Quattro le misure praticamente certe, interventi non più procrastinabili, su cui si concentrerà il progetto dell'esecutivo: l'Ape, cioè uno sconto di tre anni sulla pensione di vecchiaia con obbligo per il lavoratore di restituire il prestito mediante un prelievo ventennale sulla rata di pensione graduato in funzione del reddito pensionistico e della condizione lavorativa. Una maggiorazione convenzionale dell'anzianità contributiva per i lavoratori precoci che hanno lavorato durante la minore età (si riconoscerà, a seconda di come verrà calibrato l'intervento, sino a 2 anni di anticipo sugli attuali requisiti per conseguire la pensione anticipata) e l'archiviazione della penalizzazione anche dopo il 2017; il cumulo gratuito dei periodi assicurativi per chi possiede carriere discontinue; un ampliamento dei lavori usuranti. Sullo sfondo, se avanzeranno risorse, resta un intervento a favore delle pensioni minime con l'attribuzione della quattordicesima anche ai redditi pensionistici sino a 1000-1200 euro al mese (contro i 750 euro attuali) o una ulteriore estensione della no tax area per le pensioni più basse nonchè quell'aiuto fiscale alla previdenza integrativa che il Governo vorrebbe rilanciare.
Per quanto riguarda l'Ape, la misura principale, Nannicini ha garantito una penalità molto favorevole, nell'ordine dell'1% l'anno, "quasi zero" per chi versa in condizioni di bisogno attuata mediante specifiche detrazioni fiscali. A beneficiare della decurtazione ridotta saranno in particolare i lavoratori che hanno esaurito la durata degli ammortizzatori sociali, Naspi e mobilità continuando a versare in stato di disoccupazione. Per queste fasce di soggetti anticipare l'uscita di tre anni costerà, in sostanza, sino al 3% dell'assegno pieno. Un progetto che, se confermato, sarebbe persino più favorevole rispetto al disegno di legge Damiano (che reca un taglio del 2% per ogni anno di anticipo). E sulla natura del prestito Nannicini precisa: "l'APE non sarà un mutuo perché non rischi niente, né rischiano i tuoi eredi; e non si andrà in banca per ottenerlo ma all'Inps".
Che dopo anni di chiacchiere qualcosa sia in procinto di cambiare nè è convito anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ieri, in un question time alla Camera ha confermato che nel pacchetto di interventi allo studio ci saranno le misure di semplificazione per gli "usuranti" aggiungendo che una riflessione è aperta anche sulla possibilità di ripensare per loro il meccanismo di adeguamento automatico dei requisiti all'aspettativa di vita. Poletti ha anche rivelato che fino ad oggi «sono 7.070 le lavoratrici che hanno ottenuto la pensione con decorrenza successiva al 31 dicembre 2015». Il relativo onere finanziario in ragione d'anno «è pari a 63,3 milioni di euro ha aggiunto Poletti e posso assicurare che da parte del ministero verrà disposto l'impiego delle risorse non utilizzate per interventi con finalità analoghe a quella di "opzione donna", compreso la prosecuzione della sperimentazione in modo tale da rispettare pienamente e puntualmente il dettato normativo».
Nell'incontro di domani con i sindacati si fisseranno le risorse sul tavolo, poi il confronto si interromperà per la pausa estiva e riprenderà con l'obiettivo di chiudere con un accordo quanto più possibile condiviso con la parte sindacale entro la fine del mese di settembre.