdurre l'esonero dal servizio a coloro a cui mancano 4-5 anni al perfezionamento dell'età pensionabile nella bozza si prevede però, in modo molto piu' blando, che in caso di esuberi legati a riorganizzazioni delle amministrazioni e in assenza di modalità condivise con i sindacati, la Pa possa procedere alla risoluzione unilaterale, senza possibilità di sostituzione, del rapporto di lavoro «di coloro che entro il biennio successivo maturano il diritto all'accesso alla pensione, con conseguente corresponsione anticipata del trattamento». Si tratterebbe, se confermato nel testo definitivo, di una specie di prepensionamento simile alla normativa attualmente in vigore prevista dalla legge 95/2012. Da segnalare anche la scomparsa dalla bozza di una proroga del regime sperimentale donna anche se sul punto si spera ci sia un ripensamento da parte dell'esecutivo. Sempre per gli addetti in esubero sono anche previsti possibili demansionamenti «per ampliare le occasioni di ricollocazione».
Salterebbe poi il doppio criterio del computo delle persone e della spesa nei vincoli al turn over previsto da qui al 2018, anno in cui si tornerebbe al ricambio fisiologico. La bozza definisce che le assunzioni e le uscite nel perimetro della P.a. non avverranno più in base al numero delle persone, bensì alla spesa totale per i loro stipendi. Così, nel 2014 nelle amministrazioni si potrà procedere ad assumere personale nel limite di spesa pari al 20% di quella relativa al personale uscito lo scorso anno. Questa percentuale sale con gradualità negli anni successivi. Fino ad arrivare al 2018, quando le amministrazioni potranno assumere per un limite di spesa pari al 100% di quella relativa al personale cessato di ruolo.
Sulla mobilità la bozza conferma che si potranno ricoprire i posti vacanti mediante passaggio diretto di dipendenti con la stessa qualifica, in servizio presso altre amministrazioni. In particolare è prevista la cancellazione del nulla osta dell'amministrazione di appartenenza per la mobilità volontaria; su quella obbligatoria si prevedono trasferimenti senza assenso in un posto di lavoro diverso nell'arco di 100 chilometri «per esigenze tecnico-organizzative», mentre per i trasferimenti entro 50 chilometri le diverse sedi sarebbero considerate come «stessa unità produttiva». I sindacalisti dovranno anche incassare il taglio del 50% distacchi, aspettative e permessi a partire dal prossimo agosto.