Un'apertura timida non soddisfacente neanche la Cisl e Uil che chiedono una complessiva valorizzazione del lavoro di cura familiare non soltanto limitato all'Ape sociale. Per la Cgil, in sostanza, gli sconti dovrebbero essere riconosciuti anche sulle altre prestazioni pensionistiche ad esempio sulla pensione anticipata nonchè sulla pensione di vecchiaia consentendo a tutte le lavoratrici di godere della misura. Un punto peraltro contenuto nell'intesa raggiunta l'anno scorso proprio tra governo e parti sociali.
Cgil: poche risposte dal Governo
"Ci siamo impegnati, su questo punto, a elaborare nei prossimi giorni con Cisl e Uil una proposta, che possa essere esaminata nel prossimo incontro", aggiungono i sindacalisti. "Abbiamo inoltre rilevato che non vi sono proposte adeguate a rispondere ad altri punti contenuti nel verbale di sintesi dell’anno scorso in particolare sui temi della flessibilità in uscita e della diversità nelle speranze di vita, e abbiamo ribadito che per noi l’impianto ipotizzato nel verbale di sintesi, rimane la cornice entro cui lavorare. È stato inoltre chiesto al Governo di quantificare le risorse che potranno essere messe a disposizione degli interventi previdenziali ma il ministro ha nuovamente ribadito che solo dopo il 20 settembre (data in cui verrà presentata la Nota di aggiornamento del Def) e nell’ambito della predisposizione della Proposta di legge di bilancio 2018, saranno in grado di fornirci una risposta", continua la nota.
Abbiamo inoltre richiesto al Governo, continua la nota, anche in vista dell’ormai imminente scadenza degli organismi di vigilanza degli enti previdenziali, un impegno a favorire una rapida approvazione della legge di riforma della governance di questi enti, tenendo conto dei disegni di legge depositati alla Camera dei deputati e delle proposte avanzate dal sindacato sull’argomento. È stato nuovamente richiesto un monitoraggio della situazione dell’ottava salvaguardia e di opzione donna, viste le risorse accantonate e non utilizzate". Sull'ottava salvaguardia, in particolare l'Inps ha accertato allo scorso 31 luglio il diritto alla salvaguardia con riferimento solo a 13mila domande sugli oltre 30mila posti disponibili. Il sottoutilizzo delle risorse potrebbe essere impiegato per un ulteriore ampliamento della platea.