Lo schema prevede un trasferimento monetario da parte dello Stato pari alla differenza tra la soglia di povertà e il reddito familiare effettivamente percepito. A tal fine si utilizzerà l'indice di povertà monetaria individuato dall'Ue nel 2014, corrispondente al 60% del reddito mediano netto (in Italia 780 euro mensili, 9.360 all'anno, per un adulto single), ponderato per la composizione del nucleo familiare. In sostanza se un particolare nucleo familiare non arriva alla soglia minima di 780 euro al mese, o quella più elevata in virtu' della ponderazione in base al numero dei componenti del nucleo familiare, lo Stato verserebbe la differenza in termini di contributo economico (il cd. poverty gap).
Il mantenimento del reddito di cittadinanza sarà subordinato all'iscrizione presso un centro per l'impiego con l'obbligo di rendersi immediatamente disponibili ad accettare un'offerta e, comunque, ad iniziare un percorso di inserimento nel mercato. Similmente a quanto accade attualmente per i titolari di disoccupazione indennizzata e del reddito di inclusione. Inoltre, il beneficiario dovrà lavorare almeno 8 ore settimanali nel Comune di residenza. Il sussidio verrà tolto se non si accetta «almeno una delle prime tre proposte di lavoro eque e non lontane dal luogo di residenza» dell’interessato. Da stabilire se trascorsi i tre anni il reddito di cittadinanza si potrà prorogare e se ci sarà un riferimento all'ISEE, cioè all'indicatore della situazione economica equivalente, per tenere conto del patrimonio familiare e limitare la possibilità di abusi, similmente a quanto avviene per il reddito di inclusione.
Capitolo Pensioni
Il decollo del reddito di cittadinanza sarebbe, comunque, anticipato dall'incremento delle pensioni minime a 780 euro al mese. A partire dal 1° gennaio 2019. L'incremento potrebbe interessare sia le pensioni che l'assegno sociale, la prestazione assistenziale rivolta agli ultra65enni privi di altri redditi, da realizzare probabilmente anche tramite un disboscamento delle maggiorazioni sociali. Fuori per il momento interventi sugli assegni per gli invalidi civili. Per quanto riguarda il capitolo pensioni come già anticipato ieri da PensioniOggi l'esecutivo lavora alla quota 100 con un minimo di 38 anni di contributi e 62 anni di età e a bloccare il prossimo scatto della speranza di vita dei requisiti per il conseguimento della pensione anticipata che resterebbero, quindi, pari a: 42 anni e 10 mesi per gli uomini; 41 anni e 10 mesi per le donne. Il dossier è comunque solo all'inizio e sarà presentato a metà ottobre.